conferenze internazionali:
tuttavia,
curiosamente, nei giorni scorsi ai notiziari e ai commentatori di varie
estrazioni politiche è sfuggita questa sua dichiarazione,
rilanciata
dall’agenzia di stampa Interfax,
secondo la quale “quelle del 30 gennaio in
Iraq sono ben lungi dal poter essere definite vere elezioni”.
Gorbaciov ha
affermato:
“Sebbene io sia un sostenitore del processo elettorale e del
trasferimento dei
poteri alla popolazione irachena, queste elezioni sono una farsa. Non
ritengo
siano di qualche utilità, e potrebbero avere un impatto negativo
sul paese. Non
si può imporre o appoggiare la democrazia con carri armati e
cannoni.”
Intanto,
stando ad
un’audizione ufficiale divulgata qualche giorno fa, l’amministrazione
statunitense in Iraq , l’adesso defunta CPA (Autorità
Provvisoria della
Coalizione), ha perso di vista qualcosa come 9 miliardi di dollari, dei
quali
si è persa ogni traccia. Il rapporto parla di pagamenti a
funzionari “fantasma”
e cosette del genere, e della mancanza di qualunque documento atto a
stabilire
quanti fondi sono stati impiegati e per che cosa.
Questa dai
notiziari non
l’abbiamo proprio sentita: quando venerdì scorso il segretario
alla difesa (!)
statunitense Ronald
Rumsfeld si è recato con una visita a sorpresa in Iraq,
sembra sia stato accolto da un tiro di sbarramento con 36 razzi di tipo
Grad,
che hanno colpito il quartier generale della base aerea di al-Ghazlani
dov’era
appena arrivato. L’operazione della guerriglia, da quest’ultima
battezzata
“Condividi l’Inferno coi tuoi soldati”, ha avuto inizio poco dopo che
il suo
elicottero è atterrato alla base, alle 5.30 antimeridiane: fonti
locali
affermano che Rumsfeld
abbia abbandonato in tutta fretta la base su un C-130,
coi guerriglieri che cercavano senza successo di abbattere il suo aereo
con dei
razzi SAM-7.
Chissà
se avremo mai conferme
sulla veridicità di quest’altra notizia: secondo una fonte
vicina al governo
afgano, che ha parlato mantenendo l’anonimato a Radio Teheran, il
disastro
dell’aereo della KAM AIR
precipitato in Afghanistan alcuni giorni fa (aveva a
bordo anche alcuni nostri connazionali) sarebbe avvenuto per diretta
responsabilità delle truppe statunitensi. Sembra che questo
velivolo,
proveniente da Herat e diretto a Kabul, si sia trovato
nell’impossibilità di
atterrarvi a causa di una tempesta di neve. Il pilota era intenzionato
ad
atterrare alla base aerea di Bagram, dove si trovano le forze armate
USA,
tuttavia queste ultime non ne hanno autorizzato l’atterraggio, malgrado
questi
le avesse informate di essere in grado di rimanere in volo ancora per
quindici
minuti soltanto, e così alla fine l’aereo è precipitato
uccidendo i 104
passeggeri a bordo…
Nel
frattempo, quaggiù siamo
tutti in preda alla frenesia causata dal problema delle polveri
sottili.
Personalmente sono nauseato dalla totale incapacità dei media,
delle competenti
autorità locali e nazionali, delle varie associazioni ecologiste
e compagnia
bella di collegare il problema delle polveri sottili alla vera,
principale
causa delle stesse. Non che auto catalizzate o meno, camion, impianti
di
riscaldamento, industrie, etc. siano estranei al problema, ci
mancherebbe: però
sono convinto che se si analizzassero queste famigerate polveri sottili
vi si
scoprirebbero anomali quantitativi di alluminio, di bario e di
chissà
cos’altro. Una prova chiara e definitiva che gran parte di queste
polveri
piovono dal cielo, in seguito all’attività di aerei militari e
civili i quali
producono quelle che vengono definite chemtrails, ovvero “scie
chimiche”. Vi
propongo qualche esempio fotografico degli indiziati, e ditemi voi se
non ho ragione
a pensarla così:
E
osservate questa foto
ripresa a terra: potrebbe con tutta probabilità trattarsi di un
dispositivo di
emissione, un ugello particolare applicato alla sonda di un “tanker”
normalmente utilizzato per il rifornimento in volo di aerei militari.

Tutta
questa attività
potrebbe avere qualche attinenza anche con una notizia, secondo la
quale il
sistema HAARP
in Alaska, dopo le 132 dell’anno scorso, sta per installare ulteriori
516 nuove antenne, commissionate alla Phazar Corp di Forth Worth,
Texas, con un
contratto di 3.723.531 dollari: se pensate che in origine ne aveva 48,
più che
sufficienti per friggere la ionosfera a volontà, fate i vostri
conti e
immaginate le conseguenze di questa totale follia.
I
risultati di questo
incredibile aumento di potenza dell’impianto HAARP si vedono
già: speculando
che un giorno questo procedimento potrebbe essere utilizzato per
illuminare una
città o generare pubblicità “celeste”, i ricercatori di
stanza
nell’installazione in Alaska hanno sparato nel cielo notturno intensi
fasci di
onde radio, eccitando gli elettroni nel plasma della ionosfera i quali,
collidendo coi gas atmosferici, hanno creato un’illuminazione tipo neon
visibile da terra.
Per finire
con un po’ di
buonumore, vorrei condividere con voi questa divertente e sempre
più popolare
comunicazione: si tratta certamente di una storiella ben congegnata, ma
chissà…
non mi stupirei troppo se quanto segue fosse accaduto davvero!