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Una prospettiva esopolitica sulla guerra preventiva condotta dagli Stati Uniti contro l’Iraq

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Nell'articolo I misteri dell'Iraq pubblicato su questo sito, l'autrice faceva riferimento alla tesi del Dr. Michael Salla su una motivazione esopolitica per la guerra condotta all'Iraq di Saddam Hussein dagli Stati Uniti d'America e dalla Gran Bretagna nel 2003. Riproponiamo l'articolo di Michael Salla, tratto da NEXUS New Times n. 44 di febbraio 2003, di utilità considerati anche i successivi sviluppi di sottrazione del patrimonio archeologico iracheno da parte occidentale e, più di recente, della sua trafugamento e distruzione anche da parte dei miliziani dello Stato Islamico. Buona lettura [Redazione]


Quasi tutte, se non addirittura tutte, le critiche alle motivazioni dell’amministrazione Bush a monte dell’avvio di una guerra preventiva contro l’Iraq convergono su una combinazione fra la visione imperialistica mondiale dei politici conservatori al potere a Washington, DC, e gli interessi corporativi che orientano l’agenda politica dell’amministrazione Bush.
Riguardo alle ragioni della guerra il presente studio propone un’analisi radicalmente diversa, ovvero un’analisi esopolitica dell’importanza tattica di una storica presenza extraterrestre, analisi pertinente all’Iraq ed all’attacco preventivo.
Si argomenta che organizzazioni governative clandestine in competizione stiano lottando, utilizzando metodologie per procura, al fine di impossessarsi di antiche tecnologie extraterrestri (ET) presenti in Iraq, con lo scopo di prepararsi a una prossima serie di eventi corrispondenti al “profetizzato ritorno” di un’avanzata razza di ET.
Il presente studio esamina i riscontri disponibili relativi ad una presenza storica ET in Iraq, quindi utilizza tali riscontri in modo da comprendere meglio l’attuale situazione politica di quel paese; passa poi ad analizzare le ragioni dei principali attori politici della guerra preventiva e conclude con alcune raccomandazioni tattiche su come affrontare l’eredità di una presenza ET in Iraq nonché la sua attuale rilevanza politica.

Una storica presenza ET in Iraq?

I più convincenti riscontri disponibili riguardanti una storica presenza ET in Iraq derivano dalle tavolette incise a caratteri cuneiformi che registrano direttamente le credenze e le attività degli antichi Sumeri, la cui civiltà nacque, quasi nell’arco di una notte, nel 3800 a.C. Queste tavolette cuneiformi narrano per lo più storie sui Sumeri che interagiscono con i loro “dei”.

Secondo lo studioso Zecharia Sitchin, i Sumeri possedevano approfondite conoscenze di tutti i pianeti del sistema solare, comprendevano la precessione degli equinozi e conoscevano anche complesse procedure mediche. Nelle tavolette rivelavano che tutte le loro conoscenze provenivano da una razza di visitatori extraterrestri, gli Anunnaki (“coloro che giunsero dai cieli sulla Terra”), i quali non solo furono i maestri dei Sumeri ma ebbero anche un ruolo importante nella creazione della razza umana. Il luogo d’origine di questa razza ET era un pianeta chiamato Nibiru, che seguiva un lungo percorso ellittico intorno al Sole e tornava nella regione di questo sistema solare ogni 3.600 anni.

William Henry è un archeologo indipendente, il quale sostiene che vi sia un legame diretto fra l’antica presenza ET nella terra dei Sumeri (Iraq meridionale) e l’attuale interesse per il regime di Saddam Hussein. La tesi fondamentale di Henry è che all’epoca dei Sumeri esistesse un congegno tecnologico, che egli descrive come uno “Stargate”, che gli Anunnaki-Nephilim utilizzavano per spostarsi avanti e indietro nella galassia fra il loro pianeta d’origine e la Terra. (2)
L’ipotesi di Sitchin relativa ad un’antica presenza ET nella terra dei Sumeri, la concezione di una varietà di dispositivi ET di trasporto descritti da altri autori nelle loro ricerche sulle antiche civiltà e la ripresa, nel 2002, di scavi archeologici presso Uruk, prima capitale sumera, corroborano la tesi di Henry secondo cui nelle sabbie dell’Iraq meridionale sia sepolto uno “Stargate”.
Ciò fornisce importanti informazioni contestuali utili a comprendere le reali motivazioni alla base della guerra preventiva dell’amministrazione Bush contro l’Iraq. Si potrebbe argomentare che quest’ultima ed il regime di Saddam Hussein siano entrambi coinvolti in una corsa contro il tempo per acquisire l’accesso ed il controllo dello Stargate nelle rovine di Uruk, o di qualche altro sito iracheno, prima del profetizzato ritorno degli Anunnaki; al momento, la situazione è in stallo.

L’esopolitica dell’atteggiamento USA in Iraq

Il fondamentale sostegno probatorio all’ipotesi sopra descritta è certamente esile per i convenzionali esperti di politiche pubbliche e potrebbe adattarsi meglio ad un racconto di fantasia piuttosto che ad un serio dibattito pubblico.
Secondo una prospettiva convenzionale, un composito assortimento formato da scrittori archeologici indipendenti, interpretazioni radicali dei testi biblici, scritti di “canali” di conoscenza ET e documenti teorici di astronomi difficilmente può costituire una convincente fonte di informazioni per la comprensione delle motivazioni alla base della politica estera statunitense.
Coloro che sono poco convinti delle fonti di cui sopra, con tutta probabilità si affidano alle spiegazioni che vedono un’amministrazione Bush impegnata ad eliminare armi di distruzione di massa e/o mossa da interessi petroliferi ed ambizioni imperialistiche.
Esistono, comunque, alcune importanti prove circostanziali che conferiscono plausibilità alla tesi di Henry, che indica uno Stargate come il vero perno degli interessi dell’amministrazione Bush o, quantomeno, di potenti gruppi di interesse a monte di essa.

La prima prova circostanziale è la schiacciante testimonianza di un rivelatore, che conferma l’esistenza di organizzazioni governative clandestine responsabili dell’occultamento al pubblico di una presenza ET e che controllano tutti i rapporti ufficiali con le razze ET. (3)
Secondo una prospettiva esopolitica, quindi, la soppressione clandestina di una contemporanea presenza ET corrobora la conclusione che esiste anche un’attiva soppressione clandestina di un’antica presenza ET, aspetto che presenta anch’esso rilevanti implicazioni politiche.

La seconda prova circostanziale è il forte sostegno diplomatico che Francia e Germania hanno fornito al regime di Saddam Hussein nel respingere l’idea di attacco militare preventivo; tale sostegno è stato così consistente che il segretario alla difesa statunitense Donald Rumsfeld, riferendosi loro sprezzantemente come alla “Vecchia Europa”, il 22 gennaio 2003 ha risposto ad un giornalista:

“Quando pensate all’Europa pensate a Francia e Germania. Io no. Penso che quella sia la ‘vecchia Europa’. Se considerate l’intera Europa della NATO oggi, il centro di gravità si sta spostando verso est, dove vi sono un sacco di nuovi membri, e se prendete in mano l’elenco di tutti i paesi membri della NATO e di tutti quelli cui di recente è stato offerto di entrarvi — quanti sono, 26, qualcosa del genere? [Ma] avete ragione. Germania e Francia sono state un problema.” (4)

Invece di fare marcia indietro su quella che era una bomba diplomatica, l’amministrazione Bush ha invece continuato a fare di tutto per isolare le posizioni francesi e tedesche sulla questione Iraq; essa, ad esempio, ha incoraggiato i leader di Spagna, Portogallo, Italia, Regno Unito, Ungheria, Polonia, Danimarca e Repubblica Ceca a scrivere una lettera, pubblicata il 30 gennaio sul Wall Street Journal, nella quale si sosteneva che “il regime iracheno e le sue armi di distruzione di massa rappresentano una chiara minaccia per la sicurezza mondiale”. (5)

Il dibattito — caratterizzato da singolari posizioni e linguaggi — quindi, invece di essere semplicemente una serrata discussione diplomatica sulle varie posizioni politiche riguardo alla questione irachena, suggerisce un conflitto più radicale su tematiche nascoste all’opinione pubblica; è probabile che sia in corso una lotta di fazione fra le organizzazioni governative clandestine adibite ad occuparsi della presenza ET negli USA, ed organizzazioni rivali create in Germania, Francia e persino Russia.

La terza prova circostanziale è, nel 2002, la ripresa degli scavi presso Uruk, prima capitale dei Sumeri, da parte di un gruppo archeologico tedesco. Data l’importanza di Uruk e la probabilità che essa sia il sito dello Stargate sumero, allora la ripresa degli scavi pone l’interrogativo sul perché siano stati ripresi in questo periodo e che cosa si stesse cercando.
Dato che nel 2002 le tensioni politiche in Iraq non sono diminuite in modo significativo e che esse rappresentavano la probabile ragione di un futuro conflitto con gli USA, si può ipotizzare che a monte di quelli che in superficie sembrano essere dei semplici scavi scientifici nei pressi di un’antica capitale sumera vi siano forti motivazioni inespresse.

La quarta prova circostanziale è la distruzione dello space shuttle Columbia, avvenuta il 10 febbraio 2003 durante la fase di rientro, ad un’altitudine di circa 60 chilometri ed alla velocità di 18 Mach; uno degli astronauti era il colonnello Ilan Ramon dell’Aviazione Militare Israeliana — il primo cittadino israeliano nello spazio.
A quanto si dice nel 1981 il colonnello Ramon ebbe un ruolo nell’attacco israeliano contro l’impianto nucleare iracheno di Osirak, e si è ipotizzato che la sua missione prevedesse la raccolta di informazioni di intelligence sull’Iraq mentre lo shuttle si trovava in orbita. La distruzione del Columbia è avvenuta 16 minuti prima dell’atterraggio, quando i serbatoi di carburante erano virtualmente vuoti.
Data la velocità e la quota del Columbia, una probabile origine della sua distruzione potrebbe essere stata una qualche forma di attacco da parte di un’organizzazione o di uno stato in possesso di capacità militari di gran lunga superiori a quelle di qualsiasi gruppo terroristico e sicuramente di gran parte delle nazioni. La probabile causa potrebbe essere stata un’organizzazione governativa clandestina che voleva mandare un forte avvertimento ai suoi rivali statunitensi riguardo alla ventilata guerra preventiva contro l’Iraq.

Quando si mettono assieme tutte le prove fondamentali e circostanziali, emerge quello che è un panorama assai plausibile a sostegno della tesi di Henry relativa ad una lotta di potere che punta al cuore della presenza ET, alla continua soppressione clandestina delle informazioni relative agli ET ed alle relative implicazioni.

Le motivazioni addotte dall’amministrazione Bush per scatenare una guerra preventiva contro l’Iraq, interpretate nei termini delle preoccupazioni espresse nel discorso di Bush sullo Stato dell’Unione del 2003 oppure in quelli degli interessi corporativi ed imperialistici suggeriti dai suoi critici come Robert Fisk e Michael Lind, possono essere descritte tutte come parte dello strato superficiale delle reali ragioni che guidano Bush.
Ad un livello più profondo, è probabile che le organizzazioni governative clandestine siano profondamente preoccupate di quello che accadrebbe se Hussein, con l’appoggio della Germania e di altri governi europei, guadagnasse l’accesso allo Stargate sumero o ad altre tecnologie sepolte ad Uruk, oppure se lo Stargate venisse in qualche modo riattivato senza che il personale del governo clandestino fosse presente per controllarlo e monitorarlo.
Il discorso del presidente Bush sullo Stato dell’Unione, delineando la necessità di un attacco preventivo contro l’Iraq, con tutta probabilità cela un’agenda occulta tesa a garantire l’accesso allo Stargate o ad altre tecnologie ET presenti ad Uruk ed in altre località dell’Iraq. Tale accesso renderebbe presumibilmente perpetuo il controllo del governo clandestino sulle risorse ed informazioni globali in un periodo di accresciuta attività ed influenza ET.

Raccomandazioni politiche

Se la prospettiva esopolitica costituisce una più accurata descrizione delle motivazioni che spingono l’amministrazione Bush verso la guerra preventiva contro l’Iraq, allora si possono fare le seguenti raccomandazioni politiche. (6)
Prima di tutto, la qualità delle prove a sostegno di una storica presenza ET e di un cover-up attuato dal governo clandestino possiede un rilevante grado di credibilità e forza di persuasione. Ciò appoggia la creazione di una nuova area di politica pubblica — esopolitica — che studierebbe la presenza storica ET nei termini delle sue implicazioni per la politica contemporanea.
In secondo luogo, esiste la necessità di promuovere da parte governativa la rivelazione ufficiale della presenza storica degli ET e/o del loro imminente ritorno, e di rendere maggiormente rappresentativo il processo che ha determinato le reazioni del governo a tali informazioni.
In terzo luogo, le prove suggeriscono che gli attuali preparativi militari per la guerra contro l’Iraq hanno poco a che fare con le armi di distruzione di massa, e sono invece destinati a perpetuare il controllo del governo clandestino statunitense sulle informazioni relative alla storica ed attuale presenza ET. Bisognerebbe quindi bloccare questa guerra preventiva ed incoraggiare una soluzione congiunta fra Stati Uniti, Iraq e governi europei interessati.
In quarto luogo, le prove suggeriscono che il conflitto iracheno e la distruzione dello shuttle Columbia mascherano un'intensa lotta di fazione fra organizzazioni governative clandestine, associate a diversi governi nazionali ed inizialmente create per occuparsi della presenza ET. Si raccomanda la rivelazione pubblica di tali organizzazioni e delle loro attività per il controllo e la reazione alla presenza ET, e che queste organizzazioni siano chiamate a rispondere delle loro azioni di fronte a funzionari pubblici eletti.
L’ultima raccomandazione politica è la necessità di un maggiore impegno nel determinare la portata di una supervisione congressuale e legislativa richiesta per controllare quelle organizzazioni create nei diversi paesi per gestire tutti gli aspetti della presenza ET, passata ed attuale, e sulle implicazioni del previsto ritorno di una razza ET associata alla nascita della civiltà umana.

Il presente scritto suggerisce che il migliore meccanismo per gestire l’esistenza di antica tecnologia ET nell’antica capitale sumera di Uruk e/o altrove è la disponibilità dei principali governi mondiali e delle relative organizzazioni clandestine di condividere le informazioni ed il controllo su questi beni ET.
Una guerra preventiva, condotta in gran parte per il controllo di uno “Stargate” a Uruk, che mette gli USA ed i suoi alleati contro un Iraq tacitamente appoggiato da nazioni europee cruciali, potrebbe essere disastrosa, se naturalmente il “profetizzato ritorno” significasse un reale evento fisico che coinvolgesse l’antica razza ET che ebbe un ruolo nel dare inizio alla civiltà umana.
Le organizzazioni governative clandestine rivali che, tramite una guerra per procura, lottano per il controllo di un’antica tecnologia ET allo scopo di prepararsi per quegli eventi corrispondenti al “profetizzato ritorno degli dei”, difficilmente rappresenterebbero il migliore esempio di un’umanità matura e sufficientemente responsabile per continuare ad esercitare il controllo sulle risorse della Terra. Lo space shuttle Columbia potrebbe essere davvero stato una vittima eccellente di questa guerra per procura, destinato ad inviare alle organizzazioni clandestine statunitensi un avvertimento contro la guerra preventiva in Iraq.

Di conseguenza, proprio nel momento in cui si presenta l’opportunità per un rapido spostamento in avanti verso la crescita evolutiva della consapevolezza umana, la sovranità umana potrebbe essere a repentaglio. Sta a tutta l’umanità decidere come rispondere alla sfida rappresentata dalle organizzazioni clandestine che lottano per le risorse storiche dell’Iraq, allo scopo di portare avanti i propri progetti segreti.

del Dr. Michael E. Salla © Febbraio 2003

Pubblicato originariamente sull'edizione cartacea di NEXUS New Times n. 44, maggio – giugno 2003 (disponibile qui)


Note

1.Vedere il capitolo di Zecharia Sitchin, “The Sudden Civilization”, in The 12th Planet, Libro 1 della serie Earth Chronicles, Avon Books, New York, 1976, pp. 12-51.
2. Henry sottolinea la sua tesi nel proprio articolo “Saddam Hussein, The Stairway to Heaven and the Return of Planet X”; disponibile nel suo sito web presso http://www.williamhenry.net.
3. Vedere Salla, M. E., “The Need for Exopolitics”, presso http://www.exopolitics.org.
4. Per discussioni sui commenti di Rumsfeld e la risposta franco/tedesca, vedere Mark Baker, “Rumsfeld’s ‘Old’ And ‘New’ Europe Touches On Uneasy Divide”, Radio Free Europe, 24 gennaio 2003, sito web http://www.rferl.org/nca/features/2003/01/24012003172118.asp
5. Wall Street Journal, 30 gennaio 2003.
6. Salla, “The Need for Exopolitics”, ibid.


A proposito dell’Autore:

Il Dr. Michael E. Salla ha rivestito cariche accademiche presso la School of International Service, American University, Washington DC (1996-2001), e presso il Department of Political Science, Australian National University, Canberra, Australia (1994-1996). Nel 2002 ha insegnato in qualità di professore incaricato presso la George Washington University, Washington, DC; è titolare di un dottorato di ricerca in Amministrazione della University of Queensland, Australia, e di una laurea di secondo grado in Filosofia della University of Melbourne, Australia. Il suo sito web personale è: http://www.american.edu/salla/.
Si può consultare il testo integrale dell’articolo del Dr. Salla (Studio di Ricerca #2) alla pagina web http://www.exopolitics.org/Study-Paper2.htm#Abstract.


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