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Space-Requiem for London

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Ma gli Scienziati ed i Ricercatori ce l'hanno un cuore o no? In effetti, subito dopo il verificarsi di una grande tragedia la quale fosse stata capace di colpire non solo il Mondo e coloro che lo abitano, ma anche ciò che chiamiamo "Inconscio Collettivo" (parliamo di eventi tragicamente naturali, come lo Tsu-Nami del Dicembre 2004 o di massacri men-made, quale ad esempio la nuova strage pseudo-islamica occorsa a Londra qualche giorno fa) non ci è capitato mai di leggere un necrologio, o anche un semplice discorso di circostanza o qualcosa del genere, da parte dei Rappresentanti delle Grandi Istituzioni Scientifiche del Pianeta.

Ed a ben guardare, anche le piccole Istituzioni Scientifiche non sono mai sembrate sensibili verso questo tipo di eventi…Ma non è così.

La Verità, a nostro modo di vedere, è che – oggi più che mai – il Dolore (come la Rabbia o la Sofferenza e quant'altro) o viene manifestato in maniera eclatante, o si presume che non ci sia; o il Cordoglio lo si esprime attraverso giornali e televisioni, oppure si pensa che non sia sentito, che non sia reale: insomma, che non esista.

Questa riflessione non è nata oggi o qualche giorno fa, subito dopo la strage di Londra, ma ha radici un pò più vecchie. Forse bisogna tornare alla sera dell'11 Settembre 2001, quando il Mondo sembrò tremare sotto i colpi del "terrorismo", per capire che cosa è successo.

Ebbene, a cominciare da quei tragici giorni ed eventi (questi ultimi tutt'ora – in larghissima parte, rimasti coperti da un colossale punto interrogativo), ci è sembrato che la Sofferenza, per essere realmente tale, dovesse essere "celebrata".

Il palco privilegiato è, ovviamente, la televisione, ma anche gli altri mezzi di comunicazione di massa (radio, giornali, adunanze di piazza etc.) non guastano: la cosa fondamentale, comunque, è "MOSTRARE" il proprio dolore, in qualche modo.

Il Dolore contenuto, invece (quello silenzioso, ma non meno lacerante; quello taciuto, ma non meno sentito), sembra essere diventato sinonimo di indifferenza (nella migliore delle ipotesi) o di puro menefreghismo (nella peggiore).

Anche i Ricercatori dello Spazio, però, hanno un cuore e, anche se i loro occhi e le loro menti – per fortuna! – viaggiano molto lontane da questa palla (meravigliosa ed orribile) che chiamiamo Terra, questo non vuol dire che essi non vedano, non soffrano, non si pongano domande.

Forse il Mondo (sempre più televisivo e telematico) esige il pagamento di un tributo collettivo fatto di dichiarazioni di cordoglio, di immagini di strazio e di promesse di giustizia (…li prenderemo tutti, li puniremo tutti…), ma questo tipo di Mondo è solo quello che vediamo sui TV Networks Nazionali ed Internazionali: ed è un Mondo che confonde la Morte con lo Spettacolo e la Giustizia con la Propaganda.

Ci sono tanti Uomini che non hanno la possibilità o la forza di gridare la loro Sofferenza al Mondo attraverso un microfono ed un monitor, ma che comunque soffrono e combattono, ogni giorno.

Ci sono tanti Uomini che non vogliono fare del loro Dolore uno Show da vendere al Pubblico o agli Elettori, ma che comunque si impegnano e lottano, ogni istante della loro Vita, per riuscire a dare ed a fare qualcosa di buono, di bello e soprattutto di utile per gli Altri e per il Mondo in cui vivono.

Ebbene, noi non vorremmo che il quieto silenzio di alcuni (anche il nostro) venisse scambiato per codardìa ed indifferenza, mentre le grida ed i proclami – sempre più forti, sempre più fastidiosi e sempre più ipocriti – di altri venissero invece presi per coraggio e forza d'animo.

Per le Vittime di Londra, la Comunità Scientifica Mondiale, dalle più grandi Università ai più piccoli Circoli di Appassionati, a quanto ci risulta, non ha nè detto, nè fatto alcunchè (di eclatante), ma questo non crediamo che significhi "indifferenza", "lontananza dalle problematiche dell'Uomo" e, quindi, "lontananza dall'Uomo".

Tutto ciò premesso, qualcosa – volendo – la Comunità Scientifica la potrebbe davvero fare subito e si tratta di una cosa davvero molto semplice, forse ingenuamente naif, ma sicuramente bella: esistono tantissimi rilievi, sulla Luna, su Marte e sulle lontane Lune di Giove e Saturno come di Urano e Nettuno, che non hanno un nome.

Vogliamo ricordare davvero – e per sempre – i morti di Londra, o quelli delle Torri Gemelle, o di Madrid, le "Innocenti Vittime" di una mano invisibile?

Allora dedichiamo loro, a ciascuna di queste Vittime, un rilievo di uno di questi Mondi (sia esso una valle, o un canyon, o un cratere e così via) che, un giorno, saranno forse luoghi di lavoro o di studio o di vacanza.

Che ne pensate? In fondo, è bello immaginare di vedere, fra 15 o 20000 anni, un Geologo, o uno Studente di Astrofisica, o magari un Pensionato che camminano attraverso un canyon del Pianeta Rosso il quale non venne intitolato a Scienziati, Esploratori o Condottieri, ma solo ad una Vittima.

Una di quelle la cui Memoria non venne cancellata dalle chiacchiere e dal tempo.

Questo, secondo noi, potrebbe essere un buon modo di ricordare.

Senza far rumore, sommessamente, per sempre".

Articolo di Paolo C. Fienga (Lunar Explorer Italia)

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