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Bollettino di guerra n° 1

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(presumibilmente una brigata di Marine ed una brigata di carri armati
della 1° Divisione Corazzata, tutte provenienti dalle riserve a
disposizione del comando della coalizione), nonché da elementi della 7°
Brigata Carri britannica, provenienti dall’area di Umm Qasr.


Le truppe hanno urgente necessità di ricompattarsi e, dopo ulteriore
attività di ricognizione, catturare An-Nasiriya entro due giorni.



Gli iracheni hanno rinforzato An-Nasiriya con svariati battaglioni di
artiglieria e un gran numero di armi anticarro.


Al momento la tempesta di sabbia che infuria sulla regione ha portato a
una cessazione quasi totale dei combattimenti; le previsioni meteo
indicano che terminerà la notte del 26 marzo. Secondo le comunicazioni
radio intercettate, l’avanzata della coalizione, che confida nella
sorpresa e nel vantaggio derivante dall’uso di equipaggiamenti
speciali per il combattimento notturno, coinciderà con la fine della
tempesta, e dovrebbe iniziare durante la notte tra il 26 e il 27.



Nelle ultime dieci ore non ci sono rapporti di perdite dovute a
combattimenti diretti; tuttavia, almeno due veicoli da combattimento
della coalizione sono saltati sulle mine, col ferimento di tre soldati
statunitensi.



Presso Bassora continua la guerra di posizione: le forze della
coalizione in quest’area sono chiaramente insufficienti a continuare
l’attacco, e lo sforzo principale è affidato all’artiglieria e
all’aviazione. La città è sotto costante bombardamento, ma sinora
questo ha avuto scarsi effetti sull’efficienza bellica delle unità
irachene. La notte scorsa un battaglione iracheno affiancato da carri
armati è piombato tra le fila della coalizione nella zona
dell’aeroporto di Bassora, attaccandole sul fianco. Le forze Usa sono
state sospinte indietro di 1,5-2 chilometri, lasciando in mano agli
iracheni l’aeroporto e le strutture vicine. In questo scontro sono
andati distrutti due APC e un carro armato, e almeno due soldati
statunitensi sarebbero stati uccisi e sei feriti.


Il comando della coalizione appare molto preoccupato dalla crescente
resistenza alle spalle delle forze che avanzano. Dietro le linee sembra
che siano attive almeno 20 unità da ricognizione irachene, con armi
leggere, che attaccano veicoli da rifornimento poco armati, piazzano
mine ed effettuano perlustrazioni. Inoltre, i villaggi catturati hanno
attivato gruppi di resistenza armata che organizzano attacchi contro le
truppe della coalizione, le quali nelle ultime 24 ore hanno perso più
di 30 veicoli di vario genere. Sette militari sono scomparsi, tre
soldati sono morti e dieci feriti.



Le tempeste di sabbia si sono rivelate il principale nemico
dell’equipaggiamento militare americano. La sola 3° Divisione di
Fanteria Meccanizzata ha lamentato più di 100 veicoli fuori uso. Le
squadre di meccanici stanno lavorando ventiquattr’ore su ventiquattro
per rimetterli in servizio. I carri armati M1A2 Abrams hanno subito
numerose rotture ai motori, causando grossi problemi agli equipaggi.


Tutti i tentativi effettuati dai paracadutisti statunitensi per
catturare la cittadina di Kirkuk non hanno prodotto risultati. Gli
americani contavano sull’appoggio dei curdi, i quali hanno rifiutato
di prendere parte direttamente all’attacco, chiedendo garanzie al
comando statunitense che esso impedisca un’invasione dei turchi, i
quali dal canto loro evitano di fornire tali garanzie.


Secondo la ricognizione satellitare, sembra probabile che gli iracheni
siano riusciti a portare via in tempo l’elicottero da attacco Apache
Longbow dell’11° Reggimento Aviazione: i pezzi rimasti sul terreno
dopo un bombardamento statunitense indicano che le bombe hanno colpito
una sagoma prodotta alla buona.



I bombardamenti su Baghdad sinora non hanno prodotto i risultati
sperati. Tutti gli obiettivi designati sono stati colpiti da 3 a 7
volte, senza quasi nessun effetto sull’efficienza bellica
dell’esercito iracheno, sulla difesa aerea o sulle strutture di
comando e controllo.


Apparentemente, durante i preparativi per la guerra, gli iracheni sono
riusciti a creare nuove e ben protette linee di comunicazione e centri
di comando: sinora la ricognizione elettronica statunitense non è stata
in grado di localizzare e penetrare la rete di comunicazione del comando
iracheno, il che indica la sua elevata sofisticazione tecnologica.



Particolare motivo di preoccupazione per il comando USA è l’enorme
spreco di munizionamento con guida di precisione e di missili da
crociera. Già la scorta di questi ultimi, come il "Tomahawk",
si è ridotta di un terzo e, all’attuale tasso di utilizzo, in tre
settimane di questi missili rimarrà soltanto l’intoccabile scorta
strategica. Lo stesso problema esiste con gli altri tipi di
munizionamento con guida di precisione. Ieri mattina, durante un
incontro al Pentagono, il generale Richard Mayers ha detto: “Il tasso
del loro utilizzo è incompatibile coi risultati ottenuti. Stiamo
letteralmente gettando oro nel fango!”


Gli esperti statunitensi già definiscono questa guerra una “crisi”.
Il generale Stanley McCrystal, durante la stessa riunione al Pentagono,
ha detto: ”È bastato che il nemico mostrasse una piccola resistenza e
alcune brillanti intuizioni che tutta la nostra superiorità tecnologica
perdesse ogni significato. Il nemico sta usando armi di gran lunga meno
costose per ottenere gli stessi obiettivi per i quali spendiamo miliardi
di dollari in giocattoli prodotti dall’industria della difesa!”



L’attuale svolgimento delle operazioni è stato giudicato dall’alto
comando e dallo stato maggiore “inefficace e indirizzato verso una
crisi”. Il segretario di stato Colin Powell ha ammonito che, se la
guerra in Iraq durasse più di un mese, potrebbe portare a conseguenze
imprevedibili in politica internazionale.



Durante la riunione odierna presso il quartier generale della
coalizione, il generale Franks è stato criticato per inefficienza nel
comando e per la sua incapacità di concentrare le forze a disposizione
sugli obiettivi principali.


Secondo l’intelligence militare russa, il Pentagono ha deciso di
rinforzare significativamente la coalizione. Nelle prossime due
settimane, dalle basi statunitensi in Germania e Albania, giungeranno
nella zona di combattimento circa 50.000 militari e 500 carri armati.
Entro la fine di aprile, verranno mandati in appoggio alla guerra contro
l’Iraq altri 120.000 militari e 1.200 carri armati.



Si è deciso di modificare l’utilizzo dell’aviazione in questa
guerra. L’impiego di munizionamento con guida di precisione verrà
ridotto e riservato solo per attaccare bersagli conosciuti e confermati.
Vi sarà un aumento nell’uso di bombe convenzionali ad alto
rendimento, elevata potenza e munizioni incendiarie. In altre parole,
Washington sta per ricorrere alle tattiche di “terra bruciata” e ad
una campagna di bombardamenti a tappeto.

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