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La misteriosa “valle della morte” siberiana – Parte 3

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Esiste una sofisticata tecnologia, attiva sulla Terra da tempi antichissimi, in grado di distruggere, prima che giungano al suolo, meteoriti il cui impatto sarebbe catastrofico per il nostro pianeta? Riscontri di varia natura e rapporti di testimoni oculari indicano che il meteorite di Tunguska del 1908 fu distrutto da "sfere terminator" guidate scientemente che impiegarono una tecnologia in grado di compensare le forze esplosive…


– Continua dalla prima e dalla seconda parte



Torniamo al 30 giugno 1908 e valutiamo quanto accadde attraverso quello che videro i testimoni. Nel suo complesso l'evento osservato si svolse grosso modo secondo il seguente schema. Verso le 7.15 il meteorite si spostava seguendo una traiettoria sudest-nordovest. A Preobrazhenka, 1. M. Volozhin vide "una fascia di fumo che emetteva fuoco" attraversare il cielo; era il meteorite che si precipitava rumorosamente verso la Terra.

1. La generazione e il lancio delle "sfere terminator"

La gente dell'area di Kirensk riferì:

…A nord-ovest comparve una colonna infuocata, a forma di lancia e di circa quattro sagen [circa 6 metri] di diametro. Una volta scomparsa, si udirono cinque forti e secche detonazioni, come colpi di cannone, distinte e a breve distanza le une dalle altre…

Dalla stazione commerciale di Teteria furono avvistate "colonne di fuoco" in direzione nord. Anche in altri luoghi (Kezhma, Nizhne-Ilimsk, Vitim), che non si trovano lungo un'unica direttrice, si osservarono "colonne di fuoco".

2. Bagliore rosso durante la generazione delle sfere prima dell'esplosione

L'emersione dei terminator in superficie costituisce la fase di maggiore intensità energetica e fa sì che le "colonne di energia" e i "terminator" producano un'intensa luce bianca, analoga a quella prodotta nel processo della saldatura. L'intensità della luce era tale che gli osservatori avevano l'impressione che tutto fosse sbiadito o diventato scuro. Poi, dopo l'emersione di un "terminator", il livello energetico del processo mutava (diminuiva) in modo tale che le "colonne di energia" e i "terminator" volgevano al rosso, illuminando l'area dell'esplosione a venire. Maxim Kainachenok, un Evenk cinquantenne intervistato a Vanavara, ebbe a dire:

…I miei genitori si erano fermati sul Segochamba, dove la terra tremava e rimbombavano i tuoni. Prima comparve la tonalità rossa, poi vi fu il tuono. La tonalità rossa era distante da Vanavara. Nel momento in cui il meteorite cadeva, zio Axenov uscì ad accudire la renna e disse che al di sopra del sito dell 'esplosione prima tutto divenne nero, poi rosso, e quindi sentirono il tuono…

La settantacinquenne Anna Yelkina, una donna Evenk che viveva a Vanavara, confermò l'evento:

Al mattino presto…poco più in su rispetto al sole, ci fu un rombo di tuono. Su, in alto. L'intero cielo era rosso, e non solo il cielo: tutto quel che c 'era intorno era rosso — la terra e il cielo. Poi vi fu un potente tuono. Un suono come di campana, come di gente che colpisse un pezzo di ferro. Il tuono durò per circa mezz'ora…

3. Le traiettorie dei "Terminator"

Immediatamente dopo la comparsa delle colonne di luce (energia), nel cielo apparvero splendenti "sfere terminator" che iniziarono a dirigersi verso il sito dell'esplosione. Come molte migliaia di altre persone intervistate, N. Ponomarev del villaggio di Nizhne-Ilimsk riferì:

Alle 7.20 vicino a Nizhne-Ilimsk si udì un forte rumore che si tramutò in scoppi di tuono… Alcune case furono scosse dai colpi. Molti videro che prima del tuono "un qualche corpo infuocato simile a un tronco " si precipitava con fracasso al di sopra del terreno da sud verso nord-ovest. Subito dopo giunse lo schianto, e nel luogo in cui il corpo infuocato era svanito comparve il "fuoco", e poi "fumo"…

K. A. Kokorin, abitante del villaggio di Kezhma, intervistato nel 1930 da Ye. L. Krinov, riferì:

Tre o quattro giorni prima di quello di San Pietro, non più tardi delle 8 del mattino udii dei suoni simili a colpi di cannone. Mi precipitai immediatamente nel cortile, che dà a ovest e a sud- ovest. In quel momento i suoni continuavano, volsi lo sguardo verso sud-ovest e, a circa metà altezza fra lo zenith e l'orizzonte, vidi una sfera rossa che volava; ai lati e dietro di essa si distinguevano delle scie multicolori.

Nello stesso momento a Kirensk la gente osservava una palla rossa infuocata in direzione nord-ovest, che secondo alcuni resoconti si spostava lungo un asse orizzontale, mentre secondo altri precipitava a picco.
Nei pressi delle Rapide Mursky (vicino al villaggio di Boguchany) ci fu un lampo di luce bluastra e un corpo infuocato, considerevolmente più grande del sole, sfrecciò da sud lasciando una consistente scia luminosa…

4. L'intercettazione del meteorite

L'intercettazione del meteorite fu opera di un "terminator" che lo colpì dall'alto onde ridurne bruscamente la velocità originaria. Questa attività liberò una colossale quantità di energia che, combinata con quella del "terminator", fuse letteralmente la materia del meteorite stesso.

Nel rapporto del corrispondente S. Kulesh, pubblicato il 2 luglio (vecchio calendario) 1908 sul giornale di Irkutsk Sibir, leggiamo:

La mattina del 17 (30) giugno, nel villaggio di Nizhne-Kerelinskoye (a circa 200 verst [215 chilometri] a nord di Kirensk) i contadini hanno visto in direzione nord-ovest e abbastanza alto rispetto al- l'orizzonte un corpo risplendente di una luce bianco-bluastra di eccezionale intensità (non si riusciva a fissarla) che si è spostato verso il basso per una decina di minuti… Una volta raggiunto il suolo (la foresta), il corpo splendente si è apparentemente fuso. Al suo posto si è formata un 'immensa nube di fumo nero e si è udito un rumore (non un tuono) eccezionalmente fragoroso, co-me massi che cadevano o colpi di cannone. Tutti gli edifìci hanno tremato. Al contempo dalla nube ha cominciato a scaturire una fiamma di forma indeterminata…

Segue il resoconto di S. B. Semionov, che si trovava nel villaggio di Vanavara, a 100 chilometri dal sito del disastro:

… Improvvisamente, a nord, il cielo si aprì ed in esso comparve il fuoco, alto ed esteso al di sopra degli alberi, che occupava l'intero settore nord del cielo stesso. In quel momento provai una forte sensazione di calore, come se la casacca che indossavo avesse preso fuoco. Volevo urlare e togliermela di dosso, ma a quel punto [il cielo] si richiuse con un botto tremendo, al che fui scaglialo a terra per una distanza di tre sagen. Quando il cielo si aprì, oltre le case infuriò un vento caldo, come emesso da un cannone, che lasciò sul terreno tracce simili a scanalature e che danneggiò le cipolle giunte a maturazione. Quindi risultò che molti vetri delle finestre erano in franti, così come il fermaglio di ferro della porta del fienile…

P. P. Kosolapov, che in quel momento si trovava accanto a Semionov, pur non notando alcun fenomeno luminoso, si sentì bruciare le orecchie. A cinquanta chilometri dal luogo dell'esplosione i vestiti della gente bruciarono senza fiamma a causa di un insopportabile calore che, proveniente da qualche parte della fredda taiga, a un tratto li investì. A sessanta chilometri di distanza nessuno riuscì a mantenersi eretto. A seicento chilometri di distanza il lampo offuscò il sole.

Forze esplosive compensative

Gli abitanti della zona, interrogati dagli scienziati che indagavano sull'esplosione di Tunguska, asserirono che un istante prima del terribile lampo alberi, yurt (le tende dei nomadi) ed interi appezzamenti di terreno delle colline furono scagliati in aria, mentre nei fiumi le onde procedevano controcorrente. Queste osservazioni costituiscono un indizio diretto che quanto accadde fu un'implosione nel vuoto, che risucchiò ogni cosa verso il proprio centro, mentre aveva al contempo una componente che operava nella direzione opposta, dato che gli alberi in corrispondenza degli epicentri delle esplosioni caddero verso l'esterno del centro. Questa differenza di direzioni allude all'impiego di una tecnologia di compensazione delle forze esplosive! I resoconti di una serie di testimoni compongono il quadro di una distribuzione ben ordinata della pressione derivante dall'onda d'urto dell'esplosione.
I materiali di ricerca e le interviste contengono una considerevole quantità di fatti trascurati dagli specialisti — ad esempio, indicazioni che i colpi, il rumore e i bagliori che accompagnavano le esplosioni venivano descritti dai testimoni in quanto terribili oppure irrilevanti (a stento percepibili), nonostante il fatto che le persone e gli insediamenti da cui abbiamo ricavato i resoconti si trovassero a breve distanza fra loro.
Nei loro resoconti molti testimoni che si trovavano relativamente vicini al luogo dell'esplosione asseriscono di non aver percepito alcuno scoppio né scosse telluriche, mentre in alcuni insediamenti a 600 chilometri di distanza dall'epicentro le case sobbalzarono, le vetrate delle finestre andarono in frantumi e le pareti delle stufe sì creparono!
In altri termini, la principale onda d'urto dell'esplosione venne in qualche modo compensata in modo tale che il minor numero di persone avesse a subirne gli effetti, seppure si dimostrò impossibile evitare vittime fra gli animali (le renne morirono a migliaia) e le persone; non tutti diedero retta ai moniti degli sciamani e abbandonarono l'area.

Non era la prima volta che i ricercatori si erano imbattuti nell'impiego di tecnologia per la compensazione di forze esplosive. I processi e le conseguenze dell'esplosione di Tunguska recano una certa somiglianza con l'esplosione che si verificò il 12 aprile 1991 a Sasovo, a circa 500 chilometri di distanza da Mosca. Approfondite ricerche hanno indicato che in entrambi i casi la principale energia dell'onda d'urto e le conseguenze di esplosioni di tremenda estensione ed intensità furono trasferite in un diverso spazio (dimensione)!
Uno specifico indicatore dell'uso di tecnologia volta a compensare forze esplosive è un caratteristico suono che precede e segue la fase della detonazione principale. Sia nelle esplosioni a Tunguska che a Sasovo (nel secondo caso lasciò un cratere di 28 x 3,5 metri proprio al centro della città), il fragore dell'esplosione stessa venne preceduto e quindi si tramutò nuovamente in un suono che un testimone dell'esplosione di Tunguska ha descritto come "simile al suono del vento, che procedeva da nord verso sud". Altri lo descrissero come il rumore che produce nell'aria un proiettile da tre pollici. Tenete presente che il suono in questione precedeva l'esplosione e quindi si ripresentava dopo di essa — come fosse il suono di qualcosa che volava via dal luogo del disastro. Nel caso di Sasovo i testimoni descrissero l'effetto come il rumore di un jet che precipita o sfreccia via!

Segue il resoconto di una donna, tale Nikitina, che lavorava presso la stazione ferroviaria di Sasovo:

Improvvisamente vi fu un crescente boato; le pareti della torre di avvistamento, dove mi trovavo in quel momento, tremarono. Poi si verificò un 'esplosione di intensità mostruosa; i vetri delle finestre caddero in frantumi sul pavimento…

I testimoni descrivono un rumore che quindi si allontanava.

Nell'insieme, abbiamo la seguente catena di eventi:

  1. Un boato (rumore) crescente;
  2. Una potente esplosione;
  3. Un botto simile a quello di un velivolo che infrange la barriera del suono ed un boato in diminuzione (un rumore simile a quello di un jet che volando si allontana dall'osservatore).

L'impiego di tecnologia di compensazione suggerisce inequivocabilmente il coinvolgimento di entità intelligenti che hanno gestito quanto accaduto. Se così non fosse stato, le conseguenze delle esplosioni sarebbero state di gran lunga più terribili e devastanti e, probabilmente, avrebbero comportato la morte di migliaia e migliaia di persone ignare!
II primo colpo fu inferto al meteorite di Tunguska da un terminator che era rimasto in sua attesa e che lo colpì ad un'altitudine di circa 10.000 metri. L'esplosione fu accompagnata da un bagliore accecante che provocò bruciature da radiazioni alla vegetazione nonché un incendio che interessò un'area di 25 chilometri di raggio.


Diagramma tratto dal periodico Tekhnika i Molodezh (nr. 1, 1984), raffigurante la disposizione dei testimoni e le traiettorie delle "sfere terminator" scambiate per il meteorite, come riferito ai ricercatori Suslov (1), Astapovich (2), Krinov (3), Konenkin (4) e Fast (6). Il numero 5 indica la traiettoria determinata dalle spedizioni che hanno visitato il sito dell'esplosione in base alla direzione degli alberi abbattuti.


Distorsioni dello spazio-tempo

La gigantesca scarica elettromagnetica che si verificò nel momento dell'impatto di questo terminator determinò una rimagnetizzazione del suolo, producendo un effetto estremamente intenso sull'ambiente e sulla struttura spazio-temporale del sito dell'esplosione — determinando una variazione nel flusso del tem
po fisico, rilevata decenni più tardi dalle spedizioni scientifiche nell'area. La distorsione dello spazio-tempo tramite una potente scarica elettromagnetica è una componente della tecnologia compensativa!
Se prendiamo in considerazione il fatto che gli UFO utilizzano questo stesso campo elettromagnetico per distorcere la struttura dello spazio-tempo allo scopo di balzare in dimensioni diverse, allora le varie peculiari caratteristiche dei resoconti dei testimoni di Tunguska ci permettono di considerare l'evento in questione sotto una nuova luce, che rivela affascinanti dettagli finora sfuggiti all'attenzione dei ricercatori.

Vi proponiamo la storia di Ivan Kurkagyr, figlio di un testimone di Tunguska; essa presenta un curioso resoconto di come, al momento dell'esplosione — una potente scarica elettromagnetica che provocò una distorsione di forma — alcuni animali e persone furono spostati istantaneamente in luoghi diversi. In altri termini, furono trasferiti nello spazio!

.. Il campo era composto da molte tende. Durante il mattino si udì un tuono. Si levò una tempesta incredibilmente fragorosa, che abbatté le tende e fece volare per aria le persone, che si ritrovarono nella lontana palude, senza capire…come fossero state trasportate lì. La tempesta che appiccò fuoco alla taiga ne sterminò anche le renne. L'incendio si diffuse. Un uomo la cui tenda si ergeva lì decise di andarsene. Aveva del denaro nel tursuk [sacca di feltro] e, alla vista del fuoco, si precipitò a prenderlo. Sì diresse al fiume, verso le tende; il fuoco stava consumando le tende [dei suoi vicini]. Le persone si gettarono nel fiume, il fuoco attraversò l'acqua; quelli nel fiume presero fuoco, alcuni si tuffarono sott'acqua ma il fuoco colpì an- ch 'essi, bruciando le loro teste. Morirono tutti in questo modo…

Esiste un altro indicatore del potente effetto sulla struttura spaziotemporale dell'area dello scoppio. Al momento dell'esplosione il cielo per qualche motivo si aprì e, oltre di esso, la gente riuscì a vedere lo spazio esterno — il firmamento stellato!
Nel 1930, durante un'intervista condotta da Krinov, A. S. Kosolapova, figlia di S. B. Semionov, disse:

Avevo 19 anni ed al momento della caduta del meteorite mi trovavo alla stazione commerciale. Marfa Briukhanova ed io ci eravamo Recate alla fonte. Marfa iniziò ad attingere l'acqua ed io ero accanto a lei, rivolta verso nord. A quel punto vidi il cielo a settentrione spalancarsi davanti a me e una vampata di fuoco. Eravamo terrorizzate ed io riuscii soltanto a dire, "per quale motivo il cielo si è aperto in pieno giorno? So che ciò accade di notte, ma mai durante il giorno ", quindi il cielo si richiuse e dopo udimmo dei colpi, come di arma da fuoco…

Al momento del primo colpo varie sfere terminator erano in attesa nell'area, sospese in un punto, disseccando gli alberi ed altra vegetazione con la loro energia ad alta frequenza. In questi ultimi minuti precedenti l'evento culminante, molti altri terminator si precipitarono nell'area (cui in seguito venne dato il nome di Kulik).

Molti di coloro che videro le sfere infuocate attraversare il cielo dissero che il loro movimento era accompagnato da una luce abbacinante e da intense radiazioni di calore. Notate in che modo questo evento apparve all'ammirato narratore dell'Olonkho:

Kiun Erbiie

Imprendibile in volo. Privo di ombra,
Il fulmineo araldo — messaggero del celeste Dyesegei,
Sfolgorante nella sua cotta metallica,
Più repentino del lampo,
Kiun Erbiie, il campione.
Sfrecciava.
Come stella cadente,
Solo l'aria sibilava dietro di lui…
Sfrecciava come un dardo
Oltre i limiti
Dei gialli cieli occidentali,
Sino alla ripida china inferiore.
Dei cieli sospesi sopra l'abisso.
Sfrecciava alto —
Solo il tuono rumoreggiava…
Un fuoco blu ardeva dietro di lui.
Un fuoco bianco imperversava nella sua scia,
Scintille rosse volteggiavano sciamando,
Un bagliore scintillava fra le nuvole…

Un aspetto rilevante è che "i limiti dei gialli cieli occidentali" indicano precisamente l'area della Podkamennaya Tunguska!
 

Frammenti di meteorite

Onde inquadrare il successivo corso degli eventi, è necessario avere un'idea precisa dei rapporti fra l'altezza della prima esplosione (10.000 metri sopra il livello del suolo), l'estensione delle aree degli alberi sradicati (molte volte più ampia dell'altezza) e la distanza (centinaia di chilometri) percorsa dai frammenti del meteorite frantumato. (L'intervallo fra le esplosioni corrisponde al tempo impiegato dai frammenti residui per volare da un'area dell'esplosione ad un'altra)
Al di sopra dell'area dell'esplosione di Shishkov il meteorite si era frantumato in varie parti. I frammenti si dispersero in varie direzioni, ma le sfere terminator che si avvicinarono veloce-
mente da differenti lati li colpirono e li distrussero. Questo è il motivo per cui, da una parte, nelle aree degli alberi sradicati i ricercatori hanno trovato vari epicentri contrassegnati dai tronchi caduti in diverse direzioni mentre, d'altra parte, tutti i testimoni dissero di aver sentito prima un'esplosione terribilmente intensa (la frammentazione) e poi, nell'arco di cinque o sei minuti, qualcosa simile ad un fuoco di artiglieria (il "rastrella-mento" dei piccoli frammenti).


La disposizione degli alberi abbattuti in corrispondenza dell'epicentro dell'esplosione.


Dopo che il terminator colpì il meteorite sopra Shishkov, grossi frammenti del materiale meteoritico rimasto continuarono a spostarsi per inerzia lungo la traiettoria originaria sino all'area dell'esplosione di Kulik. Avendo perso velocità ed energia, i frammenti coprirono la distanza di 120-150 chilometri in circa 15 minuti (alla velocità di un jet), dopo di che si verificò una seconda potente esplosione. I terminator diretti in quest'area colpirono i frammenti provenienti dal sito di Shishkov.
Segue il racconto di Yegor Ankudinov, abitante del villaggio di Berezovo, distretto di Nizhne-Ilimsk, regione di Irkutsk, il quale all'epoca si trovava nella foresta con il padre e lo zio ad abbattere dei pini per costruire una casa.

Era una splendida giornata. Avevamo appena fatto colazione e stavamo iniziando a tagliare il legname. Improvvisamente nelle vicinanze vi fu un forte botto. Il terreno cominciò a tremare e dagli alberi cadevano i rami secchi. Poi, poco dopo, vi fu un altro tuono: lo stesso di prima, ma distante, molto distante, in lontananza verso nord…


Da sinistra: il cratere di Voronov; l'impatto di Kulik (a 120 km di distanza) e (a 120 km di distanza da questo) l'impatto di Shishkov, nel punto in cui coincidono le traiettorie del primo terminator (a sinistra) e del meteorite (a destra).


Il quotidiano Krasnoyarets del 13 luglio 1908 riportò:

Villaggio di Kezhemskoye. Il giorno 17 (30) alle 7 del mattino è stato udito un rumore, simile al soffiare di un forte vento. Subito dopo si è verificato un terribile botto. accompagnato da una scossa tellurica che ha fatto letteralmente tremare gli edifici, dando l'impressione che questi avessero subito un potente colpo inferto da una sorta di enorme tronco o pesante masso. Al primo è seguito un secondo colpo di uguale intensità, quindi un terzo. Nell'intervallo di tempo fra i primi due si è manifestato un insolito rimbombo sotterraneo, simile al suono che potrebbero fare delle rotaie se dieci treni vi sfrecciassero sopra contemporaneamente. Quindi per 5-6 minuti si è verificato qualcosa del tutto analogo ad un fuoco di artiglieria: qualcosa come 50-60 colpi, secondo brevi e quasi identici intervalli. Gli ultimi colpi sono gradualmente diminuiti di intensità. Dopo circa due minuti dal termine del "fuoco " continuo, si sono uditi altri sei scoppi, uno dopo l'altro, simili a colpi di cannone in lontananza e tuttavia distintamente udibili e percepibili dal movimento del terreno…


Le gigantesche sfere di plasma andarono ad infrangersi contro i frammenti del meteorite, rilasciando una colossale quantità di energia destinata a distruggere l'intruso cosmico e tutto il suo contenuto. Quando siamo giunti a valutare la probabilità che l'impatto con il meteorite abbia prodotto un gran numero di piccoli frammenti, si è avanzata l'ipotesi che la carica elettromagnetica dei terminator possedesse una specifica proprietà, ovvero che il vettore (carica) del campo magnetico di un terminator costringesse tutti i piccoli frammenti a restargli magneticamente attaccati e che quindi il tutto venisse distrutto dall'e- plosione successiva.
È possibile che sopra l'area di Shishkov (zona 1) o quella di Kulik (zona 2), due grandi pezzi staccatisi dal meteorite a seguito dell'esplosione siano stati scagliati per 100 chilometri verso destra (zone 4 e 5) — dove furono raggiunti e ridotti letteralmente in polvere dai terminator. L'energia delle "sfere terminator" era così intensa che, oltre alla radiazione elettromagnetica fra la Terra e i "terminator", si verificarono anche potenti scariche elettriche (fulmini).

Considerate il seguente resoconto di un testimone oculare. La mattina del 30 giugno i fratelli Chuchancha e Chekaren, del clan Shaniagir, stavano dormendo nella loro tenda, piantata nei pressi del fiume Avarkitty; furono svegliati da forti scosse e da un rumoroso sibilare del vento:

Chekaren ed io balzammo fuori dai nostri giacigli; eravamo sul punto di strisciare fuori dalla tenda quando, improvvisamente, vi fu un poderoso tuono. Quello fu il primo scoppio. Il terreno iniziò a sobbalzare e a tremare, un poderoso vento colpì la nostra tenda, rovesciandola… Quindi vidi un terribile prodigio: ì tronchi degli alberi che cadevano, i loro aghi che bruciavano, così come il secco sottobosco, il muschio delle renne consumato dalle fiamme. C'era fumo ovunque; i nostri occhi dolevano. Faceva molto caldo, abbastanza da bruciare a morte. Improvvisamente, sopra la collina dove la foresta era già rimasta abbattuta, tutto diventò assai luminoso e…fu come se fosse apparso un altro sole…feriva gli occhi ed anch'io chiusi i mìei. E subito vi fu un possente tuono. Questo fu il secondo scoppio. Era un mattino soleggiato, senza nubi. Il nostro sole splendeva luminoso, come sempre, ed ecco che comparve il secondo sole!

Dopo aver visto tutto questo, apparentemente in alto da qualche parte ma in un luogo diverso, vi fu un altro bagliore e di nuovo un poderoso boato. Questo fu il terzo scoppio. Il vento ci investì, ci mandò a gambe all'aria, colpì i tronchi degli alberi abbattuti.

Osservammo gli alberi che cadevano, vedemmo come le loro cime si spezzavano e guardammo il fuoco. Ad un tratto Chekaren gridò, "Guarda lassù!" ed indicò qualcosa. Io guardai e vidi un fulmine, che scoccò e colpì nuovamente, producendo un forte tuono. Tuttavia il botto era un po ' meno intenso di quello precedente. Questo fu il quarto scoppio, simile ad un tuono normale. Ora mi sovviene che vi fu un ulteriore scoppio, il quinto, lontano e di scarsa intensità…

Alcuni ricercatori che vennero in seguito notarono che quanto più si avvicinavano all'epicentro tanti più alberi risultavano colpiti dal fulmine. In corrispondenza dell'epicentro vi sono luoghi in cui l'80% degli alberi è stato colpito dai fulmini, il che fra l'altro è confermato dalle scoperte fatte dagli scienziati di Novo- sibirsk, i quali hanno dimostrato che l'iniziale sradicamento degli alberi venne provocato da uno scoppio radiale; essi hanno tratto la conclusione che era esploso un corpo le cui dimensioni lineari non erano superiori ad alcune dozzine di metri e che furono unicamente le esplosioni seguenti a confondere il quadro determinato dall'originale fenomeno radiale.

Gli esperti hanno stabilito che le scariche elettriche squarciarono l'aria per un periodo variabile fra i due e i quindici minuti, creando l'impressione uditiva di un fuoco di artiglieria, mentre la loro fonte si mantenne per tutto il tempo al di sopra dell'epicentro e non si spostava ad elevatissima velocità. In altri termini, il corpo arrivò, si fermò e devastò l'area sottostante in una varietà di modi, vale a dire con radiazioni, distorsioni temporali, mutazioni…

La massa del meteorite di Tunguska fu distrutta sopra l'area di Kulik, tuttavia un pezzo "sfuggì" e volò per altri 120 chilometri, per poi schiantarsi a terra. La metodica distruzione di tutto quello che faceva parte del meteorite suggerisce che esso stesse trasportando un qualche tipo di batteri o virus pericolosi per la vita sulla Terra. Di conseguenza uno dei terminator si immerse nel terreno, dove distrusse quel che rimaneva del meteorite di Tunguska, provocando un forte terremoto. Ne derivò un gigantesco cratere, in corrispondenza del punto terminale di impatto del meteorite — una fossa di 200 metri di diametro, profonda venti metri, che in seguito fu denominata il "cratere di Voronov".

In una lettera in data 28 luglio 1908 Vakulin, capo dell'ufficio postale di Nizhne-Ilimsk, riferì:

Giovedì 27 giugno, verso le 8 del mattino (gli orologi non sono stati controllati), molti abitanti del luogo, stando alle loro testimonianze, hanno dapprima avvistato in direzione nord-ovest una sfera di fuoco che scendeva da est verso ovest in diagonale rispetto ali 'orizzonte e che, mentre si avvicinava al suolo, si è trasformata in una colonna di fuoco ed è scomparsa all'istante. Dopo la sua scomparsa, in quella direzione era possibile scorgere una nube di fumo che saliva.
Trascorsi alcuni minuti, nell'aria si è udito un intenso rumore accompagnato da lontane detonazioni sorde, come fragori di tuono. A queste sono seguiti otto intensi scoppi, simili a colpi di
artiglieria; l'ultimo di questi, particolarmente potente e accompagnato da un sibilo, ha fatto tremare la terra e gli edifici…

Alcuni testimoni hanno dichiarato che lo scoppio mandò la gente a gambe all'aria; molti persero conoscenza e rimasero in tale stato per diversi giorni. Lo scoppio fece inginocchiare i cavalli, che però non si imbizzarrirono — ad indicare che gli animali non erano molto impauriti. In alcuni luoghi comparvero delle spaccature nel terreno.
Ad ulteriore sostegno della teoria che il meteorite distrutto trasportasse microrganismi pericolosi vi è la prova che dopo la sua distruzione l'Installazione ispezionò la superficie terrestre alla ricerca di resti del meteorite stesso. Testimoni sbalorditi riferirono di aver osservato terminator volteggiare sopra il sito dello schianto sino alla sera del 30 giugno! Queste sfere terminator — o, secondo l'interpretazione dei ricercatori, "meteore secondarie" — sono state avvistate da circa la metà di tutti gli osservatori.

– Fine terza parte –

Continua….


Il presente articolo è stato pubblicato originariamente su NEXUS New Times n. 58 (Ottobre – Novembre 2005). Ogni ripubblicazione è gradita previo riferimento all’autore ed a questa citazione.


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L’autore:

Il Dr. Valery Mikhailovic Uvarov, a capo del Dipartimento di Ricerca sugli UFO, Paleoscienze e Paleoetnologia dell’Accademia per la Sicurezza Nazionale della Russia, ha dedicato quasi un ventennio allo studio dell’ufologia e al retaggio delle civiltà antiche. Il Dr. Uvarov è autore di numerosi documenti nell’ambito della paleotecnologia e della paleoscienza, nonché dell’ufologia e dell’esoterismo, pubblicati sulla stampa russa ed estera. Ha avviato e ha partecipato a una serie di spedizioni in India, Egitto e Siberia, alla ricerca di prove concrete degli antichi saperi. Partecipa regolarmente in veste di oratore a convegni ufologici internazionali e tiene seminari e conferenze in Russia, Regno Unito, USA, Germania e Scandinavia; è stato presente come oratore ai convegni di NEXUS tenutisi ad Amsterdam nel 2004 e 2005, nonché a quello tenutosi a Brisbane nel 2004.
Il suo articolo in quattro parti, “I Misteri della Valle della Morte siberiana”, è stato pubblicato su NEXUS, nr.i 51, 57, 58, 59; il suo articolo "La gemella nascosta della Terra e la nascita della civiltà" su NEXUS nr. 78 [puoi leggerlo integralmente qui]. Una sua intervista è stata pubblicata su NEXUS nr. 45 [puoi leggerla integralmente qui].

Il presente articolo è una versione ridotta di una parte del suo libro The Pyramids, disponibile anche come e-book in PDF e scaricabile a pagamento dal sito web di NEXUS australiano http://www.nexusmagazine.com. Per contatti via email: [email protected] e [email protected].


 

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