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Antimateria, la Free Energy di Ettore Majorana

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La storia la scrivono i vincitori, quindi ĆØ sempre diversa dalla realtĆ ? Ne parliamo conĀ Teodoro BresciaĀ Dottore di ricerca, docente e scrittore e autore del libro...

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La sera del 25 marzo 1938 Ettore Majorana partì da Napoli con un piroscafo della società Tirrenia alla volta di Palermo, ove si fermò un paio di giorni: il viaggio gli era stato consigliato dai suoi più stretti amici, i quali lo avevano invitato a prendersi un periodo di riposo.

Il giorno stesso, prima di partire, aveva scritto al Collega Antonio Carrelli, Professore di Fisica sperimentale presso lo stesso Istituto di Fisica, la seguente missiva:

“Caro Carrelli, ho preso una decisione che era ormai inevitabile. Non vi è in essa un solo granello di egoismo, ma mi rendo conto delle noie che la mia improvvisa scomparsa potrà procurare a te e agli studenti. Anche per questo ti prego di perdonarmi, ma soprattutto per aver deluso tutta la fiducia, la sincera amicizia e la simpatia che mi hai dimostrato in questi mesi … Ti prego anche di ricordarmi a coloro che ho imparato a conoscere e ad apprezzare nel tuo Istituto; dei quali tutti conserverò un caro ricordo almeno fino alle undici di questa sera, e possibilmente anche dopo.”

Ai familiari aveva invece scritto:

“Ho un solo desiderio: che non vi vestiate di nero. Se volete inchinarvi all’uso, portate pure, ma per non più di tre giorni, qualche segno di lutto. Dopo ricordatemi, se potete, nei vostri cuori e perdonatemi.”

Il 26 marzo Carrelli ricevette da Majorana un telegramma in cui gli diceva di non preoccuparsi di quanto scritto nella lettera che gli aveva precedentemente inviato. Lo stesso giorno fu scritta e spedita anche questa ultima lettera:

Palermo, 26 marzo 1938 – XVI

“Caro Carrelli, spero che ti siano arrivati insieme il telegramma e lettera. Il mare mi ha rifiutato e ritornerò domani all’albergo Bologna, viaggiando forse con questo stesso foglio. Ho però intenzione di rinunziare all’insegnamento. Non mi prendere per una ragazza ibseniana perché il caso è differente. Sono a tua disposizione per ulteriori dettagli.”

Ma Ettore Majorana “non comparve più”.

“L’unica certezza tra tante supposizioni consiste nel prelievo di una considerevole somma di denaro (alcuni stipendi arretrati) che Majorana fece prima di far perdere le sue tracce, l’equivalente di circa 10 mila dollari attuali, oltre che della sparizione del suo passaporto. Anche questo fatto, unito alla razionalità della mente di Majorana, rende poco probabile l’ipotesi del suicidio” …

Riesce piuttosto difficile accettare il fatto che una persona che decide di suicidarsi, ritiri essa stessa il giorno prima della sua “scomparsa”, dalla propria banca, tutti i propri risparmi, e che sparisca anche il suo passaporto.

Ma procediamo con ordine: “Ettore Majorana nasce a Catania il 5 Agosto 1906, in una famiglia benestante e colta. Il padre Fabio era un Fisico; lo zio Quirino, il preferito di Ettore, era un noto Scienziato nel campo della Fisica Sperimentale. Fin da giovanissimo Ettore Majorana è considerato un piccolo genio, egli infatti aveva capacità di calcolo matematico eccezionali, che fecero di Lui una persona del tutto speciale e fuori dal comune già in quei primissimi anni della Sua vita e poi anche in seguito.”

“Ettore Majorana Intraprese inizialmente gli studi di Ingegneria, lasciandoli ben presto per abbracciare quelli di Fisica Teorica sotto la guida del grande Fisico Enrico Fermi (in seguito premio Nobel per la Fisica). Divenne quindi membro del così detto gruppo di Fisici di Via Panisperna, (dal nome della via in cui si trovava appunto l’Istituto di Fisica dell’Università di Roma). Fecero parte del gruppo di Via Panisperna nomi come Edoardo Amaldi, Emilio Segrè, Franco Rasetti, Oscar D’Agostino e Bruno Pontecorvo, che divennero tutti in seguito famosi nel campo della Fisica teorica e sperimentale. All’interno del “gruppo dei ragazzi di Via Panisperna”, Ettore Majorana occupò da subito un un posto particolare e di rilievo, infatti veniva considerato dai suoi compagni un genio! Un giorno poco dopo essere arrivato all’ Istituto di Fisica di Via Panisperna, Ettore Majorana dette una dimostrazione delle proprie abilità di calcolo anche allo stesso Enrico Fermi, il quale in seguito definì Ettore Majorana ‘un Fisico del tutto speciale, la cui importanza poteva essere paragonata solo a quella di Galileo Galilei e di Isaac Newton’.”

“Fermi lavorava allora al modello statistico dell’atomo che prese in seguito il nome di Thomas-Fermi. Il discorso con Majorana cadde subito sulle ricerche in corso all’Istituto e Fermi espose rapidamente le linee generali del modello, mostrò a Majorana gli estratti dei suoi recenti lavori sull’argomento e, in particolare, la tabella in cui erano raccolti i valori numerici del cosiddetto potenziale universale di Fermi. Majorana ascoltò con interesse e, dopo aver chiesto qualche chiarimento, se ne andò senza manifestare i suoi pensieri e le sue intenzioni. Il giorno dopo, nella tarda mattinata, si presentò di nuovo all’Istituto, entrò diretto nello studio di Fermi e gli chiese, senza alcun preambolo, di vedere la tabella che gli era stata posto sotto gli occhi per pochi istanti il giorno prima. Avutala in mano, estrasse dalla tasca un foglietto su cui era scritta un’analoga tabella da lui calcolata a casa nelle ultime ventiquattro ore. Confrontò le due tabelle e, constatato che erano in pieno accordo fra loro, disse che la tabella di Fermi andava bene e, uscito dallo studio, se ne andò dall’Istituto. Majorana era quindi tornato non per verificare se andava bene la tabella da lui calcolata nelle ultime 24 ore, bensì per verificare se fosse esatta quella di Fermi.”

Ecco il ritratto che ne dà, in quel periodo, Laura Fermi:

“Majorana aveva però un carattere strano: era eccessivamente timido e chiuso in sé. La mattina, nell’andare in tram all’Istituto, si metteva a pensare con la fronte accigliata. Gli veniva in mente un’ idea nuova, o la soluzione di un problema difficile, o la spiegazione di certi risultati sperimentali che erano sembrati incomprensibili: si frugava le tasche, ne estraeva una matita e un pacchetto di sigarette su cui scarabocchiava formule complicate. Sceso dal tram se ne andava tutto assorto, col capo chino e un gran ciuffo di capelli neri e scarruffati spioventi sugli occhi. Arrivato all’Istituto cercava di Fermi o di Rasetti e, pacchetto di sigarette alla mano, spiegava la sua idea.”

E ancora:

“Majorana aveva continuato a frequentare l’Istituto di Roma e a lavorarvi saltuariamente, nel suo modo peculiare, finché nel 1933 era andato per qualche mese in Germania. Al ritorno non riprese il suo posto nella vita dell’Istituto; anzi, non volle più farsi vedere nemmeno dai vecchi compagni. Sul turbamento del suo carattere dovette certamente influire un fatto tragico che aveva colpito la famiglia Majorana. Un bimbo in fasce, cugino di Ettore, era morto bruciato nella culla, che aveva preso fuoco inspiegabilmente. Si parlò di delitto. Fu accusato uno zio del piccino e di Ettore. Quest’ultimo si assunse la responsabilità di provare l’innocenza dello zio. Con grande risolutezza si occupò personalmente del processo, trattò con gli avvocati, curò i particolari. Lo zio fu assolto; ma lo sforzo, la preoccupazione continua, le emozioni del processo non potevano non lasciare effetti duraturi in una Persona sensibile quale era Ettore.”

“Già dal 1932 al 1936 Ettore Majorana non aveva più frequentato l’Istituto di Via Panisperna. Solo ed isolato, sempre immerso nei suoi pensieri, un giorno scrisse al fratello Luciano confidandogli: “All’Istituto nessuno capisce nulla. Le mie teorie le possono comprendere solo quattro persone: Bohr, Heisenberg, Dirac e Anderson…”

“Ettore Majorana era conteso da prestigiose università e Istituti di ricerca. Nel 1937 Ettore Majorana accettò, dopo aver rifiutato Cambridge, Yale e Carnegie Foundation, la cattedra di professore di Fisica teorica all’Università di Napoli, dove si legò d’amicizia con Antonio Carrelli, professore di Fisica sperimentale presso lo stesso Istituto di Fisica”.

“Ettore Majorana, operò principalmente come teorico della fisica, le sue opere più importanti hanno riguardato la fisica nucleare e la meccanica quantistica relativistica, con particolari applicazioni nella teoria dei neutrini.”

“In quegli anni Ettore Majorana si rende protagonista di una serie di studi, di intuizioni e di scoperte, che fanno di Lui uno dei più grandi fisici teorici del secolo scorso (se non il più grande). In particolare postula l’ esistenza del Neutrino, anni prima che venga scoperto sperimentalmente. Pionieristica e importante è soprattutto la sua intuizione dell’antiparticella, per es. elettrone/positrone, (che introduce il tema dell’ esistenza dell’“antimateria”).

E da qui prenderebbe le mosse proprio la Sua Free Energy, che Io voglio battezzare: “Free Energy di Ettore Mjorana”. Come vedremo in seguito, si tratta di una nuova una fonte di energia, economica, inesauribile e pulita, che già oggi sarebbe a disposizione dell’ Umanità!

“In fisica l’antimateria è l’insieme delle antiparticelle, corrispondenti per massa alle particelle che costituiscono le materia ordinaria, ma con carica di segno opposto. Ad esempio un atomo di “antidrogeno” è composto da un antiprotone caricato negativamente, attorno al quale orbita un positrone (antielettrone) caricato positivamente”.

“Se particella e antiparticella vengono a contatto si distruggono, emettendo fotoni ad alta energia (raggi gamma) o altre coppie di particelle-antiparticelle, tali che la somma dell’energia totale, precedente e seguente l’impatto, rimanga costante.”

“Gli studi di Majorana diedero un contributo fondamentale allo sviluppo della Fisica moderna e affrontarono in modo originale molte questioni: nella sua prima fase pubblicò i suoi studi riguardanti problemi di spettroscopia atomica, la teoria del legame chimico (dove dimostrò la sua conoscenza approfondita del meccanismo di scambio degli elettroni di valenza), il calcolo della probabilità di ribaltamento dello spin (spin-flip) degli atomi di un raggio di vapore polarizzato quando questo si muove in un campo magnetico rapidamente variabileIl maggior contributo scientifico di Ettore Majorana è tuttavia rappresentato dalla seconda fase della sua produzione, la quale, comprende tre lavori: il lavoro sulle forze nucleari oggi dette alla Majorana, il lavoro sulle particelle di momento intrinseco arbitrario e il lavoro sulla teoria simmetrica dell’elettrone e del positrone, famosa è anche l’equazione di Majorana. Ettore è ricordato, dalla comunità scientifica internazionale, per avere dedotto l’equazione ad infinite componenti che formano la base teorica dei Sistemi Quantistici Aperti”.

“Il 12 aprile 2012 la rivista Science ha pubblicato uno studio che conferma l’esistenza di fermioni da lui teorizzati nel 1938, che hanno la caratteristica di non avere la controparte di antimateria.”

“Ma per i fisici di tutto il mondo, il nome di Majorana è legato anche ad un’ altro mistero, quello dell’ipotetica particella che prende il suo nome, e che godrebbe della straordinaria proprietà di essere materia e antimateria allo stesso tempo. Nulla più di un’ipotesi, all’epoca; oggi, le cose sembrano essere destinate a cambiare. In teoria, materia e antimateria sono del tutto inconciliabili. Quando entrano in contatto, si annichilano a vicenda, liberando energia…”

“Ettore Majorana avrebbe potuto dare un contributo enorme alla fisica nucleare proprio con le particelle dette di “Majorana”. Il suo contributo alla fisica delle particelle resta comunque fondamentale, e ora acquista nuova validità alla luce della teoria della supersimmetria, la quale avalla la tesi di Majorana secondo cui tutte le particelle della famiglia dei fermioni possiedono un’antiparticella a carica zero. Ciò implica l’esistenza di alcuni partner supersimmetrici dei fermioni, come il fotino, il compagno del fotone, e l’higgsino, il compagno dell’ancora enigmatico bosone di Higgs.”

“Si recò a Lipsia e Copenaghen, e gli fu assegnata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche una sovvenzione per tale viaggio che ebbe inizio alla fine di gennaio del 1933 e durò circa sei mesi. L’incontro con Heisenberg fu proficuo, tanto che questi riuscì (lì dove Fermi e gli altri avevano fallito) a far pubblicare a Majorana Über die Kerntheorie, in Zeitschrift für Physik. Abbiamo alcune sue lettere del periodo tedesco.”

“Il 20 gennaio, in una lettera alla madre scrive: ‘All’Istituto di Fisica mi hanno accolto molto cordialmente. Ho avuto una lunga conversazione con Heisenberg che è persona straordinariamente cortese e simpatica’.”

“In una lettera al padre, il 18 febbraio, scrive: ‘ho scritto un articolo sulla struttura dei nuclei che ad Heisenberg è piaciuto benché contenesse alcune correzioni a una sua teoria’.”

“In una lettera spedita a Giovanni Gentile jr. parla di stupida teoria della razza; e nell’ultimo suo articolo pubblicato Majorana esprime, sia pure in modo indiretto, un’opinione positiva del libero arbitrio, opinione che pare incompatibile con il nazismo.”

“Successivamente Majorana si recò a Copenaghen, dove conobbe Niels Bohr. La frequentazione con Bohr lo portò a conoscere altri fisici importanti dell’epoca, tra i quali C. Møller e Arthur H. Rosenfeld, e a frequentare George Placzek, che già da qualche tempo conosceva.”

Il contesto storico, politico, e culturale in cui sono avvenuti i fatti che stiamo analizzando è quello del fascismo in Italia, e del nazismo in Germania … È chiaro che eventi tristi erano già in atto, e venti di guerra erano già intuibili e percepibili, specie per una persona che come Ettore Majorana, che era di intelligenza, cultura (anche umanistica), e sensibilità fuori dal comune.

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“è l’equazione fisica che stabilisce l’equivalenza materiale tra l’energia (E) e la massa (m) di un sistema fisico. Essa venne scoperta nel 1905 dal fisico e filosofo Albert Einstein. Nella relazione di Einstein sono riassunte proprietà fondamentali della massa (materia), evidenziate dalle sue interazioni con l’energia…”

Sicuramente Ettore Majorana era molto avanti nella comprensione dei fenomeni fisici nucleari, come dimostrano i suoi studi: si laurea in Fisica teorica a soli 23 anni, il 6 Luglio del 1929, con una Tesi sulla “Meccanica dei Nuclei Radioattivi”, relatore Enrico Fermi, punteggio 110/110 e lode; e come dimostrano le sue pubblicazioni, come quella “Sulla teoria dei nuclei”, e anche quella sulla “Teoria simmetrica dell’ elettrone e del positrone”, solo per citarne due tra le più importanti e ancora attuali; inoltre le sue scoperte scientifiche: come quella anticipata del neutrone (aveva poco più di 20 anni!), e in particolare quella della “teoria simmetrica dell’ elettrone e dell’ antielettrone”, oggi molto in auge per la sua applicazione a neutrini e anti neutrini, (“antimateria”). Ettore Majorana quindi era di sicuro più che consapevole della grande energia intrinseca della materia stessa, del nucleo dell’ atomo, e quanto questo tipo di studi e scoperte, allora all’ avanguardia, potevano essere potenzialmente pericolose nelle mani sbagliate.

Torniamo per un momento alla teorizzazione del Neutrone fatta da Ettore Majorana, poiché la ritengo un episodio chiave anche per capire la personalità del giovane scienziato. In questo caso non si evidenzia solo la statura dello scienziato, poco più che ventenne, ma anche la sua “psicologia”; infatti, malgrado fosse stato ampiamente sollecitato a pubblicare questa importante teoria anche dallo stesso Fermi, si rifiutò di farlo… Leonardo Sciascia così si esprime in merito nel suo lavoro La scomparsa di Majorana: “E così facendo aveva rinunciato ad un possibile premio Nobel! Inoltre quando la teoria di Heisenberg venne accettata e celebrata non condivide il rammarico degli altri Fisici dell’Istituto romano … Ma concepisce nei riguardi del Fisico tedesco un sentimento di ammirazione (e in ciò concorre la coscienza di sé) e di gratitudine (e in ciò concorre la sua paura). Heisenberg gli è come un amico sconosciuto: uno che senza saperlo, senza conoscerlo, l’ha come salvato da un pericolo, gli ha come evitato un sacrificio.”

Ettore Majorana diviene poi nel 1937 Professore Ordinario di Fisica teorica presso la Regia Università di Napoli, a seguito della proposta della commissione esaminatrice avvenuta “per meriti speciali”, (commissione presieduta dallo stesso Enrico Fermi). Viene quindi nominato Ordinario di Fisica teorica presso la facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali della R. Università di Napoli “per l’alta fama di singolare perizia cui è pervenuto nel campo degli studi di Fisica teorica…”

“Inoltre, lo stesso Enrico Fermi risulta si sia recato in Sicilia a trovare Ettore Majorana proprio poco tempo prima della sua scomparsa, anche in seguito ad un esperimento precedente in cui i ragazzi di Via Panisperna, avendo bombardato l’uranio con dei neutroni, durante un loro esperimento, non capirono bene quale fenomeno si fosse scatenato… E in questa occasione della visita in Sicilia, lo stesso Enrico Fermi lasciò il suo quaderno di appunti sull’ uranio proprio ad Ettore Majorana, per poter forse avere da lui “lumi” in merito. Forse questa circostanza ha dato ad Ettore Majorana la possibilità di capire in anticipo che fenomeni fisici di natura nucleare potenzialmente distruttivi sarebbero stati possibili in futuro, se i fenomeni stessi fossero stati capiti e spiegati?”

In questo sicuramente Ettore Majorana non si era sbagliato! Se, come è vero, “Enrico Fermi progettò e guidò la costruzione del primo reattore nucleare a fissione, che produsse la prima reazione nucleare a catena controllata, e fu uno dei direttori tecnici del Progetto Manhattan, che portò alla realizzazione della bomba atomica nei laboratori di Los Alamos… che qualche anno dopo, Il mattino del 6 agosto 1945 alle 8.16, l’Aeronautica militare statunitense lanciò sulla città giapponese di Hiroshima, seguita tre giorni dopo dal lancio dell’ordigno “Fat Man” su Nagasaki. Il numero di vittime dirette è stimato da 100.000 a 200.000, quasi esclusivamente civili.”

Allora l’ipotesi di un volontario auto isolamento di Ettore Majorana, che abbia avuto come scopo principale quello di non rivelare al mondo le sue importanti intuizioni e scoperte sulla materia, e sulla sua enorme energia intrinseca, (anche potenzialmente distruttiva), che avrebbero potuto determinare effetti negativi e distruttivi, da lui certamente non desiderati, sulla vita delle persone e dell’ umanità tutta, qualora questa energia fosse stata rivolta al male, potrebbe essere coerente con la sua presunta volontaria “scomparsa…”

Questa ipotesi del tutto verosimile concorderebbe con quella formulata da Leonardo Sciascia, nel suo libro La scomparsa di Majorana, già sopracitato.

“Ettore Majorana si sarebbe rinchiuso nella Certosa di Serra San Bruno, per sfuggire a tutto e a tutti, dal momento che non sopportava la vita sociale. L’ipotesi monastica si riallaccia alla gioventù di Ettore, che aveva frequentato l’Istituto Massimiliano Massimo dei gesuiti a Roma. Un possibile legame con il passato che si fa vivo, una parte della sua giovinezza. Su questa pista si erano inoltre indirizzate le ricerche della stessa famiglia, la quale scrisse a Papa Pio XII Pacelli, promettendo di non voler affatto interferire sulle scelte eventualmente maturate da Ettore, al solo scopo di sapere dal Vaticano semplicemente se egli fosse vivo: ma nessuna risposta, di nessun segno, venne mai fornita.”

Le indagini sulla “scomparsa” di Ettore Majorana sono state tempestive e importanti fin dal primo momento, tale era la fama che il personaggio si era già guadagnato… Lo stesso Duce, su sollecitazione di Enrico Fermi, le sollecitò personalmente agli organi di Polizia e gli stessi servizi segreti italiani se ne occuparono direttamente dietro suo ordine. Secondo talune testimonianze Majorana sarebbe stato avvistato e riconosciuto a Napoli giorni dopo la sua presunta “scomparsa”. C’ è agli atti della Polizia la testimonianza molto importante di una donna, che avrebbe dovuto conoscerlo bene, in quanto era stata sua infermiera, e che quindi difficilmente avrebbe potuto sbagliarsi sulla circostanza riferita. Proprio questa testimonianza in particolare, escluderebbe l’ ipotesi (a mio parere di per sé poco credibile) del suicidio … Poi c’ è anche una seconda testimonianza significativa, (anche per il proseguo di questo racconto), sempre agli atti della Polizia, rilasciata dal Padre Gesuita De Francesco, che riferisce il fatto che “un giovane, molto rassomigliante ad Ettore Majorana, negli ultimi giorni di marzo o ai primi di aprile, si era presentato al superiore della Chiesa detta del Gesù Nuovo, in Napoli, (sita nei pressi sia dell’Hotel Bologna, dove allora Ettore Majorana risiedeva, che dell’Istituto di Fisica, chiedendo di essere ospitato per un ritiro Spirituale, ma poi a causa di difficoltà burocratiche non si ripresentò…” Negli anni recenti inoltre c’ è anche chi sostiene di aver incontrato Ettore Majorana in Argentina… Sembra che indagini a questo proposito sulla “scomparsa” di Ettore Majorana sono state riaperte di recente in Italia, ufficialmente dalla magistratura, e speriamo che facciano completa luce su tutta la vicenda.

Ora esporrò i fatti clamorosi, se confermati, che hanno dato origine al titolo piuttosto impegnativo di questo mio articolo: “Antimateria, la Free Energy di Ettore Majorana”.

Esiste una persona che è ancora in vita, il suo nome è Rolando Pelizza, (fonte comunicato stampa: “La verità su Ettore Majorana. Nasce una Nuova Scienza”, a firma Pietro Panetta, Presidente dell’ Associazione Internazionale Progetto Vita, sito web: progevita.com), che sostiene di aver conosciuto Ettore Majorana, “il Professore”, da dopo 20 anni dalla sua presunta “scomparsa”, a partire dall’anno 1958. E perfino di averlo in seguito frequentato sistematicamente, ma non dice esattamente dove.

(Nota dell’ Autore: forse alla Certosa di Serra San Bruno, nei pressi di Lamezia Terme, in Calabria, come ipotizzato da Leonardo Sciascia nel suo La scomparsa di Majorana?). Già questa prima è un’affermazione così importante e clamorosa, che mi domando per quale motivo non sia ancora stata vagliata e verificata dalla Magistratura, la quale ha riaperto di recente l’indagine sulla presunta “scomparsa” (in Argentina?) di Ettore Majorana, al fine di fare luce completa, finalmente, sugli eventi accaduti.

Ma c’ è molto di più: “Rolando Pelizza sostiene che Ettore Majorana, avendolo preso a ben volere, in quanto anch’egli era dotato di capacità matematica e di intelligenza scientifica, gli avrebbe trasmesso tutti i principi teorici di una nuova fisica, e che egli stesso Rolando Pelizza sarebbe stato messo in grado, da queste conoscenze scientifiche acquisite di Fisica teorica, ottenute direttamente da Ettore Majrana, di realizzare una macchina “fantascientifica” (chiamata attualmente “Raggio di Vita”), basata sull’antimateria, il cui fascio da essa generato, permette di trattare e modulare appunto l’antimateria, e sarebbe in grado di annichilire la materia attraverso la generazione di un enorme calore all’interno della materia bersaglio stessa…”

Ma qui si aprirebbe un altro capitolo importante e grave della vicenda: ovvero il fatto che una tale apparecchiatura, in grado di scatenare un’ energia enorme, e direzionabile a fascio, e in grado di annichilire, ovvero disintegrare la materia stessa, si presterebbe anche ad essere impiegata come un’arma distruttiva micidiale… e nel proseguo vedremo che questo avrà delle implicazioni negative sugli sviluppi della vicenda…

Ma procediamo con ordine. Dirò subito che quanto affermato da Rolando Pelizza (riferito da Pietro Panetta), sarebbe del tutto coerente con molti dei particolari che a mano a mano abbiamo rivelato e riveleremo anche in seguito. Non sta a me giudicare, nel senso di dare pareri oggettivi, ufficiali e definitivi su tutta la vicenda, (anche se me ne sono fatta un’opinione personale che mi fa ritenere che sia verosimile…). Aggiungo soltanto che varrebbe la pena di verificare i fatti esposti da Pietro Panetta, in modo sistematico e ufficiale, anche nell’interesse della famiglia di Ettore Majorana che ha tutt’ora il diritto di conoscere la verità (se ancora non la conosce). Su quanto accaduto ad Ettore Majorana nell’anno 1938, ma soprattutto nell’ interesse della comunità scientifica, che da sempre considera Ettore Majorana un Fisico e uno Scienziato di primissimo livello, forse il più importante del ‘900, che sarebbe stato sicuramente degno di un premio Nobel…

Naturalmente se questa nuova Fisica introdotta ed enunciata da Ettore Majorana, di cui parlano Rolando Pelizza, Pietro Panetta (e non solo loro…) fosse legata in particolare alla scoperta dell’antimateria, se venisse confermata, e se l’apparecchiatura sopracitata esistesse veramente, l’umanità farebbe un progresso enorme, poiché avremmo a disposizione una nuova fonte di energia, economica, illimitata e pulita! Ovviamente se usata per scopi civili… Quindi sarebbe soprattutto interesse dell’Umanità fare piena luce su tutta la vicenda!

“Già nei primi anni ’70 la macchina Raggio di Vita, in grado come dicevamo di trattare e modulare l’antimateria, era già stata costruita da Rolando Pelizza, ed era funzionante!”

Mi rendo conto del fatto che al lettore questa possa apparire come una storia fantastica, ma direi proprio che le cose stanno in tutt’ altro modo, sono reali! Molti sono stati infatti nel passato i diretti testimoni dei fatti descritti, e lo avrebbero potuto confermare se a loro richiesto. Anche nel presente ci sono ancora delle persone che sono state diretti testimoni di fatti e circostanze, e che hanno elementi per poter confermare quanto sopra descritto…

Ma come mai, allora, di questa incredibile invenzione “Raggio di Vita” fatta già nei primi anni ’70, poco se ne é parlato? E soprattutto come mai le ricadute positive di questa nuova tecnologia energetica non ci sono ancora state? E per questo motivo continuiamo ad utilizzare combustibili di origine fossile che inquinano l’atmosfera (CO2), facendoci ammalare, e mettendo a repentaglio la sopravvivenza dello stesso pianeta Terra, a causa del conseguente riscaldamento globale?

Cerchiamo di capire meglio.

Il testo che segue, che riporto integralmente, è stato tratto dal comunicato stampa “La verità su Ettore Majorana. Nasce una Nuova Scienza”, a firma Pietro Panetta, Presidente dell’ Associazione Internazionale Progetto Vita, scaricabile dal sito web progevita.com

Rolando Pelizza racconta che “dopo 20 anni dalla sua scomparsa, avvenuta per sua volontà, Ettore Majorana lo conosce, e siamo nel 1958. (Nota dell’Autore: forse alla Certosa di Serra San Bruno, nei pressi di Lamezia Terme, in Calabria, come ipotizzato da Leonardo Sciascia nel suo La scomparsa di Majorana?) Ettore Majorana individua in lui un giovane dotato e portato per natura alla matematica, ciò che probabilmente cercava, e gli propose di collaborare con lui. Inizia così per Rolando Pelizza una lunga formazione di studi sulla Fisica e Matematica, il Maestro mano a mano trasferisce a lui tutte le conoscenze per portare a termine il suo progetto teorico, al quale già lavorava da molti anni. Rolando Pelizza ha il merito non solo di aver appreso la conoscenza teorica, fisica e matematica, ma anche di aver tradotto la teoria in applicazione praticaInfatti già nei primi degli anni ’70 era in possesso di una apparecchiatura che avrebbe scatenato il mondo militare ad accaparrarsi quella che senza metafore sarebbe stata l’arma più potente del mondo, a costi irrisori. Ma Rolando e il suo Maestro (Ettore Majorana) non cercavano l’arricchimento personale, e mai e poi mai costruire un’arma; ma si erano impegnati con la convinzione di dare al mondo tranquillità di vita e benessere. Ecco dunque l’impegno di non permettere a nessuno d’impiegare questa nuova conoscenza a fini di distruzione di massa.”

“A questo punto però entra in gioco un altro personaggio che avrà in tutta questa vicenda un ruolo di primo piano: Massimo Pugliese. Egli si era inizialmente presentato come consulente per il finanziamento e lo sviluppo d’iniziative di nuovi ritrovati applicativi; in realtà Rolando Pelizza seppe dopo che era Ten. Col. dei Carabinieri aggregato al SISDE in aspettativa. Tramite Massimo Pugliese viene coinvolta poi l’ Ambasciata Americana in Roma con il Funzionario addetto John Louis Manniello, il quale chiede un esperimento che dimostri gli effetti sui vari materiali e possibilmente registrato su nastro magnetico. Questo avvenne successivamente con l’inviato personale del presidente Ford, Ing. Matteo Tutino, che esprimeva i complimenti per la monumentale scoperta e il grande interesse americano. L’accordo proposto era di creare una società con il Governo americano e Pelizza (allora chiamato Gruppo Europeo) al 50%, valutata un miliardo di dollari.

Se non fosse stato possibile modificare la legge che vieta al Governo USA di partecipare in società private, sarebbe intervenuto un soggetto sotto il controllo del Governo americano. Pelizza era d’accordo e ribadiva la condizione che fosse necessario ultimare le ricerche che rendevano la macchina utile ad applicazioni pacifiche, escludendo tutto quanto fosse di natura bellica. Nel momento di concludere richiedeva, come prova ulteriore, di abbattere 5 satelliti in orbita, e consegnava l’elenco delle coordinate relative con l’aggiunta di poter usufruire della Macchina sia per fini pacifici che militari. A questa richiesta Pelizza si oppone con fermezza e tronca ogni trattativa.

Pugliese a questo punto si scatena, mandando rapporti e filmati a destra e a manca, informando politici italiani, agenti sia dei servizi italiani che stranieri, trattando e mettendo in circolo bozze di contratti, mai autorizzati, tenendo conferenze ed improvvisando discussioni di teorie scientifiche, ecc.”

“Ma non solo Pugliese si dava un gran da fare: anche gli amici di Brescia, il cui numero si era ormai allargato, non perdevano occasione per proporre incontri e contatti. Così si arriva a Loris Fortuna, allora Presidente della Commissione Industria, che all’inizio mostra grande interesse con roboanti promesse, finite nel nulla. Mentre tramava con Pugliese e si era intrattenuto anche con Tutino, ottiene di far dare al Prof. Ezio Clementel allora Presidente del CNEN l’incarico per la richiesta di una prova sperimentale su delle lastre d’acciaio fornite dallo stesso Clementel. Eseguite le prove gli vengono restituite le lastre trattate ed accompagnate dal filmato relativo, tramite Pugliese.

L’Ottimo Professore così concludeva: “Se l’esecuzione delle prove ha avuto luogo in maniera corretta….” scriveva prudentemente nella sua relazione, e quell’espressione “maniera corretta” si riferiva alla videoregistrazione in cui si vedeva che l’apparecchiatura dell’esperimento era alimentata da una modesta batteria, “…le potenze in gioco sono enormi…e i risultati dell’esperimento richiesto non sono ottenibili dalle tecnologie attualmente conosciute”; questo in una poderosa relazione consegnata all’allora Presidente del Consiglio dei Ministri. Tempo perso, ma non basta. Richiesta di un nuovo esperimento. Gli si fa presente che dato il periodo invernale la zona è inaccessibile a causa della neve. La risposta fu un ultimatum: se entro i successivi 15 giorni non si dava corso a quanto richiesto, ogni trattativa italiana era da considerarsi chiusa.

“Inizia così il rapporto con il Governo belga: primo, la richiesta di una prova sperimentale alla presenza di un loro esperto sui laser. Prova eseguita, con la relazione prodotta dall’esperto, che tra l’altro ere un Colonnello dell’Esercito NATO. In Belgio viene prospettato un accordo nel quale lo Stato Belga e una nostra società, che doveva essere una Holding Lussemburghese alla quale conferire i diritti di proprietà, costituivano una società mista al 50% ciascuno. Lo Stato Belga s’impegnava a finanziare quanto necessario per la continuazione della ricerca e avrebbe versato cinque miliardi di franchi belgi di allora a pagamento del 50%, subordinato alla riuscita di un esperimento da eseguirsi in Belgio.

Pugliese in questa trattativa viene, da noi, messo da parte. E manco a dirlo il Governo Italiano, come osservatore, dà incarico all’allora Ministro Plenipotenziario Antonio Mancini, grande persona per serietà, onestà ed umanità che ricordiamo con affetto e stima. Il Parlamento belga, per autorizzare il contratto, deve modificare cinque loro leggi. La stesura del contratto, in lingua francese, e sotto il controllo dell’avvocato dello Stato belga; da parte nostra affidiamo l’incarico ad un avvocato di Brescia che conosce la lingua, raccomandando i punti di assoluta priorità non negoziabili. Arriva il giorno della firma alla presenza dei cinque Ministri. Il Primo Ministro e Pelizza firmano il contratto, segue il deposito, in cassetta di sicurezza, della documentazione tecnica presso la Banca dello Stato. La chiave la teneva il Direttore, il codice in cifra il Primo Ministro e Pelizza. Lo sblocco sarebbe avvenuto dopo il pagamento. A casa rileggendo con attenzione il contratto ci si accorge che i punti di assoluta priorità che non dovevano essere alterati sono espressi così: “i Ministri s’impegnano da gentiluomini a rispettare …”, ma i Ministri non sono eterni e chi verrà rispetterà l’impegno?”

“Inizia un contenzioso con incontri: il primo nella residenza privata del Primo Ministro con l’avvocato dello Stato belga, Pelizza, Mancini e Panetta, dove si chiede di modificare quei punti che verbalmente erano stati accettati e, mentre si negava la possibilità di correggere il contratto, il Primo Ministro sfogliava il dossier nel quale s’intravedeva qualche foglio della documentazione depositata in banca. Se questo era vero significava che la cassetta di sicurezza era stata violata, non vi era certezza, ma il dubbio s’alimentava e si spiegavano anche certi atteggiamenti. Il diniego ricevuto induce Panetta, che rappresentava l’assoluta maggioranza della società, a chiedere udienza all’avvocato dello Stato Belga. Seguono diversi incontri convenendo alla fine quanto segue: l’avvocato dello Stato Belga concordava con il Primo Ministro telefonicamente in presenza di Panetta, di dare corso agli esperimenti protocollati nel contratto, ma che in caso di esito negativo il contratto sarebbe decaduto automaticamente, rendendo libere le parti da ogni obbligo. Questo costringeva a fare l’esperimento per non essere inadempienti; quindi si decide di dare corso all’esperimento con l’intento di non farlo riuscire.

Fissato il giorno dell’esperimento, il Min. Mancini con i Belgi organizza il trasferimento della Macchina da Chiari (BS) a bordo di un furgoncino scortato dalla Polizia politica in borghese, con destinazione Aeroporto Militare di Ghedi, dove veniva caricata su un aereo militare belga, a bordo del quale salivano Pelizza, Panetta, Mancini e un Professionista di Roma. Oltre ai piloti c’era il Colonnello belga che in precedenza assistette ad un prova sperimentale in Italia, e dalla cui relazione il Governo belga autorizzò il contratto, che gli valse la promozione a Generale. Destinazione zona militare di Braschaat, in Belgio. Arrivati, si chiuse la macchina, e le chiavi furono consegnate a Pelizza. Il giorno seguente, ad assistere alle prove del protocollo oltre noi c’erano il Generale belga, tre Professori di un Centro europeo, due ricercatori italiani tra cui Ezio Clementel, Professionisti della società, avvocati e altre persone che non furono presentate. Nell’angusto bunker, dove era stata posta la macchina, Pelizza avvia alcune prove fuori dal protocollo su materiali trovati nel locale e perfettamente riuscite. Con lui assistevano Mancini e Panetta, e si dava inizio alle prove. La prima, non contemplata, era di distruggere un carro armato. Era chiaro l’intento bellico, quindi si avvia la macchina con il comando di autodistruzione che provoca un gran polverone nel piccolo ambiente, ma nessun rumore, solo il naturale fumo per effetto della combustione dei materiali della macchina. Da lì a poco arriva l’Avvocato dello Stato belga con in mano la lettera di annullamento del contratto che consegnava al Presidente della Società, e intrattenendosi a parlare con Pelizza e Panetta esprimeva il piacere della conoscenza, aggiungendo “per Voi, quando volete, la porta è sempre aperta”. Quella porta non fu mai riaperta. Nello sconcerto e delusione generale (aspettavano i soldi, circa 130 miliardi di lire di allora, e conoscendo la generosità di Pelizza già sognavano chi sa che) Clementel, che s’intratteneva a parlare con Panetta e senza farlo vedere esprimeva una celata soddisfazione, senza parlare del Min. Mancini che da grande servitore dell’Italia, riteneva che una tale scoperta dovesse essere prima Italiana e poi del mondo. A pensarci bene aveva ragione, la scoperta è solo opera d’italiani. (Il Genio e la cultura del Sud con l’intelligenza e l’efficienza del Nord, ecco l’Italia unita; ndr). Si torna a casa lasciando i resti in Belgio, nessuno dà più notizie, nessuno si preoccupa di sapere cosa fosse veramente successo; gli unici a preoccuparsi sono gli “amici” di Brescia e altri faccendieri che s’inseriscono in questo gioco al massacro.

Infatti, si seppe molto dopo che la parola d’ordine che circolava fra loro era: “bisogna costringere Pelizza a mollare la scatola, magari facendolo arrestare”; questo più o meno il senso e la scienza trattata ad involucro. Invece Pugliese relazionava il “suo” Capo dei Servizi esprimendo il suo convincimento che bisognava costringere Pelizza a cedere la sua invenzione e se necessario, procedere a farlo arrestare.

Si percepiva un disagio, vi furono indagini fiscali e giudiziarie e altre seccature, fino a costringere Pelizza ad allontanarsi dall’Italia. Pugliese, dopo qualche tempo, viene incriminato, con altri, dal giudice Palermo. Dalle perquisizioni eseguite a Pugliese rinvengono una montagna di carte, relazioni e altro materiale che era solito accumulare, tanto da coinvolgere Pelizza costringendolo a una latitanza di 11 anni, con l’accusa di aver costruito e posto in vendita un’arma da guerra definita Raggio della Morte proprio da chi ha rinunciato ad una somma enorme per non aderire all’uso bellico della sua scoperta.

Non ci dilunghiamo oltre su questa meschina vicenda, ma non possiamo dimenticare il ruolo avuto dal caro amico Min. Mancini; diciamo subito che ci è stato vicino nel bene e nel male in modo disinteressato. Ha cercato sempre di essere utile, nel libro vi saranno tutti i dettagli. Pensando di trovare aiuto intellettuale ha presentato noti fisici, sui quali non commentiamo, mentre in particolare su un Professore che insegnava fisica subnucleare all’Università di Napoli ci soffermiamo un momento. Mancini e Panetta incontrano il Professore. Panetta illustra la costruzione dell’apparecchiatura dando delle spiegazioni sul principio. Per quanto a sua conoscenza, il Professore ascolta con interesse, e dopo circa due ore risponde: “vi ringrazio della fiducia, ho ascoltato con molto interesse quanto mi avete esposto, ma pur insegnando fisica subnucleare, su tale argomento mi trovo come un bambino alla prima elementare.” Quest’incontro è stato illuminante, come può qualcuno conoscere una cosa che non ha mai studiato? Bastava pensarci prima.

“Tra le more di questi eventi Pelizza aveva completato parzialmente i calcoli per riscaldare la materia e proprio in presenza del Min. Mancini e di un Autorevole Professore l’esperimento in laboratorio riusci perfettamente. Anno 1981, “inizio di una nuova era” commentava il Min. Macini. Ma malgrado il forte interessamento da lui profuso, come incaricato del Governo italiano, subiva la richiesta che si doveva proporre ancora come esperimento il sistema distruttivo ad una commissione; invece come esperimento per riscaldare il materiale non vi era interesse a possibili trattative. Esattamente il contrario di quanto si voleva. Ecco che aumentano le azioni di carattere giudiziario, fiscale, controlli ed altro con il risultato di emissioni di mandati di cattura a Pelizza ed ai suoi collaboratori. Tutti completamente assolti.”

“Lo diamo come anteprima: dalle prove fatte si evince che la materia trattata potrebbe raggiungere circa il 40% del suo punto di fusione senza nessuna usura o alterazione del materiale impiegato. Certo non si è pronti per una applicazione di tipo industriale, ma certamente si è sulla buona strada. Vi terremo informati. Prima l’effetto serra.”

Su questo periodo ci fermiamo qui, altrimenti finiamo per scrivere mezzo libro.

“Su Il Giornale del 6 luglio 2010 compaiono due pagine dove una Fondazione di Vaduz dichiarava di essere in possesso di un processo simile al nostro, che da oltre 10 anni qualcuno cercava di collocare. Ricompare un oscuro personaggio, anche lui collegato con Pugliese, che da anni cercava momenti di gloria scientifica e che già nel 2001 è stato da noi ammonito di smetterla, altrimenti avremmo preso le misure legali necessarie. Per smentire quanto era riportato, invece d’interpellare un altro media, abbiamo chiamato l’articolista rappresentandogli la nostra verità. Inizia un fiume di telefonate, indagini su dove si trova o si trovava Majorana, spunta Cappiello e via dicendo. Esce su Il Giornale del 26 settembre 2010 un articolo a pag. 18 con un sottotitolo: ‘Alcuni documenti provano gli esperimenti fatti dallo scienziato Clementel negli anni ‘70…’ Clementel non ha fatto nessun esperimento, ha valutato gli esperimenti fatti da Pelizza, da lui stesso richiesti. Perché creare equivoci, quando era stato detto in modo chiaro? E poi, che centra Cappiello? La smentita era soltanto per dire che la Fondazione non è la proprietaria, ma c’è chi lo è veramente. Il resto non c’entra. Quello che non si capisce è: a che serve questa disinformazione? Danneggia chi scrive quanto chi legge.”

Nasce una nuova Scienza

“A volte si dice “non tutti i mali vengono per nuocere”. Negli 11 anni di latitanza passati all’estero, con disagi per lui e per la sua famiglia, Pelizza si concentra sul lavoro iniziando lo studio dei calcoli per mettere a punto il modello matematico che serve, poi, a regolare la sua macchina per intervenire e risanare il buco dell’ozono, il primo lavoro in calendario. Questi calcoli trovano ultimazione non più tardi di pochi mesi fa. Perché tanto tempo? Semplicemente perché le decine di migliaia, o più, di variabili sono calcolati con carta e penna. Si potrebbe ridurre enormemente questa fatica adottando un calcolatore. Si è tentato, ma i risultati forniti sono completamente sballati. Purtroppo, malgrado la potenza di calcolo degli odierni sistemi informatici, non sono utilizzabili con questa Nuova Matematica. I computer impiegati contengono nella CPU istruzioni matematiche anche di grande complessità, ma tutto si basa su quanto conosciuto oggi. Quindi non sono adatti a elaborare qualcosa che allo stato attuale non è documentato né conosciuto. Questo aspetto viene rivelato solo oggi, tutti coloro che si sono avvicinati a questa vicenda non conoscevano questo importantissimo particolare. Ciò ha preservato dai tanti furti di prototipi, in costruzione o completamente finiti, e dal loro impiego, come pure dalla diffusione dei disegni costruttivi, ormai quasi di dominio pubblico. (Pugliese docet)”

L’Antimateria, questa sconosciuta

“Cerchiamo in breve di far capire di cosa trattiamo: la macchina genera un’antiparticella che ha una durata di vita di 5 millesimi di secondo che alla velocità della luce raggiunge circa 1500 km. Si programma su un materiale, supponiamo ferro: il fascio a contatto con il ferro crea la reazione di annichilamento. Ciò vuol dire che abbiamo inviato antiparticelle negative che a livello atomico, con le particelle positive, generano la reazione, sviluppando calore nella proporzione dello spazio interessato, senza nessun effetto collaterale. Infatti, se noi davanti al ferro ponessimo una tavola di legno, ostruendo la visibilità, l’effetto sul ferro rimane identico e il legno resta inalterato. Il fascio è perfettamente trasparente, reagisce solo a contatto con il materiale programmato e non emette nessun tipo di radiazioni. L’energia richiesta è solo quella che serve ad alimentare 5 piccoli motorini. Questo manda in tilt i fisici più radicali. Se poi aggiungiamo che, dopo complessi calcoli, naturalmente, si è in grado di stabilire se distruggere o riscaldare, in questo caso senza logorio della materia, di stabilire lo spessore e le dimensioni da trattare, insomma modulare il fascio ai fini voluti, allora ci siamo fatti dei nemici certi che faranno e diranno di tutto pronti a recitare a memoria la teoria dei quanti. Sia chiaro che comprendiamo che chi ha studiato con impegno stenta ad accettare una teoria che tra l’altro non s’inquadra con le proprie conoscenze, ma è proprio questo il nuovo in assoluto.

Una Nuova Scienza che ci permette di risanare il globo terreste liberandolo dall’effetto serra, con enormi vantaggi per l’industria e la produzione di energia che ancora è legata al petrolio. Dare più vitalità e opportunità di lavoro, cercando successivamente di preservare meglio l’emissione dei fumi. A tale proposito abbiamo in cantiere un progetto a parte che sottoporremo appena pronti. Il momento è grave e bisogna correre al più presto ai ripari, non siamo noi a dirlo, ma autorevoli fonti di studio del settore, vedi “La Terra va in riserva, finite le risorse naturali”, La Repubblica 17 agosto 2010 a pagina 11 e altri studi di cui sicuramente voi siete a conoscenza.

Nota di precisazione

“I fatti descritti sono solo per verità storica, per il resto abbiamo altro a cui pensare. Un particolare grazie va ha coloro che ci hanno aiutato in momenti difficili, avranno un riconoscimento sostanziale e saranno giustamente gratificati. Un segnale particolare vogliamo darlo a chi da anni ci segue, controlla e ogni tanto porta via qualcosa. Si tranquillizzi, da oggi sarà tutto pubblico, così potrà o potranno mettere il bastone tra le ruote con meno fatica. Infatti di recente si è stati oggetto di precise minacce in base alle quali, se mettiamo in essere quanto stiamo proponendo, loro faranno di tutto per ostacolarci, con azioni giudiziarie, amministrative, fiscali e all’occorrenza con la privazione della libertà, il tutto esteso anche a coloro che hanno avuto un ruolo marginale.”

Conclusione

“Dopo le ultime vicende si era quasi tentati di abbandonare tutto e dedicarci alle nostre famiglie, che abbiamo sacrificato e trascurato, e lasciare che il mondo segua il suo tragico destino. Ma la nostra coscienza ha prevalso, ci sembrava un atto di vigliaccheria, quindi decidiamo di costituire l’Associazione Internazionale Progetto Vita, il cui motto è “Lavoro a Tutti per il Diritto alla Vita”. I poveri debbono avere dignità di vita e benessere, i ricchi maggiori opportunità di guadagno. Riteniamo giusto informarvi direttamente e dirvi chi siamo e cosa facciamo e soprattutto quali sono le motivazioni che ci hanno spinto e ci guidano nell’immediato futuro, dichiarando con onestà il nostro passato. Non per trovare giustificazioni, ma per la massima trasparenza che vogliamo imporre e dare. Se qualcosa non vi torna, chiedete pure, evitiamo la disinformazione, siamo a disposizione. Da oggi non possiamo più ignorare, abbiamo il dovere di difendere ciò che abbiamo creato.”

“Inoltre, per evitare ogni dubbio, la costruzione della macchina sarà affidata al Comitato Tecnico della nostra Associazione, diretto dall’Ing. Enrico Sciubba, Docente alla Facoltà d’Ingegneria Meccanica all’Università La Sapienza di Roma, dando solo la nostra assistenza. Non segretamente come fino ad ora è stato fatto. Potete seguire gli sviluppi, se l’Ing. Sciubba vi consentirà di farlo, noi non abbiamo obiezioni. Alla prova finale, poi, sarete tutti invitati. Questo nostro Comitato è l’unico ad essere autorizzato alla costruzione delle macchine.”

“Conclusioni finali: quanto accaduto ha avuto come effetto circa trenta anni di ostacoli, impedimenti, boicottaggi, con tentativi di costrizione anche della libertà, senza contare l’impossibilità di svolgere qualsiasi attività; ciò nonostante con sacrifici siamo riusciti a mettere a punto il processo per risanare l’effetto serra. Questo è stato il motivo che non ci ha permesso d’anticipare almeno di 10 anni l’utilizzo di questa scoperta che sicuramente avrebbe aiutato il mondo. Quindi ora se l’opinione pubblica non ci aiuta a realizzare questo progetto, visto che il Potere non ha fatto altro che ostacolarci con ogni mezzo, nostro malgrado abbandoneremo tutto, con grave danno per il mondo intero e soprattutto per la scienza. Vorremmo che ciò non accadesse, noi faremo tutto il possibile, se tenteranno di creare ancora ulteriori impedimenti ed azioni diffamatorie, Voi tutti tenetene conto.”

Associazione Internazionale Progetto Vita

il Presidente Pietro Panetta

 

Ho voluto riportare alla lettera quanto sopra esposto in quanto si tratta di un documento Ufficiale (Fonte comunicato stampa: “La verità su Ettore Majorana. Nasce una Nuova Scienza”, a firma Pietro Panetta, Presidente dell’Associazione Internazionale Progetto Vita, sito web: progevita.com), per la massima precisione, e non lasciare nulla alla mia personale interpretazione. Ovviamente chi ha diffuso in forma Ufficiale quelle dichiarazioni e quelle descrizioni dei fatti riportati se ne prenderà la responsabilità in prima Persona… Io sono un ottimista per natura, e anche alla luce di un’analisi razionale di tutto il contesto e della situazione storica e scientifica in cui i fatti si sono svolti, (e anche alla luce di altri fatti di cui sono direttamente a conoscenza), non ho ragione di dubitarne; anzi credo siano corrispondenti alla realtà e a quanto è realmente accaduto. Spetterà ad altri fare le opportune verifiche e mettere tutto in chiaro, e la stessa Magistratura potrebbe e dovrebbe interessarsene…

Si evince comunque da quanto sopra riportato fedelmente, un fatto molto grave: che una tecnologia meravigliosa, dovuta alla Fisica dell’antimateria di Ettore Mjorana, e a Rolando Pelizza, che avrebbe potuto migliorare la vita materiale degli Uomini e salvaguardare anche quella del pianeta Terra, che era già disponibile 40 anni fa, è stata celata per non dire insabbiata, da diversi governi e autorità varie, sia nazionali che straniere, che invece avrebbero dovuto operare per valorizzarla e diffonderla, nell’ interesse di tutta l’ Umanità…

Come sappiamo, un analogo “insabbiamento” si è già verificato anche per diverse scoperte e invenzioni del grande Scienziato Nikola Tesla, (ma vi rimando ad un mio articolo su Nikola Tesla per un approfondimento); a partire poi dal 1989 un’ altra importante scoperta, quella della “Fusione Fredda”, di Martin Fleischmann e Stanley Pons dell’Università di Salt Lake City, Utah, USA, ha subito la stessa sorte … (Anche per questo caso vi rimando al mio articolo che ne tratta ampiamente). Auguriamoci che ciò non accada, anche ai giorni nostri, al brillante e promettente lavoro attuale dell’Ing. Andrea Rossi: “E-Cat”, LENR… (Anche su questa invenzione esiste un mio articolo dettagliato).

Ma quale sarebbe la situazione a questo punto? Secondo il comunicato stampa sopra riportato (fonte comunicato stampa: “La verità su Ettore Majorana. Nasce una Nuova Scienza”, a firma Pietro Panetta, Presidente dell’ Associazione Internazionale Progetto Vita, sito web: progevita.com) l’“apparato per la produzione di energia a flusso positronico”, di cui abbiamo parlato fino a questo momento, si dovrebbe principalmente al grande genio di Ettore Majorana.

Riassumendo in sintesi i contenuti del comunicato stampa sopra citato, esisterebbe attualmente un’apparecchiatura denominata “Raggio di Vita”, la cui proprietà sarebbe di Rolando Pelizza (e dell’Associazione Internazionale Progetto Vita). Questa apparecchiatura dovrebbe essere re-ingegnerizzata, migliorandola, e ricostruita dall’Ing. Enrico Sciubba dell’ Università la Sapienza di Roma.

Questa tecnologia, una volta messa a punto, sarebbe poi in grado di rivoluzionare il futuro energetico civile dell’Umanità fornendo, almeno potenzialmente, energia economica, illimitata e pulita!

Purtroppo, da informazioni da me direttamente raccolte, risulta che per quanto riguarda il Prof. Ing. Enrico Sciubba, lo studio dell’apparecchiatura di cui sopra “non ha avuto seguito perché il Panetta fin dalle prime battute non avrebbe rispettato gli obblighi contrattuali con l’Università la Sapienza di Roma …”.

(Ho citato testualmente le parole a me riferite dal Prof. Enrico Sciubba, nel virgolettato).

La notizia positiva invece, e anche questa da me direttamente raccolta, è che un ingegnere milanese ed un noto Professore di un’importante Università del nord d’Italia, stanno portando avanti questa importante ricerca (che si annuncia però anche molto costosa, oltre che impegnativa, anche per il rispetto necessario di tutte le norme di sicurezza richieste per la prosecuzione della ricerca stessa, ecc.) per arrivare finalmente a far funzionare la macchina (in questo caso chiamata “Calabrone”), e poterne quindi ricavare energia economica, illimitata e pulita, per uso civile.

Ma qual è il principio di funzionamento di questa apparecchiatura chiamata Calabrone? “Sarebbe il vuoto a generare energia: quando materia e antimateria collidono si genera energia. Quando un elettrone e un positrone si urtano, le due particelle scompaiono e al loro posto si generano due raggi gamma. Dunque per generare energia sono necessari positroni. Tuttavia mentre gli elettroni sono comunissimi, non si trovano positroni in giro. La ragione è appunto che quando i positroni appaiono, rapidamente collidono con elettroni e si trasformano in energia.

Supponiamo ora che in qualche modo si riesca a creare un gran numero di positroni e che li si faccia muovere in un fascio rettilineo. Dirigendo questo fascio contro della materia normale, i positroni potrebbero collidere con gli elettroni presenti negli atomi e quindi generare grandi quantità di energia. Perciò è necessario trovare un metodo comodo, ecologicamente pulito per generare positroni e focalizzarli contro materia normale…”

(Nota dell’ Autore: la descrizione sopra riportata nel virgolettato e le due immagini, sopra e sotto riportate, sono tratte da una relazione tecnica redatta dall’Ingegnere milanese, che preferisce però al momento non essere citato …)

Parte interna del generatore di positroni ad assemblaggio ultimato

Se l’Ingegnere e il Professore riusciranno nei loro intenti, non potremo che essere felici… ma di tutto questo in fondo dovremo soprattutto ringraziare Ettore Mjorana per non aver consentito, con la sua (penso) sofferta scelta di “scomparire dal mondo”, che le sue importanti scoperte sulla Fisica nucleare e sull’antimateria, in quegli anni bui, potessero essere messe a disposizione delle forze del Male, che talvolta governano il mondo, e diventare potenti armi di distruzione di massa…

Allora un grazie ad Ettore Majorana (e anche al suo allievo Rolando Pelizza) per averci dato la nuova Fisica, la Scienza dell’antimateria, Free Energy, con la speranzache questo possa migliorare in maniera sostanziale almeno il benessere e le condizioni di vita materiali dell’Umanità, e anche quelle del tanto sofferente pianeta Terra.

Concluderei dicendo che senza la creazione di una solida piattaforma Spirituale, prima interiore, che poi diventerà anche collettiva, basata sul ripristino di una connessione diretta e personale con il Divino, e anche con la Madre Terra, anche la meravigliosa Scienza dell’antimateria, Free Energy, che ci è stata prospettata, non sarà sufficiente a creare felicità e serenità durature nelle persone, e tutti i nostri sforzi (e anche quelli di Ettore Majorana e collaboratori), e le nostre aspirazioni positive, risulteranno vani e destinati a fallire col tempo …

Articolo di Luciano Saporito

(© 2012 Luciano Saporito. L’ articolo può essere pubblicato in toto o in parte solo previa autorizzazione scritta dell’ Autore.)

Per chi volesse approfondire segnalo:

La Vita e l’ Opera di Ettore Majorana (1906-1938) con nota biografica a cura di Edoardo Amaldi, Ed. Accademia Nazionale dei Lincei, Roma

Erasmo Recami, Il Caso Majorana, Epistolario, Documenti, Testimonianze, Di Renzo Editore

Magueijo João, La Particella mancante. Vita e mistero di Ettore Majorana, genio della fisica,Rizzoli Editore

Laura Fermi, Atomi in famiglia, Mondadori Editore

Leonardo Sciascia: La Scomparsa di Majorana, Adelphi Editore

Il sito web della “Associazione internazionale Progetto Vita”, Presidente Rolando Pelizza: http://www.progevita.com

Il sito web del Giornalista Rino Di Stefano: http://www.rinodistefano.com/it/articoli/il-raggio-della-morte.php

Il sito web scienze fanpage: http://scienze.fanpage.it/il-mistero-della-particella-di-majorana/

e: http://scienze.fanpage.it/lo-zoo-delle-particelle-11-misteri-della-fisica-dei-quanti/

La voce “Meccanica Quantistica”, Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Meccanica_quantistica

La voce: “Antimateria”, Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Antimateria

La voce: “Materia Oscura”, Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Materia_oscura
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