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La risonanza energetica del lavoro

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Tutto è energia, dall'infinitamente piccolo alle grandezze astronomiche, dai pensieri alla materia, dalle singolarità alle membrane multidimensionali; tutto è energia in continuo movimento, trasformazione, respiro. L'atto dell' "Inflazione" o dilatazione e contrazione di ogni sistema conosciuto, è forse quello che più di ogni altro puo' essere identificato come risultante dell'energia.

 

LA LEGGE UNIVERSALE DI ATTRAZIONE – Parte Quarta – Lavoro e Coscienza

Questa forza, che può costruire come distruggere, ma mai annullarsi, avvolge il nostro pianeta in una serie di forme geometriche, dai quadranti alle ellissi ai cerchi a figure piuù complesse come spirali e toroidi. L'essere umano, che vive all'interno di queste griglie "invisibili" in continua vibrazione, avverte su di sè la pressione esercitata dall'energia. Per molti questa è' una dinamica inconsapevole, inconscia se vogliamo usare un termine psicoanalitico; per altri invece è uno stimolo alla crescita interiore e all'esplorazione di sé. Ma, che sia un atto consapevole o meno, l'uomo reagisce a questa incessante vibrazione energetica attraverso la proiezione di idee e pensieri. È stato osservato come in corrispondenza di luoghi particolarmente oscuri e a bassa frequenza energetica i pensieri tendono ad essere negativi, mentre in un ambiente con una vibrazione più elevata viene più facile avere idee creative e sensazioni positive.

I passaggi che ho appena descritto costituiscono la base per la materializzazione, sul piano fisico, di idee e pensieri, che rispondono alla frequenza energetica producendo un surplus di energia chiamato "lavoro".

In questo senso l'uomo traduce sul piano fisico quella risposta energetica necessaria a bilanciare l'assorbimento subito dal sistema che lo circonda. Infatti non sarebbe possibile incamerare energia all'infinito senza in qualche modo ridistribuirla. Possiamo pero' spingere il concetto di lavoro ancora più avanti o, se vogliamo, più internamente, verso quella componente misteriosa del nostro corpo trinitario che è responsabile di pulsioni incontrollate e istintive: l'ego.

Il lavoro diventa pertanto anche un modo per controllare il nostro ego, attraverso una "valvola di sfogo" che si attiva quando raggiungiamo un certo livello di sovraccarico "emotivo" (energetico): troppo stress, troppa gioia, troppe preoccupazioni, troppo amore. Da un estremo all'altro dello spettro emotivo, sentiamo il bisogno di rilasciare energia. In questi casi le idee trovano la loro massima espressione nelle grandi opere, in una grande produttività, in risultati e performance spettacolari. Penso non solo agli artisti, per i quali questo principio sembra trovare assoluta concordanza, ma anche ai lavori tecnici, tecnologici, scientifici e artigianali.

 

 

Esistono infatti vari livelli di lavoro, ognuno con proprie caratteristiche e fattispecie, ognuno con il proprio grado di difficoltà, di resilienza alla tensione, di flessibilità o durezza. Che venga utlizzato l'emisfero sinistro o quello destro o entrambi, il lavoro ha tuttavia un'unica origine e un unico output: energia. E, se accettiamo questo, esso ha anche una propria legge fondamentale, quella universale di attrazione.

La bellezza della nostra realtà è infatti quella della frammentazione energetica in forme infinite, su livelli infiniti di pensieri, dimensioni, frequenze. Ma, allo stesso tempo, tale frammentazione conserva un filo indistruttibile con la sua origine, un "cordone ombelicale" che ci permette di rimanere collegati, seppur liberi di esprimerci in ogni modo possibile. Possiamo vedere la Legge di Attrazione come un'emanazione di questo filo, in continuo movimento, in continua trazione (come la corda dei pitagorici, in continua "vibrazione"), che attende solo un nostro impulso per offrirci in dono una nota, una scala musicale, una sinfonia. Ma l'impulso deve partire da noi, dotati di libero arbitrio, noi che con la nostra volontà e desideri possiamo focalizzarci su un pensiero, inviarlo all'origine, e beneficiare della particella musicale che abbiamo fortemente voluto.

 

 

Due esempi pratici possono descrivere come la Legge di Attrazione si rende "fattuale" nel mondo del lavoro: nel primo caso una persona vede il lavoro come una grande fonte di stress. L'individuo è convinto che non potrà mai cambiare la sua dimensione reale, ma la spinta alla redistribuzione energetica lo fa muovere in ogni caso, immettendolo in un circolo vizioso (un cerchio) che ruota in accelerazione continua (perchè il tempo tende ad accelerare man mano che viene immessa energia e le particelle si sdoppiano). Questo stress porta fatalmente ad uno stato di depressione che nutre la sua parte egoica, indifferente, ossessiva. L'output energetico in questo caso produce delle frequenze estremamente basse cui la Legge di Attrazione risponde con lo stesso tipo di energia, ma moltiplicato esponenzialmente (la cosiddetta "Legge di Murphy" può dare un'idea semplicistica di questa dinamica).

Nel secondo caso la persona è soddisfatta del proprio lavoro, non sente il peso del suo "sforzo" energetico e anzi e' stimolata a dare di piu'. Questo stimolo, sia che parta dal soggetto stesso o dall'incoraggiamento o apprezzamento di altri, porta a formare un'orizzonte radiale (una spirale) che può salire o scendere. Nel primo caso si ha un lavoro costruttivo, nel secondo uno distruttivo, ma in nessuno dei due casi fermo sul proprio piano. L'ego quindi non viene "viziato" e puo' essere piu' facilmente controllato perché ha più possibilità di redistribuzione energetica. Nel caso della spirale ascendente, è quasi naturale che il lavoro abbia come fine quello di rendere un servizio agli altri, cioè di condividere la propria energia con quella dell'universo. In questo caso la Legge di Attrazione riceve massima risonanza e risponde allo stesso modo, ma esponenzialmente, offrendo sul piano materiale tutti gli elementi per il successo e la piena realizzazione di sè.

 

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