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Mentre Israele e miliziani di Hamas continuano a tener accesa la fiaccola della violenza mediorientale, una campagna che va in tutt'altra direzione spopola sui social network. Perché gli esseri umani, nonostante i loro governi, anelano alla Pace.


Ebrei ed Arabi rifiutano di essere nemici: una campagna diffusa sui social media diventa virale

Mentre l'operazione israeliana Protective Edge ha già causato almeno 1000 morti tra i palestinesi, moltissimi utenti stanno inondando il web con decine di foto di ebrei e arabi che si mostrano insieme in atteggiamenti pacifici e amorevoli, con l'hastag #JewsAndArabsRefuseToBeEnemies (#EbreiEdArabiRifiutanoDiEssereNemici).
La campagna è stata lanciata da Abraham Gutman (ebreo) e Dania Darwish (araba), entrambi studenti allo Hunter College di New York, immediatamente dopo l'inizio dell'operazione Protective Edge a Gaza – e questa settimana [la scorsa, ndr] ha guadagnato slancio.

"Per me, è difficile guardare l'attuale aumento della violenza tra Israele e Gaza da lontano. Voglio trovare un modo per essere di più che un passeggero, di fare qualcosa di più che guardare semplicemente le notizie in tv e sperare per il meglio", ha detto Gutman al Christian Science Monitor.
Abraham e Dania si sono fotografati allo Square Park di Washington. Hanno aperto un gruppo su Facebook e da allora sono stati inondati di foto da tutto il mondo. La pagina ha più di 5000 sostenitori.

L'hastag #JewsAndArabsRefuseToBeEnemies è diventato popolare in poco tempo. Una delle immagini più virali è quella che mostra una coppia che si bacia: la giornalista libanese Sulome Anderson e il suo fidanzato, ebreo ortodosso. "Lui mi chiama neshama, io lo chiamo habibi. L'amore non parla la lingua dell'occupazione", ha scritto Sulome nel suo profilo Twitter.
La giornalista ha anche detto al New York Magazine che il loro autoscatto è diventato un "simbolo virale della pace".

"Non si tratta solo di politica. Si tratta di persone. Nessuno conosce meglio di me il prezzo che la violenza in Medio Oriente fa pagare alle persone comuni che cercano semplicemente di vivere".

Le operazioni di terra nella Striscia di Gaza sono state lanciate da Tel Aviv l'8 luglio, dopo oltre una settimana di bombardamenti da parte di Hamas a cui Israele risponde con attacchi aerei [un gioco delle parti?, ndr]. Più di 1030 persone, e secondo le ultime stime ance 40 soldati israeliani tra loro, sono morti in queste violenze. Sabato [19 luglio, ndr], Israele e Hamas hanno convenuto su un cessate il fuoco umanitario di 12 ore a Gaza, che ha avuto inizio la mattina di sabato stesso.

Tuttavia, subito dopo l'annuncio della tregua, almeno 60 corpi sono stati recuperati dalle forze di soccorso all'interno di edifici distrutti dagli attacchi aerei israeliani a Gaza, secondo la radio ufficiale dell'Autorità Palestinese.
All'inizio della giornata di sabato – poco prima della tregua – squadre di soccorso hanno recuperato una famiglia di 18 palestinesi, uccisi dai colpi di un carro armato israeliano nel sud della Striscia di Gaza, secondo il Ministero della Salute di Gaza. Le vittime erano membri della famiglia Al-Najar, rimasti intrappolati da giovedì all'interno della loro casa a Khuzaa, villaggio ad est di Khan Younis.

Traduzione e adattamento di J.C. per Nexus Edizioni
Fonte: Russia Today, 27 luglio 2014

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