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LA VERGOGNOSA SAGA DELLE ELEZIONI di Marcello Pamio

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Un Re, che qualcuno ha il coraggio di chiamare politica, ma che in realtà è tutto tranne che l’Arte di governare le società.
Decine di milioni di persone hanno assistito a proiezioni, exit poll, continui ribaltamenti tra destra e sinistra e viceversa, per l’intera nottata.
Accompagnati per manina da personaggi come Emilio Fede, Enrico Mentana, Bruno Vespa e tutti gli altri commedianti televisivi che non sapevano come comportarsi mentre lo spoglio proseguiva altalenante: una volta tocca a Prodi e meno di un minuto a Berlusconi.
Per non parlare delle forbici sparate dalla ditta incaricata e pagata per i sondaggi: Nexus.

Questa, che ci piaccia oppure no, è la politica italiana del Terzo millennio. La cosa che fa specie è sapere che circa l’84% dei diritti al voto, sono andati al seggio a votare per la cosiddetta destra o per la cosiddetta sinistra.
Dando per veritieri questi dati, non è un po’ strano che così tante persone sono andate a votare e alla fine la maggioranza è stata di poche decine di migliaia di voti? Non ricorda qualche altra elezione?
Mi spiego meglio. Se tantissime persone, come dicono i dati ufficiali, sono andate a votare significa che:

– Hanno deciso di andare a votare in massa per cambiare una situazione devastante dal punto di vista politico-economico, e l’unica cosa era sperare nella coalizione alternativa: voto a sinistra!

oppure


– Hanno deciso di andare a votare in massa perché si sono trovati così bene negli ultimi cinque anni che hanno voluto premiare riconfermando il governo: voto a destra!

In entrambi i casi però, usando la semplice logica, la differenza tra i due schieramenti avrebbe dovuto essere molto più marcata di quella che apparentemente si è verificata.
Come mai, allora, nonostante così tanta gente sia andata a votare i risultati finali mostrano un’Italia divisa quasi esattamente in due?
Vediamo quali potrebbero essere le soluzioni all’arcano.

1) Forse i conti non tornano. L’oste o qualcuno per esso, potrebbe avere manipolato i dati confluiti elettronicamente al Viminale?

2) La nuova legge elettorale di puro stile anglosassone, dove a decidere sono alcune regioni (negli States sono alcuni Stati detti “grandi elettori”) o addirittura i voti di italiani che vivono all’estero, come è successo da noi.

Se i conti sono esatti, e parlo dell’affluenza, significa che il popolo italiano ha ancora le idee molto confuse sulla politica.
Dopo cinquant’anni e oltre di politica mafio-massonica crediamo ancora che mettendo una croce su una scheda colorata con una matita chimica si possa modificare e cambiare in meglio la nostra vita? Veramente pensiamo a questo? Siamo veramente convinti che votando per Romano Prodi & C. (uomo della Goldman Sachs e dei grandi poteri bancari) o per Berlusconi & C. (uomo dei poteri oscuri nostrani…) risolveremo i nostri problemi?

I veri vincitori sono, come sempre, i grandi banchieri internazionali, i grandi imperi economici. Mentre noi al bar bestemmiamo per le elezioni o per la partita di calcio andata male, questi signori se la ridono alla grande continuando a compiere fusioni e acquisizioni e controllando per intero le borse e le nostre vite.
«Se la ridono anche le agenzie di rating, alle quali non importa quale sarà il colore del governo che dovrà, in tempi brevi e tempestivi, ridurre il debito pubblico se vuole risparmiare all’Italia il declassamento e dunque il fallimento»[1]
Crescono le voci di corridoio che parlano di un probabile declassamento del debito italiano proprio delle agenzie di rating, tipo Moody’s, Standard & Poor’s. Sapete cosa significherà questo?

Semplice: chi andrà al potere, vuoi un governo di sinistra, un rimpasto o qualcosa di tecnico, si troverà tra le mani una patata non bollente, ma esplosiva: fare i conti con un debito che sta raggiungendo cifre da pre ‘29. E allora vedremo se sarà più importante non pagare l’ICI e il canone Rai, o salvare la propria casa e il proprio televisore dal baratro economico nel quale questi signori ci hanno lentamente fatto precipitare.
La Politica con la P maiuscola non è andare a votare la domenica col vestito da festa, e poi rifugiarsi in chiesa con la coscienza pulita di colui che ha manifestato un diritto (e un dovere) democratici. Questa non possiamo chiamarla democrazia. La “democrazia rappresentativa” NON è democrazia nel senso più alto del termine.

La Politica è fare qualcosa di concreto nel nostro mondo circostante: vuoi all’interno del condominio piuttosto che nel quartiere, piuttosto che in città. Come noi ci comportiamo e viviamo con il mondo esterno, questa è Politica.
Ciò che comperiamo al supermercato, quello che guardiamo in tivù è fare Politica.
Quindi smettiamola di delegare i politici deresponsabilizzandoci, e prendiamo una volta per tutte in mano le redini della nostra vita.
Se qualcuno ha ancora dei dubbi sul sistema elettorale e sulla politica in genere, concludo con una notizia appena giunta: l’arresto del superlatitante Bernardo Provenzano.

Ebbene sì, dopo quarantatre anni di latitanza, nei giorni – guarda caso – delle elezioni, è stato arrestato dalle forze dell’ordine a soli due chilometri di distanza da Corleone.
Avete capito come siamo messi? Sarebbe molto interessante sapere, e con questo mi rivolgo alla magistratura, se Provenzano ha svolto anche il suo diritto democratico di voto, e se sì, a quale coalizione l’ha dato.
Questo bizzarro, quanto inverosimile arresto, non assomiglia vagamente ad un avvertimento pesante per qualche politico nostrano? Della serie: «stai zitto altrimenti…»
Cribbio: chi ha orecchie per intendere intenda…

[1] Etleboro Italia http://etleboro.blogspot.com/2006/04/
non-sempre-chi-ha-pi-voti-vince.html

(Tratto da www.disinformazione.it)

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