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Missione canaglia: il Pentagono ha bombardato l’esercito siriano per uccidere l’accordo sul cessate il fuoco?

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“Tutto suggerisce che l’attacco… era stato deliberatamente ordinato da forze all’interno del governo degli Stati Uniti ostili al cessate-il-fuoco… Affermazioni sul fatto che caccia statunitensi fossero all’oscuro di chi stessero bombardando sono semplicemente non credibili, e sono categoricamente contraddette da altri resoconti dei media…” — Alex Lantier, World Socialist Web Site

Una spaccatura tra il Pentagono e la Casa Bianca, sabato, si è trasformata in aperta ribellione, quando due aerei F-16 e due aerei A-10 da guerra hanno bombardato posizioni dell’esercito arabo siriano (SAA) a Deir al-Zor uccidendo almeno 62 regolari siriani e ferendone altri 100. Gli Stati Uniti hanno ufficialmente assunto la responsabilità per l’incidente che è stato chiamato un “errore”, ma la tempistica del massacro ha aumentato la speculazione che l’attacco è stato un disperato tentativo dell’undicesima ora di far deragliare la fragile tregua ed evitare porzioni dell’accordo attuativo a cui i leader del Pentagono si sono opposti pubblicamente. Molti analisti ora si chiedono se gli attacchi sono l’indicazione che il Dipartimento della difesa (DOD) disseminato di neocon, sia attivamente impegnato nel sabotare la politica della Siria del presidente Obama, una domanda che implica che il Pentagono è guidato dai ribelli anti-democratici che rifiutano l’autorità costituzionale della leadership civile. Il salasso di sabato suggerisce fortemente che un ammutinamento si stia preparando presso il Dipartimento della Guerra [NdT: gioco di parole col dipartimento della difesa].
L’abisso che è emerso tra i falchi del Pentagono e i membri più concilianti dell’amministrazione Obama ha drenato del criticismo dagli sfoghi dei principali mezzi di comunicazione statunitensi (New York Times) per i membri di alto rango nel quadro russo. Sabato scorso, in una conferenza stampa di emergenza presso le Nazioni Unite, l’ambasciatore russo Vitaly Churkin presso l’UN ha riferito circa l’apparente lotta di potere che si sta svolgendo a Washington con questi commenti secchi:
“La grande domanda che deve essere fatta è: ‘Chi è il responsabile a Washington? È la Casa Bianca o il Pentagono?’ … Perché noi abbiamo udito commenti del Pentagono, che volano in faccia (NdT: che contraddicono) ai commenti che abbiamo sentito da Obama e Kerry … ”
 

     

(Vedere al minuto 10:15)

Churkin non è l’unico che ha notato il divario tra Obama e i suoi generali. Un recente articolo del New York Times ha anche evidenziato le divisioni che sembrano allargarsi mano a mano che la situazione in Siria continua a deteriorare. Ecco un estratto dal New York Times:
(SECDEF Ash) “Carter è stato tra i funzionari dell’amministrazione che hanno spinto contro l’accordo (del cessate-il-fuoco) … anche se il presidente Obama ne ha infine approvato lo sforzo. Martedì scorso al Pentagono, i funzionari non si sarebbero nemmeno trovati d’accordo nell’eventualità se una cessazione della violenza in Siria avesse tenuto per 7 giorni – la parte iniziale della transazione – il Dipartimento della Difesa avrebbe messo in atto la sua parte dell’accordo l’ottavo giorno …
“Non sto dicendo sì o no”, ha detto ai giornalisti in una videoconferenza il Luogotenente generale Jeffrey L. Harrigian, comandante del Comando Centrale delle Forze Aeree degli Stati Uniti. “Sarebbe prematuro dire che al momento stiamo saltandoci dentro.” (“Dettagli del Patto Siria Widen – spaccatura tra John Kerry e il Pentagono”, New York Times)
Pensate un attimo: il tenente generale Harrigian sembra voler dire che egli può non seguire un ordine del comandante in capo, se non è di suo gradimento. Quando esattamente i capi militari hanno cominciato a credere che gli ordini sono opzionali o che il DOD ha ricevuto un ruolo da giocare nella definizione politica? Qui c’è di più dal NYT:
“Il divario tra Kerry e il signor Carter riflette il conflitto insito nella politica della Siria di Obama. Il presidente è politicamente finito sotto un aumento di fuoco incrociato per il suo rifiuto di intervenire con più forza nella guerra civile di cinque anni, che le Nazioni Unite dicono abbia ucciso più di 400.000 persone, sfollate più di sei milioni e portato alla crisi dei rifugiati in Europa. Ma mantenere un gran numero di forze di terra statunitensi fuori dalla Siria ha creato anche spazio alla Russia per assumere un ruolo più importante lì, sia sul campo di battaglia che al tavolo dei negoziati …" 
Il risultato è che nel momento in cui gli Stati Uniti e la Russia si oppongono in una posa più combattiva dalla fine della Guerra Fredda, all’esercito USA è improvvisamente detto che esso, in una settimana, potrebbe dover avviare la condivisione di intelligence con uno dei suoi più grandi avversari per colpire congiuntamente le forze dello Stato islamico e il Fronte di al-Nusra in Siria.
“Rimango scettico su qualunque cosa che si possa fare con i Russi,” ha detto lunedì in un’intervista il Gen. Philip M. Breedlove, che recentemente si è dimesso come comandante supremo alleato della NATO. “Ci sono un sacco di preoccupazioni nel mostrare dove sono le nostre risorse e il nostro personale.” (New York Times)

Così il falco-da-guerra Supremo, Ash Carter, ed i suoi colleghi russofobi vogliono intensificare il conflitto, espandere l’impronta militare americana in Siria, e confrontarsi direttamente con la Russia. Essi non approvano la politica del presidente, così stanno facendo tutto il possibile per silurare l’accordo del cessate-il-fuoco. Ma perché ora, dopotutto, il cessate-il-fuoco è cominciato cinque giorni fa? Se Carter e Company hanno ravvisato nella cessazione delle ostilità una minaccia in quanto tale, perché non hanno agito prima?
C’è una spiegazione semplice per questo. Il vero pericolo non era il cessate il fuoco in sé, ma le parti dell’accordo che hanno richiesto all’esercito degli Stati Uniti di lavorare in collaborazione con l’Aeronautica russa per sconfiggere le organizzazioni terroristiche che operano in Siria, vale a dire al-Nusra e ISIS. Questa è la parte della transazione a cui il Pentagono si è opposto apertamente, e questa è la parte del gioco che è stata impostata per essere implementata lunedi 19 settembre, meno di 48 ore dopo gli attacchi di sabato. Ora il futuro dell’accordo è fortemente in dubbio, il che è esattamente ciò che Carter e i suoi generali volevano. Ecco un po' più di retroscena dai commenti di Churkin [del] sabato:
“È stato molto significativo e non accidentale che (l’attacco) sia avvenuto solo due giorni prima che gli accordi russo-statunitensi dovessero entrare in vigore pienamente …
"Lo scopo del gruppo di attuazione congiunta è quello di consentire un coordinamento allargato tra gli Stati Uniti e la Russia. I partecipanti devono lavorare insieme per sconfiggere al-Nusra e Daesh all’interno del contesto di rafforzare la cessazione delle ostilità e nel sostegno al processo di transizione politica delineata nel Consiglio di sicurezza 2254. Questi sono stati accordi molto importanti che, a nostro avviso, potrebbero davvero rappresentare un cambiamento del gioco e coadiuvare grandemente i nostri sforzi per sconfiggere al Nusra e ISIL, creando anche le condizioni migliori per il processo politico … 
"Il giorno di attuazione era fissato per il 19 di settembre, quindi, se gli Stati Uniti volevano attaccare ISIS o al Nusra, avrebbero potuto aspettare due giorni e coordinare quegli attacchi insieme ed essere sicuri di colpire le persone giuste … Si può solo concludere che l’attacco aereo è stato condotto al fine di far deragliare i lavori del Gruppo di Lavoro Riunito (JIG – Joint Implementation Group) e di fatto impedire che venga messo in moto.“ (Vedere il video sopra per intero)

Il motivo per cui Mosca vede il “coordinamento allargato tra Stati Uniti e la Russia” come un “cambio di gioco” è perché né Putin né i suoi consiglieri ritengono che la guerra possa essere vinta militarmente. Ecco perché Putin ha ridotto la presenza militare della Russia in Siria nel mese di dicembre. Voleva ridurre le tensioni e creare opportunità per i negoziati. Mosca si rende conto che non ci sarà mai una soluzione al conflitto a meno che i principali partecipanti si impegnino a una soluzione politica. È per questo che Putin sta facendo tutto quanto in suo potere per attirare gli Stati Uniti in un accordo in cui Mosca e Washington condividono responsabilità di sicurezza. Questo è l’obiettivo del cessate il fuoco, per creare una situazione in cui entrambe le superpotenze sono nella stessa squadra, coinvolte nello stesso processo, e lavorando verso lo stesso obiettivo.
Sfortunatamente, i falchi del Pentagono e i loro alleati nell’establishment politico degli Stati Uniti e nella comunità di intelligence, non vorrebbero nulla di tutto ciò. Gli obiettivi dei falchi, degli interventisti liberali e dei neocon sono gli stessi come lo sono stati fin dall’inizio. Vogliono rovesciare Assad, frantumare la Siria in più parti, installare un fantoccio US a Damasco, controllare i corridoi critici degli oleodotti dal Qatar alla Turchia e infliggere una sconfitta umiliante alla Russia. Per questo gruppo, qualsiasi intreccio o la cooperazione con la Russia mina solo il loro obiettivo finale di escalation del conflitto: il rinforzo della loro presa sul Medio Oriente e il calo di influenza russa.
Questo è ciò che rende l’attacco senza precedenti contro le posizioni dell’esercito siriano così sospetto; è perché si presenta come un estremo tentativo di un disperato gruppo di ribelli del Pentagono per interrompere il cessate il fuoco e impedire a Washington di fare squadra con Mosca nella lotta contro l’estremismo militante. Quanto alla questione se gli attacchi fossero “intenzionali” o meno; l’analista militare Pat Lang ha postato un bocconcino illuminante sul suo sito Sic Semper Tyrannis quel sabato:
“Lo SAA (Esercito Siriano arabo) ha occupato queste posizioni per sei mesi o giù di lì. Presumibilmente la sorveglianza satellitare statunitense e gli analisti SIGINT sono rimasti a osservarle per tutto il tempo, producendo sovrapposizioni di mappe che mostrano chi si trova dove in ogni dettaglio. Questi documenti sarebbero ampiamente disponibili soprattutto per le unità aeree e i loro ufficiali che si occupano di selezionare gli obiettivi [NdT: targeteers]. La coalizione aerea guidata dagli Stati Uniti non ha colpito in precedenza nella zona di Deir al-Zor.”
Quindi, sì, gli attacchi avrebbero potuto essere un “errore”, ma le probabilità che lo siano sono estremamente basse. La spiegazione più probabile è che l’ordine per l’attacco sia venuto dai più alti livelli di comando, probabilmente Ash Carter stesso, la cui determinazione di far deragliare l’accordo del cessate-il-fuoco di Obama-Putin potrebbe essere stato l’impulso per il bagno di sangue selvaggio che ha avuto luogo sabato a Deir al-Zor.
È impossibile esagerare l’importanza dello scontro tra il DOD e la Casa Bianca. La resistenza alla politica di Obama in Siria è improvvisamente degenerata in aperta ribellione tra i membri dissidenti della gerarchia militare e i rappresentanti eletti dal popolo. Il tragico attentato a Deir al-Zor è probabilmente solo la prima schermaglia in questa nuova guerra. Ci aspettiamo che ci saranno più scontri nei giorni a venire.

MIKE WHITNEY vive nello stato di Washington. Ha contribuito a Hopeless: Barack Obama e la politica dell’Illusione (AK Press). Hopeless è disponibile anche in edizione Kindle. Può essere contattato tramite [email protected] 

Fonte originale: www.counterpunch.or

Fonte: Comedonchisciotte

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