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L’euro è fallito, ora lo ammette anche Bolkestein

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L'unione monetaria è fallita, ora bisogna pensare all'uscita dall'euro. L'ex Commissario UE, padre della famosa direttiva Bolkestein, lo ha ammesso in un convegno a Roma nell'aprile scorso, nel silenzio dei media. Già la sua partecipazione ad un incontro dal tittolo "Un'Europa senza euro" sarebbe stata degna di menzione, dato che parliamo di uno dei fautori dell'integrazione economica europea, in senso liberista. Ma le sue dichiarazioni, ancora di più. Invece, la stampa non sembra averla considerata una notizia degna di nota, forse avrebbe potuto turbare la campagna elettorale per le Europee?

Redazione


"L'unione monetaria è fallita". L'ex commissario dell'Ue Bolkestein lo ha dichiarato a Roma (il video). Gli eurobond sarebbero solo un "velo" come l'euro.

Nel suo intervento alla Conferenza "Un'Europa senza euro" tenutosi a Roma sabato 12 aprile ed organizzata da A-simmetrie, l'ex commissario dell'Unione Europea e firmatario del Manifesto di solidarietà europea, Fred Bolkestein riporta una frase dell'ex cancelliere Helmut Kohl al Parlamento europeo nel 1991: "L'Unione politica è la controparte essenziale dell'Unione monetaria". L'unione politica doveva precedere la formazione della moneta unica e di una vera e propria Banca centrale. E' avvenuto l'opposto, ricorda Bolkstein, e all'interno di Maastricht le politiche per creare un'unione monetaria non hanno avuto un effetto integrante politico, ma un effetto opposto come vediamo oggi.
Tra i 5 criteri di Maastricht, il primo è il parametro del 3% di deficit per tutti i paesi, ribadito in una posizione solenne dal Patto di stabilità e crescita. Ma non è stato rispettato in primis da Francia e Germania dopo pochi anni. Un trattato che tutti hanno firmato e solennemente ribadito formalmente da tutti i paesi è stato palesemente violato e quindi non c'è nessuna credibilità per tutti i patti successivi firmati a Bruxelles.
L'idea di Kohl era di un'Europa federale sull'esperienza storica tedesca. Oggi l'Ue ha alcune caratteristiche federali ma molte relative e frutto del "romanticismo" dell'idea di Europa.  Le culture economiche sono diverse e non c'è solidarietà. La visione francese è che gli squilibri dei bilanci dei pagamenti devono essere aggiustati e finanziati congiuntamente con i paesi in avanzo che devono finanziare i paesi in deficit. Si tratta di una visione non sostenibile nel lungo periodo.
Per questo, secondo Bolkestein, la soluzione degli eurobond diluirebbero solo la responsabilità e sarebbe come l'euro, vale a dire un "velo": i tedeschi, del resto, non vogliono trasferimenti e eurobond. Del resto, come insegna la storia italiana, con la lira troppo forte nel Nord e la creazione della fallimentare Cassa di Mezzogiorno, i trasferimenti da una regione ricca ad una povera non funzionano.
L'Unione monetaria è fallita, conclude Bolkstein, e i paesi in situazione di deficit non possono risolvere i loro problemi da soli. Anzi, questo è un'ulteriore causa di sofferenza. Le alternative non esistono e "dobbiamo pensare a un secondo passaggio: l'uscita dall'euro".

Fonte: lantidiplomatico.it

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