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Sta per iniziare la corsa all’oro?

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Nell’apprendere che l’oro della Francia era custodito dalla Federal Reserve americana, il presidente francese Charles De Gaulle pare che abbia detto “non riuscivo a dormire sonni tranquilli con un accordo del genere”. Così nel 1965 ha ordinato che una nave della marina francese attraversasse l’Atlantico per recuperare 150 milioni di dollari in oro custoditi nei caveaux della Fed di New York e trasferirli nella Banque de France a Parigi.

È stata una mossa prudente quella di De Gaulle. In accordo con l’avvertimento che già vi avevo fatto: non lasciate il vostro oro alle cure di qualcun altro. Prendete possesso fisico del vostro oro.

De Gaulle comprese che gli Stati Uniti stavano realizzando una truffa internazionale. Avevano promesso che i possessori dei dollari americani avrebbero potuto in ogni momento riscattare il loro oro al tasso di 35$ l’oncia. Ma come qualcuno che firma cambiali false, era chiaro che gli Usa stessero stampando più dollari di quanti ne fossero riscattabili a qualsiasi tasso.

De Gaulle aveva anticipato tutti. Ma in breve tempo anche altre nazioni compresero la stessa cosa ed iniziarono a richiedere l’oro per i dollari che detenevano. Presto Washington iniziò ad avere un’emorragia di oro mentre si confrontava con richieste di recupero per decine di miliardi dei suoi dollari di carta.

In pratica, si è trattato niente meno che di una grande corsa all’oro.

In un solo giorno del Marzo 1971, 400 tonnellate di oro vennero prelevati dal meccanismo di scambio, il London Gold Pool, forzandolo a chiudere. Ad agosto, il Presidente Nixon chiuse lo sportello dell’oro del tutto, tradendo di fatto la promessa esplicita dell’America della convertibilità aurea.

La Germania richiede un controllo contabile

Come la Francia, anche la Germania ha avuto un’esperienza molto negativa con l’iperinflazione della moneta fiat [creata senza riserva aurea, ndt]. Non dovrebbe sorprendere se entrambe le nazioni sono indicatori sensibili di quando la moneta viene emessa senza controllo. Ora stiamo iniziando a comprendere i passi che la Germania ha intrapreso in accordo con le domande inquietanti di oggi sulle banche centrali del mondo e sull’oro contenuto nelle loro riserve.

Sul Telegraph, Ambrose Evans-Pritchard riporta che una corte tedesca ha ordinato un’indagine sull’oro custodito, presumibilmente per conto della Germania, a Londra, Parigi e New York:

La Corte dei Conti tedesca ha comunicato ai legislatori in un rapporto redatto [appositamente] che l’oro “non è mai stato verificato fisicamente” ed ha ordinato alla Bundesbank di proteggere l’accesso ai siti di stoccaggio. Essa ha richiesto il rimpatrio di 150 tonnellate nei prossimi tre anni per verificare qualità e peso dei lingotti d’oro. Ha affermato che Francoforte non ha un registro di lingotti numerati. La relazione affermava anche che la Bundesbank avrebbe ridotto le sue riserve a Londra da 1440 a 500 tonnellate nel 2000 e nel 2001, presumibilmente perché i costi di stoccaggio erano troppo alti. Il metallo era tornato a Francoforte per via aerea.

Forse un audit proverà che tutto l’oro tedesco conservato nelle banche centrali straniere può essere contabilizzato. Forse l’oro francese avrebbe potuto rimanere al sicuro nelle mani della Federal Reserve per decenni. Ma un’ambiente come il nostro, tossico per definizione, richiede una buona amministrazione.

Cosa hanno fatto le banche centrali con l’oro del popolo?

Di recente ho scritto un articolo in cui chiedevo se le banche centrali abbiano l’oro che dicono di avere. Anche se il metallo prezioso è in inventario, rimangono pressanti domande su chi detenga i titoli dell’oro, se è stato ceduto in prestito, impegnato, scambiato o venduto.

Il Telegraph allude alla questione del titolo, riportando che l’azione della corte tedesca “segue le richieste del gruppo della campagna civica tedesca ‘Bring Back our Gold’ ['Ridateci il nostro oro', ndt] ed i loro alleati statunitensi del Gold Anti-Trust Commitee che non ci si possa fidare dei dati ufficiali. Essi sostengono che le banche centrali abbiano prestato o venduto allo scoperto gran parte del loro oro.”

Chiedere se i lingotti d’oro siano davvero al loro posto è una questione di inventario. Le domande sui titoli sono istanze che dovrebbero avere una risposta attraverso un audit. Ma permangono preoccupazioni altrettanto giustificabili circa l’autenticità dell’oro detenuto dalle banche centrali e da altri depositi.

Un altro argomento collegato a questo è quello dell’oro falso. Una questione che non è per nulla priva di importanza, ma che è talmente seria che quest’anno, per la prima volta, alcuni (dei lingotti) d’oro custoditi dalla FED di New York sono stati forati per campionatura per verificarne la purezza. Ma nessun risultato è stato divulgato.

Riflessioni finali

Coloro che dopo il 15 agosto 1971 si sono presentati con i dollari perché speravano di scambiarli con l’oro erano ormai in ritardo. Ma De Gaulle sapeva bene che c’era qualcosa di sospetto nelle operazioni monetarie degli USA ben prima che Nixon annullasse le promesse americane sull’oro. Nel mondo travagliato di oggi, la Germania si comporta come se i suoi sensi monetari fossero in formicolio.

Vi sono segnali d’allarme in abbondanza per gli americani che le condizioni monetarie stiano divenendo più fragili giorno dopo giorno e che il dollaro fiat non durerà. Sarebbe bello sapere che alla fine le riserve auree del popolo sono al sicuro.

In ogni caso, ricordate questa lezione:

non lasciate il vostro oro nelle cure di nessun altro. Prendete possesso fisico del vostro oro.

 

Per la vostra libertà e prosperità,

 

Charles Goyette.

Traduzione di Jacopo Castellini per Nexus Edizioni

Fonte originale: moneyandmarkets.com

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