fbpx
giovedì - 25 Aprile, 2024

Dal 1995 l'Informazione libera ed indipendente

Elevate your accessory game with OpClock's premium selection of Rolex Replica and meticulously designed replica watches. Explore now and redefine luxury.

L’amore al tempo delle app

Data di pubblicazione:

Ultimi articoli

Manipolazione della storia e delle menti

La storia la scrivono i vincitori, quindi è sempre diversa dalla realtà? Ne parliamo con Teodoro Brescia Dottore di ricerca, docente e scrittore e autore del libro...

Articoli più letti

Sull’immigrazione

La notte di capodanno del 31 dicembre 2015 a Colonia circa un migliaio di arabi ha molestato, aggredito e derubato centinaia di donne tedesche...

La cronaca di Akakor

Social Network

21,000FansMi piace
5,000FollowerSegui
10,600IscrittiIscriviti
spot_img
Condividi l'articolo:

Sappiamo tutti oggi cosa sia un’app, una chat e via discorrendo: sono cose, ormai, divenute familiari a chi naviga sul web, e chi leggerà questo articolo avrà di sicuro un minimo di dimestichezza e conoscenza per questa tipologia di strumenti. 
Oggi attraverso una app si può ascoltare musica, informarsi, guardare le previsioni meteo, perfino ordinare il cibo al ristorante più vicino, e – ovviamente – conoscere persone nuove. 
L’apparente potere che questi strumenti danno è insuperabile: tutto diviene a portata di click, eppure ordinare delle persone… è cosa ben diversa dall’elenco di funzioni in precedenza citate.
Oggi – e non è poco – siamo arrivati al punto che con questi strumenti possiamo conoscere individui in qualunque parte del mondo, e contemporaneamente anche in un certo raggio chilometrico, da qualsiasi punto ci troviamo, in qualunque momento del giorno e della notte. 
Una vera bulimia d’incontri insomma, un trionfo della socialità si potrebbe pensare, eppure tutto questo è solo e semplicemente apparente: questi strumenti, infatti, stanno provocando una solitudine che forse non si è mai conosciuta nella storia umana, almeno nella parte di storia che tutti noi oggi conosciamo.
Oggi le persone s’isolano sempre di più, anche se credono di essere “connesse” e in compagnia di più e più persone, cosa che non potrà mai renderle sole. 
Questo paradosso in realtà è un’impostura, e i motivi – a pensarci bene – sono davvero evidenti.
“Non è possibile essere soli oggi”, penserebbero l’adolescente o l’adulto ancora inconsapevoli di questi aspetti. 
“Io Accendo l’app e/o la chat e vedo carrellate di uomini e donne – spesso perfino nudi! – e posso scegliere da catalogo quello che più mi piace”, potrebbero ancora obiettare.
Il punto è che siamo talmente presi da questi meccanismi che non ci accorgiamo che sono loro a possedere noi, dato che definiscono molti dei nostri rapporti, impedendoci – de facto – di conoscere persone per relazioni più intense e profonde – cose indispensabili, tra l'altro, per la crescita e la maturazione di chiunque – e finché saremo in loro compagnia, sarà solo con loro che intratterremo delle autentiche relazioni.
Queste app e chat, inoltre, comportano non solo una bulimia fisica – che appaga gli istinti più “bassi” – ma anche una specie di bulimia emotiva, dato che inconsciamente ci convinciamo che vedere una persona per un piccolo periodo sia – quasi quasi – il massimo di relazione che possiamo permetterci, viste le “complicazioni” che ogni volta “sorgono” e visto che sulle applicazioni ci sono altri “corpi” che ci stanno aspettando, magari ancora più belli di quello che abbiamo appena incontrato. 
Insomma, in questa collezione di figurine umane, i rapporti si sgretolano sempre di più: siamo ormai allo shopping, al vero consumismo umano di massa, e questo è profondamente triste, perché alla fine tutti usiamo e siamo usati. 
Qualcuno obietterà che sulla rete nascono anche amicizie, perfino degli amori: certo che è così, ci mancherebbe, ma possiamo davvero negare la dipendenza che questi strumenti stanno avendo sulle nostre vite? 
Possiamo davvero negare lo stravolgimento – anzi la distruzione – dei rapporti umani che in generale stanno provocando?
Oggi siamo tutti soli, e per giunta sempre più cinici e aridi dal punto di vista affettivo, anche se perennemente connessi al telefonino e convinti di avere mille e più amici virtuali. 
Questi meccanismi, in sostanza, ci stanno svuotando l’emotività, ecco la vera realtà delle cose:
ci stanno fregando le emozioni, i sentimenti, nonché la possibilità di fare esperienze che – ripeto – sono  per tutti molto importanti.
Per ripiegare a tutto ciò, siamo – sempre di più – innamorati di noi stessi e in preda al nostro ego, a tal punto che non riusciamo a vedere questa macroscopica solitudine né soprattutto il quadro d’insieme.
La verità è che una società che non è libera di salutarsi, di conoscersi per strada, scambiare quattro chiacchiere e avere perfino la libertà di dire “Ti trovo carina o carino” – e che è costretta a farlo solo in contesti virtuali, “bui”, perlopiù caricati di moltissima repressione – è semplicemente una società malata. 
Non dico che queste tecnologie siano sbagliate in sé – potrebbero perfino essere utili – ma è la società a esserlo, specie se diventa schiava di strumenti così mortificanti per le relazioni umane. 
Il risultato di tutta questa virtualità, comunque, è che sempre più gente è incapace di avere dei rapporti, di qualunque genere essi siano, perfino di incontrare altre persone; ma non solo, i sentimenti umani divengono sempre più banalizzati e di facciata, dato che bisogna conoscere, conoscere e ancora conoscere, per poi rimanere – senza avere il tempo di accorgersene, ovviamente – sempre con un pugno di mosche in mano.
Una maturità affettiva oggi – mi duole dirlo – si può sviluppare solo affrancandosi da queste tecnologie, o meglio cercando di ridurle ai minimi termini e – magari – per periodi strettamente necessari.
Solo così potremo avere delle relazioni appaganti che ci facciano stare bene: tutta questa compulsività infatti, unita alla frenesia che questi giochini comportano, impediscono il sorgere di qualunque tipo di sentimento. 
L’amore con gli altri – e per gli altri – resta davvero una significativa esperienza, specie se si incontrano persone sulla nostra lunghezza d’onda (tutto è energia, ricordiamocelo sempre). 
Impedirselo in questo modo, dunque, è un vero e proprio atto di auto-sabotaggio, una ferita che ci porterà solo tristezza, cinismo, rancore e gratuita cattiveria, nei riguardi di noi ma anche – e soprattutto – del nostro prossimo.

Fonte: www.gabrielesannino.com

 

 

Condividi l'articolo:

Potrebbe interessarti anche ...

Cambiamento climatico, ora si squaglia anche il polo sud di Sabina Morandi

minacciano di distruggere in pochi decenni quel che rimane delle popolazioni di pinguini, balene e gamberetti. Il nuovo studio mostra infatti che l'oceano a ovest della...

LA STRISCIA DI SORRENTO di Massimo Mazzucco

La striscia di Sorrento – Breve storia dell'austrismoC'era una volta una bella penisola, fatta a forma di stivale, che si allungava ridente nel più...

Sei sicuro che in Europa non ci sia la pena di morte?

Che raccapriccio ci destano le foto di impiccati in Iran, o di fucilati in Cina! Con quanto orrore apprendiamo che nel mondo la pena...

Un semplice esperimento dimostra che π = 4

Le sorprese non finiscono mai, soprattutto per chi legge NEXUS New Times. Come dimostra la "nuova" scoperta di Miles Mathis... In passato ho scritto una...

Abbonati a Nexus

Eventi Nexus

Nessun evento futuro al momento.

Eventi Segnalati

Iscriviti alla Newsletter

Rimani sempre aggiornato sul mondo Nexus.

Conferma la tua iscrizione tramite la mail che riceverai.

Sostieni Nexus Edizioni

spot_img

YouTube