fbpx
giovedƬ - 28 Marzo, 2024

Dal 1995 l'Informazione libera ed indipendente

Elevate your accessory game with OpClock's premium selection of Rolex Replica and meticulously designed replica watches. Explore now and redefine luxury.

La guerra delle due Cristine

Data di pubblicazione:

Ultimi articoli

Manipolazione della storia e delle menti

La storia la scrivono i vincitori, quindi ĆØ sempre diversa dalla realtĆ ? Ne parliamo conĀ Teodoro BresciaĀ Dottore di ricerca, docente e scrittore e autore del libro...

Articoli piĆ¹ letti

Sullā€™immigrazione

La notte di capodanno del 31 dicembre 2015 a Colonia circa un migliaio di arabi ha molestato, aggredito e derubato centinaia di donne tedesche...

Social Network

21,000FansMi piace
5,000FollowerSegui
10,600IscrittiIscriviti
spot_img
Condividi l'articolo:

Si tratta di un fatto di cronaca non-recente, in Italia lasciato vagare solitario nell’etere del nulla. Eppure è una storia di cui si deve parlare, una storia che mi ha fatto nuovamente provare quell’entusiasmo di quando si guarda una partita e si sa esattamente per chi tifare, perché si sa con precisione atomica chi è il buono e chi è il cattivo…

Non vi farò qui tutta la storia di quella che a livello mondiale è conosciuta come la “The Christines at war”, La Guerra delle Due Cristine che, al pari della Guerra delle Due Rose, sta mettendo in ginocchio l’Inghilterra e buona parte dell’Europa. La storia intera potete andare a cercarvela da voi. Ne vale la pena. Io voglio narrarvi qui solo un piccolo episodio, una battaglia vinta…

Si tratta della Battaglia dei limoni… sì dei limoni, quei frutti gialli succosi, di cui l’Italia è il primo produttore mondiale in termini di qualità…

Le parti in causa sono, oltre l’inflazione argentina che a seconda delle agenzie di rating che forniscono i valori varia dal 30% (J.P.Morgan, Citibank e Societè Generale) al 9 % (Governo Repubblica Argentina), due signore, due Cristine appunto. La prima madame è la segretaria del Fondo Monetario Internazionale nonché ufficiale della Legion d’Onore, Christine Madeleine Odette Lagarde, per gli intimi Christine Lagarde, “comare secca” per gli altri, avvocato e politico francese, esponente del UMP; l’altra la señora Presidenta Cristina Elisabet Fernández de Kirchner, anche lei avvocato e politico, esponente del Fronte per la Vittoria.

Immaginatevi la scena. Siamo nello splendido palcoscenico della East Coast degli Usa. Un sole inclemente batteva solitario le strade deserte di Hadleyville… scusate questo è Mezzogiorno di fuoco, ma credo la tensione fosse la stessa. Dov’eravamo? Ah… nello splendido palcoscenico della East Coast degli Stati Uniti d’America. Facendo affidamento ai dati forniti dalla J.P. Morgan e compagnia bella, la segretaria Christine detta “comare secca”, nel disperato tentativo di rendersi simpatica esordisce con un: “Per il momento sto mostrando a quella nazione il cartellino giallo; ma c’è una inderogabile scadenza che è il 10 dicembre 2012. Superata quella data scatterà automaticamente il cartellino rosso e l’Argentina verrà espulsa dal Fondo Monetario Internazionale”. Una minaccia. Sì, una minaccia, come nella migliore tradizione della diplomazia mondiale.

Neanche a farlo apposta la presidentessa Cristina Elisabet Fernández de Kirchner si trovava lo stesso giorno a New York, per portare avanti la causa dell’Indipendenza del Sud America. Con la nonchalance di chi è ben consapevole che sono tango, milonga e rumba a tener vivo lo spirito di una Nazione e non le fesserie che ci perorano i politici risponde: “L’Argentina è una grande nazione. Ma prima ancora è una nazione grande. Abbiamo un vasto territorio baciato dalla fortuna naturale. Abbiamo risorse nostre, che ci consentiranno la salvaguardia della nostra autonomia e della nostra indipendenza. Ma soprattutto siamo un paese orgoglioso che ci tiene alla propria dignità. Vorrà dire che staremo fuori”.

Per dirla con i miei amati western: “Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto!” Non si trattava infatti, anche in questo caso, di un contenzioso… Per un pugno di dollari?

Ma cosa c’entreranno direte voi i limoni… un attimo di pazienza, please!

Quando l’Argentina nel 2004 si rimbocca le maniche per rialzarsi dalla crisi nella quale era precipitata, numerosi paesi del mondo stipulano con questo Paese Grande e ricco di ogni ben di Dio contratti per la fornitura dei prodotti i più svariati. La Cina stipula contratti per l’approvvigionamento di soia (assorbendo il 92 % della produzione del Paese), 10 milioni di bovini per soddisfare la richiesta di carne del mercato nazionale; il Giappone firma un contratto per l’acquisto di 20 milioni di ettolitri di acqua al mese per i prossimi 50 anni.

Così si arriva finalmente ai limoni.

La Germania in quel periodo aveva inviato fior di agronomi in Argentina e questi si accorgono subito della qualità dei limoni di questo paese, secondi solo a quelli italiani che però costano ben il 212% in più! Nel 2009 i limoni argentini entrano nel mercato internazionale e la Coca Cola, che conta il limone come componente di 22 su 30 delle sue bibite, firma un contratto della durata di 25 anni.

Un anno dopo, nel 2010, quando USA e Unione Europea aggrediscono le economie Sudamericane che sembrano dimostrare con i loro successi l’esistenza di un sistema economico e politico valido ed in grado di sollevare una nazione dalla bancarotta, il governo inglese di David Cameron scopre, guarda caso, che i limoni argentini non rispettano i parametri sanitari internazionali. Qui ci sarebbe da sindacare ma andiamo avanti. L’Inghilterra si rifà all’Unione Europea, della quale non è parte, e Van Rompuy chiede una forte penalizzazione per l’Argentina che porta alla chiusura immeditata di tutte le esportazioni di limoni da questo paese.

L’Argentina trema. I danni calcolati sono immensi.

Ma la fantasia latina non ha limiti e le belle donne sono spesso anche intelligenti. Così la señora Cristina Fernandez in persona, la Presidenta, scrive di suo pugno una lettera di fuoco alla Coca Cola dove, facendo leva sulla denuncia dell’Unione Europea, chiede che vengano ritirate immediatamente le 22 bibite che contengono limoni argentini: “Perché prive dei dispositivi di salvaguardia sanitaria previsti dalle convenzioni europee vigenti, visto che l’Europa sostiene che i nostri limoni non vanno bene, si deduce che non possono andare bene neppure bibite composte con i nostri limoni”. Per la multinazionale di Atlanta si tratta di uno scherzetto di circa 25 miliardi di euro. La Coca Cola sceglie seduta stante da che parte stare… indovinate un po’? La segretaria del Fondo Monetario Internazionale se la passa male.

1-0 per l’Argentina. A voler ben vedere:

“Sei solo chiacchiere e distintivo, chiacchiere e distintivo, chiacchiere e distintivo”…..

L.G.

Condividi l'articolo:

Potrebbe interessarti anche ...

I filosofi nelle cittĆ” greche prima del III secolo a.C.

L’affermazione del primato della filosofia e della vita filosofica si sono quasi sempre accompagnate negli antichi filosofi greci all’opposizione nei confronti dei modi di...

Chi ha paura della salute?

In vista della prossima partecipazione del Dott. Walter Pierpaoli alla trasmissione tv Medicina Amica, in onda domani 22 Novembre su TeleColor alle ore 20.30,...

La guerra civile nelle forze dellā€™ordine

A distanza di mesi, il Dipartimento di Stato USA non è stato ancora in grado di fornire un brandello di versione ufficiale sui fatti...

Abbonati a Nexus

Eventi Nexus

Nessun evento futuro al momento.

Eventi Segnalati

Iscriviti alla Newsletter

Rimani sempre aggiornato sul mondo Nexus.

Conferma la tua iscrizione tramite la mail che riceverai.

Sostieni Nexus Edizioni

spot_img

YouTube