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Jericho e la fiction americana dopo l’11 settembre di Mauro Quagliati

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[Attenzione: nel seguito viene rivelata gran parte della trama del telefilm]

La scorsa settimana si è conclusa, completamente in sordina, la trasmissione di uno dei telefilm più coraggiosi e interessanti degli ultimi anni. Perché spendere parole su un serial televisivo made in USA (trasmesso dalla CBS)? Perché Jericho è il miglior esempio del corto-circuito tra fiction e realtà che caratterizza la cultura americana post – 11 settembre, oltre ad essere un ottimo prodotto, girato con pochi mezzi.

La storia mette in scena il più inquietante degli incubi americani, l’olocausto nucleare, vissuto dal punto di vista di una piccola cittadina del Kansas (Jericho, appunto). Ma non si tratta di un attacco missilistico, bensì di un atto terroristico coordinato in cui vengono esplosi contemporaneamente una ventina di ordigni nucleari nelle più importanti città americane. Gli Stati Uniti collassano: i territori scampati alla distruzione e alle radiazioni sono falcidiati dalla fame; razzie, sciacallaggio e bande para-militari imperversano per il paese. La nazione precipita nell’anarchia ma dalle sue ceneri nascono due autorità in conflitto: ad Est ciò che rimane del governo federale, ad Ovest una nuova coalizione, gli “Stati Alleati d’America”.

Chi è il nemico? Chi è il responsabile del più grande attacco terroristico della storia, compiuto (non casualmente) nel mese di settembre? Questo è l’interrogativo che anima la prima stagione del telefilm e che troverà una risposta grazie alle informazioni messe in campo dal personaggio chiave della storia, un agente della CIA in incognito, rifugiatosi a Jericho con la famiglia pochi giorni prima che scoppiassero le bombe. Egli infatti sapeva in anticipo ciò che sarebbe successo.
Il telespettatore navigato a cospirazioni atlantiche non fatica molto ad intuire che qualcosa non quadra nella versione dei fatti trasmessa dalla televisione. La verità ufficiale governativa, secondo cui Corea del Nord e Iran sarebbero i mandanti degli attentati, si rivela ovviamente falsa. Già, ma quale governo si fa vivo dopo mesi di black-out? Dopo che la piccola comunità di Jericho ha dovuto affrontare l’inverno isolata dal mondo ed è stata costretta ad ingaggiare battaglia contro una cittadina vicina per l’accaparramento dei campi coltivabili?

L’ordine viene ristabilito nell’area dalle forze militari e para-militari del neo-governo degli Stati Alleati dell’Ovest. Ma il comportamento delle nuove autorità appare ben presto sospetto ai protagonisti della vicenda. La ricostruzione e l’amministrazione sono gestite da una grande corporation appaltatrice della Difesa, la sicurezza e la giustizia sono affidate ai dipendenti senza scrupoli di una società privata di “contractors” dell’esercito (già operativa in Afghanistan e Iraq). La matrice eversiva del nuovo governo è manifesta persino nei nuovi testi di storia per le scuole, informati ad un revisionismo di estrema destra. La propaganda dei nuovi leader del paese attribuisce la caduta degli Stati Uniti alle “arrendevoli” politiche del passato: “Un nuovo secolo americano sta per cominciare…”
In un colpo di scena finale, viene scoperto che gli attacchi nucleari sono stati eseguiti secondo le modalità descritte in uno studio strategico riservato che era stato redatto dieci anni prima proprio dagli esperti della Jennings & Rall, l’azienda che sta ricostruendo il nord america a sua immagine e che si è ormai sostituita allo stato in tutte le sue funzioni.

E’ fin troppo chiaro. La sceneggiatura di Jericho è un condensato di tutto ciò che le teste pensanti hanno imparato sugli attentati “false flag” dell’11 settembre 2001. Che il Pentagono menta su una gran numero di questioni concernenti la “Homeland Security” è un leit-motiv che conoscevamo fin dai tempi di X-files. Ma la conferma che elementi criminali del governo di Washington pianificano stragi per ottenere i loro obiettivi strategici è una faccenda che è diventata palese solo nel XXI secolo. Obiettivi che peraltro erano già noti in anticipo poiché pubblicati nel famoso documento “Project for the New American Century”.

L’estrapolazione fanta-politica di Jericho è immediata ed efficace, poiché resuscita il fantasma della guerra civile americana, portando alle estreme conseguenze gli elementi della crisi che sono, in questi anni, sotto gli occhi di tutti. L’apparato statale gestito da Entità fuori dal controllo dei cittadini. Guerre scatenate e crimini contro l’umanità perpetrati, non per gli interessi nazionali, ma per foraggiare i bilanci di certe società multinazionali. Operazioni militari sempre più gestite da privati (i consulenti della Casa Bianca al posto dei generali, i “contractors” al posto dei soldati). Leggi speciali anti-terrorismo promulgate in nome della Sicurezza Nazionale. Il collasso del tessuto sociale americano di fronte a crisi improvvise (l’esperienza dell’uragano Katrina) che rivelano la storica assenza di ogni forma di solidarietà nazionale.

Anche il piano dei nuovi padroni degli Stati dis-Uniti post-atomici, che sembra del tutto folle, autolesionista e fantascientifico (decine di milioni di morti e le grandi metropoli americane rase al suolo), proviene in realtà dalle lezione della storia. Le vicende del ‘900 ci insegnano la più desolante verità sullo scopo ultimo delle guerre moderne: distruggere per poter ricostruire. L’assetto economico capitalista obbligato nelle sue fasi alterne di crescita e recessione ha bisogno di resettare periodicamente la situazione per riprendersi. La Prima e la Seconda Guerra Mondiale sono state scatenate scientemente dai gruppi di potere finanziario che ancora oggi determinano le sorti dei governi e in molti frangenti sono state combattute dagli stati maggiori seguendo una strategia che ha portato a massimizzare le perdite.

Gli sceneggiatori di Jericho hanno preso tutto questo e l’hanno dato in pasto al pubblico americano, inserendovi però un messaggio di speranza: la solidarietà di una piccola comunità che fa fronte comune ad avversità estreme, laddove molti altri cedono allo sciacallaggio o alla legge marziale. La lealtà alla bandiera di uomini dell’esercito che rifiutano di prendere ordini da superiori illegittimi e criminali.

Purtroppo, la risposta in termini di ascolti non è stata soddisfacente per il network, per cui, la serie viene abortita dopo 7 episodi della seconda stagione. Ed anche in Italia la programmazione del telefilm, che l’anno scorso veniva annunciato su Rai2 con tutti gli onori, è stata retrocessa dalla prima alla seconda serata e infine relegata a mezzanotte. Evidentemente il grande pubblico americano è più interessato alle storie di fantasmi e di serial killer che troviamo in serie ben più fortunate, piuttosto che essere messo di fronte ai mostri reali generati da un governo ormai fuori dal controllo democratico.

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