fbpx
giovedì - 18 Aprile, 2024

Dal 1995 l'Informazione libera ed indipendente

Elevate your accessory game with OpClock's premium selection of Rolex Replica and meticulously designed replica watches. Explore now and redefine luxury.

CAMUS E NOI di Paolo Cortesi

Data di pubblicazione:

Ultimi articoli

Manipolazione della storia e delle menti

La storia la scrivono i vincitori, quindi è sempre diversa dalla realtà? Ne parliamo con Teodoro Brescia Dottore di ricerca, docente e scrittore e autore del libro...

Articoli più letti

Sull’immigrazione

La notte di capodanno del 31 dicembre 2015 a Colonia circa un migliaio di arabi ha molestato, aggredito e derubato centinaia di donne tedesche...

La grande Tartaria

Social Network

21,000FansMi piace
5,000FollowerSegui
10,600IscrittiIscriviti
spot_img
Condividi l'articolo:


Perché assurdo ci appare il contrasto fra la nostra razionalità e l’evidente mancanza di senso che ha il nostro vivere: la nostra ragione, la morale innata, la nostra anima ci costringono a credere che carnefice e vittima non possano essere sullo stesso piano morale; eppure la storia, anzi la semplice cronaca ci dimostrano il contrario, ci offrono esempi di criminali impuniti, di innocenti straziati, di ingiustizie clamorose elevate ad istituzione, di follie assassine organizzate in leggi.

Questo è l’assurdo: la lontananza insanabile fra lo spirito umano che si fonda su valori morali (su postulati della ragion pratica, diceva il buon vecchio Kant) e la realtà che non riconosce nulla di simile e nella quale termini quali bene e male sono semplicemente privi di senso; mere convenzioni linguistiche.

Ma non c’è soltanto l’assurdo metafisico; esiste un assurdo assai più visibile, quotidiano, un assurdo che vediamo (o non vogliamo vedere…) attorno a noi. È la violenza sociale, il sopruso, la prevaricazione del forte sul debole, l’organizzazione sociale malata che permette – spesso favorisce – la tirannia e l’oppressione.

Che fare davanti all’antica tragedia dell’ingiustizia? È la stessa domanda che si pose, oltre mezzo secolo fa, uno dei più grandi intellettuali europei, Albert Camus (1913-1960), e alla quale rispose con uno dei libri più belli scritti in Europa: L’homme revolté, “L’uomo in rivolta”, del 1951.

La rivolta è, per Camus, la facoltà più nobile dell’uomo, perché essa è “il rifiuto di essere trattato come una cosa”; la ribellione consapevole ad un destino puramente fisico, meccanico (Camus lo chiama “storia”), in cui la potenza decide le sorti, nel quale gli uomini non si dividono più in giusti ed ingiusti, ma in signori e schiavi.

Questo ripugna a Camus. Questo ripugna ad ogni uomo buono.
La dignità umana non è una parola tanto vana quanto solenne; essa è la nostra natura profonda che ha senso e valore solo se riconosciuta in tutti gli uomini, moltiplicata e riverberata come in un infinito gioco di specchi. Riconoscere “una dignità ed una bellezza comune agli uomini” diventa necessariamente l’impegno ad “estendere tale valore a tutti e a tutto”, perché se così non fosse, si manterrebbe quel sistema perverso e odioso che abbiamo già denunciato poc’anzi.

Insomma: o si sceglie di vivere da uomini, o ci si abbassa a vivere da oggetti. Chi nega la dignità umana, costringe altri uomini a rinunciarvi. Questa è la colpa sociale, il peccato originale delle società che, in ogni tempo, hanno prodotto sofferenze indicibili.

Camus indica due reazioni estreme e opposte ai mali sociali; le simboleggia con le due figure dello yoghi e del commissario. Il primo, il mistico, si allontana dal mondo che rifiuta, si isola dagli uomini, cerca la sua personale salvezza nel silenzio e nella solitudine, inventando un’astratta realtà che obbedisce ai suoi desideri perché esiste solo nella sua fantasia. L’altro, il commissario, aderisce totalmente e con rabbioso entusiasmo ai progetti sociali del mondo di cui fa parte: giudica, punisce, ammazza in nome di un ideale, di una rivoluzione, di un sistema, di uno stato.

Entrambi negano la dignità umana; entrambi tentano di sostituirla con i loro teoremi. La vera rivolta, dice Camus, è dell’uomo per l’uomo. Per questo semplice e grande motivo, la rivolta non può essere violenta: “Se un solo padrone sarà ucciso, l’insorto in certo modo non è più autorizzato a richiamarsi all’autorità degli uomini da cui tuttavia traeva giustificazioni”.
Dunque, Camus predica la nonviolenza? No, non solo e non precisamente.

Egli ci invita a non considerare la violenza come uno strumento usuale, perché non lo potrà mai essere. La violenza può avere solo una valenza negativa, distruttrice, annichilatrice: come potrebbe essere feconda? “Chi sia fedele alla rivolta” dichiara Camus “rifiuta in anticipo la violenza al servizio di una dottrina o di una ragion di stato”.

“Nel suo sforzo maggiore, l’uomo può soltanto proporsi di diminuire aritmeticamente il dolore nel mondo”; questo ci dice Camus.
Ognuno di noi è chiamato ad agire nella sua dimensione personale per diminuire il dolore nel mondo; e “aritmeticamente” qui significa che, se mille persone facessero ciascuna una azione per ridurre il dolore nel mondo, la quantità totale di esso si ridurrebbe di mille unità. Ridurre, dice lo scrittore francese, solo ridurre perché “ingiustizia e sofferenza perdureranno e, per limitate che siano, non cesseranno di essere scandalo”, cioè assurde, ingiuste.
Questa è la dignità umana in azione: la certezza che ciascuno di noi può/deve agire per quanto è in grado al fine di ridurre aritmeticamente la sofferenza. Camus non costruisce utopie nelle quali si promette il paradiso terrestre, ovviamente a danno di qualcuno, sterminato il quale (ebrei, borghesi, comunisti, eretici, infedeli, eccetera) si sarà finalmente tutti felici… “L’assoluto non si consegna e soprattutto non si crea attraverso la storia”, scrive Camus.

Egli ci ricorda che la nostra specie ha un solo mezzo efficace per ridurre il dolore nel mondo: la solidarietà. Egli ci ricorda che è pura follia pensare ad un nobile fine qual è fare il bene dell’uomo con un mezzo che è l’esatto contrario; la rivolta “non può fare a meno di uno strano amore”, questo: “coloro che non trovano quiete né in Dio né entro la storia si dannano a vivere per quelli che, come loro, non possono vivere: per gli umiliati. È questa la pazza generosità della rivolta, che dà senza indugio la sua forza d’amore e rifiuta senza dilazioni l’ingiustizia”.

Questo, credo, è oggi più che mai l’impegno degli intellettuali e soprattutto degli intellettuali che fanno controinformazione, che propongono nuove letture di antichi problemi, che tentano di interpretare il presente al di là degli schemi prefabbricati ad usum imperii.

Riaffermare con forza la dignità dell’uomo che è tale solo se condivisa da tutti; condannare le strutture di dominio spirituale e materiale; rifiutare la violenza in tutte le sue forme, perché dove è violenza là cessa di esistere la natura umana. E dunque favorire la libera espressione di ciascuno, “lasciare libero corso alla parola”, ridurre il compito dello stato “a sbrigare gli affari di tutti perché ciascuno abbia il tempo e la libertà di questa ricerca comune”.

Parole grosse, certo, nobili intenti; ma nessuno si illude di fare tutto da solo: ciascuno dissodi e semini il suo piccolo orto; e tutti gli orti, assieme, saranno la più splendida, fertile e vasta terra.

(Paolo Cortesi)

Condividi l'articolo:

Potrebbe interessarti anche ...

Le verità sulle navi dei veleni – di Italo Romano

 di Italo RomanoOltre la Coltre Quando le notizie vengono omesse e non sono fruibili attraverso i principali mezzi d’informazione (televisione e giornali) non esistono. I...

Julian Assange: la pressione dell’opinione pubblica sta funzionando, ma i media devono smetterla di essere prostitute e chiederne la libertà

Il governo australiano sta finalmente rispondendo alle crescenti proteste pubbliche per liberare Julian Assange dalla sua prigione di tortura britannica. Gli illustri giornalisti indipendenti Dave...

Se la Grecia fa lo sgambetto al Ttip…

Ormai da mesi i titoli dei giornali, per chi come noi li legge al bar o in pizzeria, o della tv, per chi come...

ATTACCO ALL’IRAN? SE NE TORNA A PARLARE di Maurizio Blondet

L’agenzia Novosti, il 30 marzo, ha dato voce ad una «fonte d’alto livello della sicurezza» che dice: «Le ultime informazioni d’intelligence segnalano un’intensificazione dei...

Abbonati a Nexus

Eventi Nexus

Nessun evento futuro al momento.

Eventi Segnalati

Iscriviti alla Newsletter

Rimani sempre aggiornato sul mondo Nexus.

Conferma la tua iscrizione tramite la mail che riceverai.

Sostieni Nexus Edizioni

spot_img

YouTube