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La piaga dei campi elettromagnetici – Parte 2

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L’inevitabile conclusione di queste scoperte è che l’epidemia, verificatasi nel ventesimo secolo, delle cosiddette malattie della civiltà – tra cui patologie cardiovascolari, cancro, diabete e persino suicidio – è stata provocata dall’elettrificazione e dalle nostre risposte biologiche a essa. Gran parte di queste malattie, dunque, potrebbe essere prevenibile.

— Samuel Milham, MD, Dirty Electricity (Elettricità sporca) (49)

 

L’Occidente ha adottato il modello sbagliato

Tutti vengono colpiti a livello biologico dai campi elettromagnetici (CEM), dai neonati ai produttori e a coloro che fanno di tutto quel per impedire un cambiamento di politiche, andando contro il principio precauzionale della sanità pubblica: “Per prima cosa, non nuocere”.

La Russia e i paesi dell’Europa orientale sono stati in prima linea nella ricerca sui CEM per decenni, applicando criteri di esposizione a essi più severi rispetto all’Occidente e alla maggior parte dei paesi europei. (50)
Gli attuali orientamenti e limiti di sicurezza per i CEM adottati dai governi della maggior parte dei paesi occidentali sono stati sviluppati dall’industria a partire da ricerche obsolete sugli effetti termici, ossia sugli effetti a breve termine, e sul riscaldamento istantaneo, ovvero il riscaldamento di tessuti come in un forno a microonde. “Se non ti riscalda, non ti fa male”.
La tesi secondo cui i CEM non producono effetti biologici avversi non è più valida, perché tali effetti sono stati documentati a livelli ben più bassi di quelli in grado di riscaldare tessuti corporei.
Gli attuali limiti di sicurezza basati sugli effetti termici non tengono conto degli effetti biologici non termici, ossia dell’effetto cumulativo della costante esposizione a molteplici fonti di CEM per tutto il giorno e tutta la notte.

Per esempio, le linee guida per l’esposizione ai campi magnetici con frequenze molto basse (Extra-Low-Frequency Magnetic Field o ELF MF) di un paese possono essere pari a 1.000 mG per unità per il pubblico e a 5.000 mG per unità (campo magnetico misurato con un gaussmetro) per i contesti professionali. Secondo dei rapporti investigativi, le misurazioni eseguite ricadono all’interno delle linee guida e dei limiti di sicurezza correnti, che sono fatti per proteggere non tanto dai rischi di cancro quanto piuttosto dagli shock e dalle bruciature. In termini pratici, questo significa che si può essere esposti a 999 mG per unità e il rapporto dirà che l’esposizione rispetta le linee guida o i criteri di sicurezza. (51) Il Bioinitiative 2012 Report, che affronta gli effetti biologici, raccomanda esposizioni non superiori a 1 mG (0,1 microtesla [μT]). (52)

Nel giugno del 2001 gli ELF EMF sono stati classificati come agenti cancerogeni di Gruppo 2B da parte dell’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (AIRC). (53) L’AIRC “ha concluso che i campi magnetici con frequenze molto basse possono essere cancerogeni per gli esseri umani, in base ad associazioni statistiche costanti di campi magnetici residenziali ad alto livello con un raddoppiamento del rischio di leucemia infantile”. (54)

Riguardo ai campi elettromagnetici delle radiofrequenze (RF EMF), dal 2007 cinque studi sulle radiazioni delle radiofrequenze a livello di ripetitori per cellulari, a intensità variabili da meno di 0,001 μW/cm2 a 0.05 μW/cm2, hanno riferito di “mal di testa, difficoltà di concentrazione e problemi comportamentali nei bambini e negli adolescenti, nonché disturbi del sonno, mal di testa e problemi di concentrazione negli adulti”. (55)
Nel Bioinitiative 2012 Report il dottor Martin Blank fa diverse affermazioni, tra cui le seguenti:

  • Il meccanismo implica l’interazione diretta dei campi elettromagnetici con la molecola di DNA (le affermazioni secondo cui non esistono meccanismi d’interazione noti sono palesemente false)”;
  • I CEM stimolano le proteine dello stress (il che indica un attacco contro la cellula)”;
  • e “I CEM danneggiano le cellule a livelli un miliardo di volte più bassi rispetto al riscaldamento convenzionale”. (56)

Secondo l’Environmental Health Trust, la fondazione per la salute ambientale guidata dall’epidemiologa Devra Davis, centinaia di studi, se non migliaia, dimostrano l’esistenza di effetti negativi per la salute provocati dall’esposizione a campi elettromagnetici, come mal di testa, danni allo sperma e molti tipi di cancro, compreso quello cerebrale. Erano questi “i tipi di studi che hanno spinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a dichiarare le radiazioni a radiofrequenza [Radio Frequency Radiation o RFR] un (possibile) agente cancerogeno di Gruppo 2B” nel 2011. (57)

Molti esperti stanno chiedendo l’eliminazione degli interessi particolari che hanno infiltrato le organizzazioni istituite per proteggerci. (58) Secondo alcuni esperti, la classificazione dell’AIRC per i RF EMF andrebbe aggiornata ad agenti cancerogeni di Gruppo 1, in linea con il lavoro del dottor Lennart Hardell, (59) basato su dati scientifici, (60) sullo studio sui casi di cancro svolto presso la Scuola Media La Quinta (61) e sulle differenze statistiche rispetto agli Amish che vivono senza elettricità. (62). L’attuale andamento del cancro tra gli Amish è simile a quello della mortalità per cancro dei residenti delle comunità rurali degli Stati Uniti prima che le loro abitazioni venissero dotate di energia elettrica. (63)
Oggi molti scienziati dell’OMS, che hanno prestato servizio come consulenti dell’AIRC sulle radiazioni a radiofrequenza per il gruppo di lavoro del 2011, nonché altri esperti di campi elettromagnetici affermano che, secondo ulteriori prove scientifiche, le radiazioni senza fili dovrebbero venire riclassificate quali “probabili” agenti cancerogeni per l’uomo di Gruppo 2A. (64)

Indipendentemente dal fatto che i campi elettromagnetici a radiofrequenza vengano portati a una classificazione da Gruppo 1 o Gruppo 2A, preoccupa il fatto che ormai siamo continuamente immersi, giorno e notte, in un mare di esposizione ai CEM, a differenza di quanto accade con le radiazioni ionizzanti. Non tutti sono esposti a radiazioni ionizzanti, come quelle provenienti da radiografie, mammografie, TAC, fallout di bombe nucleari, e di certo non ogni giorno e ogni notte. L’esposizione alle radiazioni ionizzanti è cumulativa, ed è stata introdotta una Smart Card per monitorare i dosaggi di radiazioni dei pazienti. Il primo convegno dedicato allo Smart Card Project si è tenuto a Vienna nel 2009. (65)
Anche l’esposizione ai campi elettromagnetici è cumulativa, e nessuno sa quale sia il proprio punto critico a livello di campi elettromagnetici. La risoluzione di Copenhagen del 2010 e l’Appello scientifico del 2015 sui CEM richiedevano l’istituzione di “Zone Bianche” (ovvero delle zone prive o quasi di radiazioni e di campi elettromagnetici). (66)

Le radiazioni da cellulare provocano il cancro

Nel 1995 Henry Lai e Narendra Singh dell’Università di Washington, a Seattle, hanno riportato sulla rivista BioElectroMagnetics che i campi elettromagnetici a radiofrequenza erano in grado di danneggiare il DNA nelle cellule cerebrali dei ratti. Nel loro studio, avevano utilizzato un frequenza di 2.450 MHz (2,45 GHz), (67), (68)
Da allora, scoperte provenienti da altri studi hanno indicato un collegamento tra l’uso a lungo termine di telefoni mobili e tre tipi di tumori: glioma, neuroma acustico e tumori della ghiandola parotide. La parotide, la ghiandola salivale più grande, è situata vicino alla mascella e all’orecchio, dove di solito vengono tenuti i telefoni mobili durante l’utilizzo.
Nel maggio del 2016, il Programma Nazionale di Tossicologia americano (National Toxicology Program o NTP) ha pubblicato un primo rapporto (69) con risultati parziali dello studio corrente sulla cancerogenicità dei campi magnetici delle radiofrequenze in ratti e topi maschi e femmine. Gli alti dirigenti hanno ritenuto necessario pubblicare i risultati come un imperativo di salute pubblica. Le scoperte del NTP dimostrano che all’aumento d’intensità delle radiazioni corrispondeva un aumento dell’incidenza di cancri: rari tumori cerebrali (gliomi) e tumori nervosi (schwannomi). Nessuno degli animali non esposti ha sviluppato i suddetti tumori. (70) Il neuroma acustico è un tipo di schwannoma. Questi due tipi di cancro, glioma e schwannoma, sono stati rinvenuti in studi umani sull’uso dei cellulari. (71) In relazione alla ghiandola parotide, un ratto non tiene un telefono mobile vicino alla testa!

Il dottor Ron Melnick, ex tossicologo e direttore dei Programmi speciali all’interno del Programma di Tossicologia Ambientale presso il National Institute of Environmental Health Sciences (NIEHS) dei National Institutes of Health (NIH) statunitensi, era alla guida del team che progettò lo studio del NTP. In merito ai risultati del progetto, il dottor Melnick sostiene che

“dovrebbero mettere a tacere la vecchia tesi secondo cui le radiazioni da radiofrequenze non possono provocare danni al DNA". (72)

Egli afferma, inoltre, che

“si tratta di un grosso problema di salute pubblica, perché le cellule divenute cancerose nei ratti erano dello stesso tipo di quelle che, secondo quanto riportato negli studi epidemiologici sul cellulare, si sono trasformate in tumori. Sarebbe davvero sorprendente se questa fosse una coincidenza casuale”. (73)

E aggiunge:

“Il NTP ha testato l’ipotesi secondo cui le radiazioni da cellulare non potrebbero provocare effetti sulla salute, e tale ipotesi è stata confutata. L’esperimento è stato eseguito e, dopo ampie revisioni, l’opinione generale è che ci fosse un effetto cancerogeno.” (74)

I ricercatori hanno controllato la temperatura degli animali per prevenire gli effetti di riscaldamento, e perciò i tumori sono stati provocati da un meccanismo non termico. I segnali dello studio del NTP erano fatti in modo da imitare l’esposizione umana alle radiazioni da telefono mobile. (75)
Secondo il dottor Melnick,

“ogni agente cancerogeno per l’uomo che si conosca, quando è stato adeguatamente testato, ha prodotto tumori in animali. Gli animali vengono usati come modelli negli studi di tossicità e di cancerogenicità perché non è etico esporre intenzionalmente degli esseri umani ad agenti che potrebbero provocare effetti nocivi per la salute come il cancro, che ha un lungo periodo di latenza tra l’esposizione e la manifestazione della malattia”. (76)

Le conclusioni dell’Appello scientifico internazionale sui CEM in merito allo studio del NTP secondo cui i telefoni cellulari provocano il cancro affermano quanto segue:

“Questo studio da 25 milioni di dollari, effettuato dal governo americano, supporta quel che affermiamo nell’Appello scientifico internazionale sui CEM, ossia che bisognerebbe adottare un approccio precauzionale e stabilire delle linee guida per una minore esposizione ai campi elettromagnetici.” (77)

Nel suo libro Dirty Electricity, il dottor Samuel Milham prende in esame il primo studio a lungo termine e a basso livello sull’esposizione degli animali a microonde non termiche condotto negli Stati Uniti. Nel 1984 lui stesso partecipò a una riunione della Bioelectromagnetics Society in cui un gruppo di ricerca dell’Università di Washington, Seattle, guidato dal dottor William Arthur Guy, presentò i risultati di uno studio da 4,5 milioni di dollari condotto per l’Air Force statunitense. Una delle diapositive mostrava 18 cancri nei 100 ratti esposti, ma soltanto cinque nei 100 esposti per finta del gruppo di controllo. Un rapido calcolo disse al dottor Milham che era “molto improbabile” che questa differenza si fosse “verificata per caso”. Nell’esperimento, le esposizioni erano a livelli non termici di radiofrequenze pulsate e modulate a frequenze di microonde (2.450 MHz). Secondo Milham, ancora oggi il gruppo in questione, nella sua interpretazione, rifiuta di riconoscere che “questo studio ben condotto dimostrava che l’esposizione a radiofrequenze di microonde è un potente agente cancerogeno per gli animali”. (78)

 

La minaccia dei CEM e dell’elettricità sporca

Come sottolinea il dottor Milham,

“dal 1900 si è verificato un graduale aumento dei tassi di mortalità del cancro, delle malattie cardiovascolari, del diabete e del suicidio, le cosiddette malattie della civiltà. Ciò in netto contrasto con la graduale diminuzione del tasso di mortalità per qualsiasi causa, che rifletteva un controllo sempre maggiore sulle malattie infettive”. (79)

Nella prefazione al suo libro Dirty Electricity, il dottor Milham spiega quanto segue:

“Quando, intorno al 1880, cominciò a cablare New York City con un sistema di distribuzione elettrica a corrente continua, Thomas Edison ci regalò la magia della luce elettrica e del calore, ma aprì anche, senza volerlo, un vaso di Pandora di malattie e decessi inimmaginabili”. (80)

Nel 1893, Nikola Tesla dimostrò il primo sistema di alimentazione a corrente alternata per la distribuzione di elettricità, che sarebbe diventato predominante in tutto il mondo.
All’inizio del ventesimo secolo, le prime persone a patire le conseguenze negative dei CEM furono gli installatori di linee telegrafiche e le centraliniste telefoniche. Nel 1907, le centraliniste della Bell scioperarono a Toronto, in Canada, a causa della loro misteriosa malattia. Tra i sintomi si registravano disturbi nervosi (nevrastenia o astenia nervosa), depressione, estrema ansia, spossatezza, convulsioni, perdita di sensi, esantemi e numerosi altri problemi. Dopo la Seconda guerra mondiale, con l’uso sempre maggiore di frequenze radio e microonde, negli anni Cinquanta gli operatori radar soffrivano di sintomi simili a quelli delle centraliniste, sintomi che vennero chiamati “malattie da onde radio o microonde”. (81)

Osserva il dottor Milham:

“Molto di recente, nuove ricerche indicano che quasi tutte le piaghe umane emerse nel ventesimo secolo – come la comune leucemia linfoblastica acuta nei bambini, il cancro al seno femminile, il melanoma maligno e l’asma – possono essere ricollegate a qualche aspetto del nostro uso dell’elettricità.” (82)

Per esempio in Svezia, prima del 1960, il livello di asma era essenzialmente pari a zero o molto basso. Secondo le statistiche, intorno al 1960 si verificò un drastico cambiamento delle condizioni ambientali e il tasso di asma aumentò nettamente, come quello del tumore cutaneo melanoma. (83) In effetti, nel 1955 vennero introdotti trasmettitori radiofonici e televisivi per consentire la ricezione delle onde radio FM e della tv. (84)
Nel condurre la sua ricerca nel corso di vari decenni, il dottor Milham ha notato “una forte correlazione positiva tra l’elettrificazione residenziale e la mortalità di alcuni cancri che colpiscono gli adulti, tra cui il tumore al seno nella donna, nelle statistiche relative agli anni Trenta e Quaranta” (85)…

Continua….

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