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La fretta del Tap nel risiko del gas

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Lo scontro tra la Regione Puglia guidata da Michele Emiliano e i vertici della politica romana non sembra riguardare solo l'elezione del nuovo segretario del PD, che ha visto Matteo Renzi vincere sul governatore pugliese anche nella sua regione, ma anche scelte di natura ambientale, energetica e geopolitica che risultano ancora una volta cruciali per l'Italia e non solo.

Parliamo della recente decisione del Consiglio di Stato di dare il via libera al TAP, gasdotto che porterà il gas azero anche in Italia a partire dal 2020, e che dovrà passare proprio per il Tacco dello Stivale, respingendo il ricorso della Regione Puglia e del comune di Melendugno (Le) che vi si opponevano per motivi ambientali.

Dell'importanza di questa infrastruttura energetica parlava Alberto Roccatano, nella sua inchiesta La Grecia senza i Leonida, occupata dai Serse, governata dagli Efialte (come tutti i Paesi membri della UE) nel novembre 2015:

La AG Tap (Società Anonima per Azioni Trans Adriatic Pipeline) con sede in Svizzera, è una società costituita per la progettazione, lo sviluppo e la realizzazione del  gasdotto che dal Mar Caspio (al confine fra Grecia e Turchia) giungerà nel Salento, in Puglia. La AG (Tap), ai primi del mese di  marzo, ha pubblicato due bandi di prequalificazione per selezionare la Società che realizzerà i 105 chilometri di tubazioni che saranno posate alla profondità di 820 metri nel Mare Adriatico. L’inizio dei lavori è previsto per maggio 2015. La Tap, alla fine dei lavori, avrà la gestione del sistema di trasmissione del gas dal Mar Caspio all’Europa.

Il Mar Caspio è circondato dalle terre della Russia, del Kazakistan, del Turkmenistan, dell’Iran, dell’Azerbaigian, che confina con la Turchia e la Georgia.
Fareste bene ad avere sottomano una cartina geografica dell’area, per comprendere l’importanza geostrategica di un territorio lacustre  la  cui parte meridionale penetra in Iran, che a sua volta confina con la Turchia e l’Iraq,fra loro limitrofi e stringenti la Siria in una sorta di territorio cuscinetto.
Il gasdotto attraversa la Turchia, la Bulgaria, la Grecia e, superato l’Adriatico, giunge nel Salento pugliese, e da lì il gas potrà raggiungere gli altri Paesi europei.

È di tutta evidenza la funzione anti russa di questo gasdotto (vedi l’indotta  crisi ucraina), considerando che le riserve di idrocarburi dell’area del Caspio sono stimate in 235 miliardi di barili, e le riserve di gas sono stimate in 9 trilioni di metri cubi.
Riserve comunque minori di quelle dei giacimenti in territorio russo.
Da qui l’importanza strategica (anti-russa) affidata al gasdotto (dal Caspio  all’Italia) dagli USA, dalla Nato, dalla UE.
Strategici, quindi, i motivi delle mirate attività diplomatiche della Russia in tutta quell’area (Iran, Iraq e Siria compresi).

Potete ritrovare queste righe a pag. 140 dello scritto di Roccatano, nel capitolo "La Grecia nella palude delle finzioni", nel paragrafo "214 giorni di finzioni" e precisamente nel sottoparagrafo "Le finzioni di marzo". Infatti l'autore poi prosegue, ricordando l'importanza "strategica" "da parte USAense, del controllo politico, economico, militare della Grecia, e dei suoi governanti, non solo per il gasdotto".

Il resto è storia, per la Grecia: un teatrino politico che alla fine ha visto il popolo ellenico restare sotto l'egida della NATO, dell'UE (suo prodotto) e nell'euro. E, a seguire di tempo, la decisione del Consiglio di Stato italiano sembra una conseguenza in termini temporali della truffa perpetuata ai danni del popolo ellenico, essenziale anche per permettere la prosecuzione del gasdotto. Per il quale, riferisce la stampa nazionale e regionale dovranno essere sradicati almeno 200 ulivi. Come scriveva ieri la redazione del quotidiano online La Ringhiera:

“Un portavoce Tap conferma che gli operai sono nuovamente al lavoro per l’espianto dei rimanenti ulivi — 33 sono già stati spostati su 211 complessivi, di cui alcuni monumentali — dopo che ieri il consiglio di Stato ha dato l’ultimo via libera, respingendo i ricorsi presentati dal comune di Melendugno e della Regione Puglia”.

Ancora nella giornata di lunedì 27 marzo, la decisione del Consiglio di Stato è stata repentinamente accompagnata dal "via libera da parte del ministero dell’Ambiente che ha ribadito la regolarità dell’autorizzazione fornita dall’ufficio fitosanitario della Regione Puglia all’espianto".

Per assicurare il proseguimento dei lavori, nonostante la manifestazione di 300 attivisti che si erano stesi davanti all'ingresso del cantiere per impedire l'accesso ai mezzi, sono arrivate sul posto le forze dell'ordine. Un'operazione che il sindaco di Melendugno, Marco Potì, definisce alla Reuters una "militarizzazione del territorio":

"Ci sono centinaia di uomini anti sommossa, elicotteri e cellulari. Sembra un presidio di guerra, ma qui ci sono solo delle persone che pacificamente stano esprimendo il loro dissenso”.

Potì, insieme ad altri 30 sindaci di comuni limitrofi, ha chiesto alla Regione di impugnare le autorizzazioni "in autotutela come ultimo tentativo per bloccare l'avvio dei lavori" scrive La Ringhiera.
C'è fretta nell'aria. Infatti:

"La rimozione degli ulivi va fatta entro il 30 aprile, altrimenti si chiuderà nuovamente la finestra temporale, mettendo a rischio il rispetto dei tempi per la realizzazione dell’infrastruttura che vede coinvolta anche Snam, socio italiano del gasdotto con una quota del 20%."

La stessa fretta che ha avuto Renzi nell'indire il congresso anticipato del suo partito, forse per no consentire ad eventuali oppositori interni di raccattare troppi voti e, chissà, condizionare o rallentare le decisioni di Roma. Ancora una volta, il Sud Italia è terra di colonizzazione per interessi altrui.

Un'inchiesta de La Repubblica, del 23 giugno 2015, entra nel dettaglio del progetto:

TAP rientra nella lista dei 248 progetti di interesse comunitario (PIC) inseriti nel 2013 dall'Unione Europea nel Terzo Pacchetto Energia per migliorare la sicurezza di approvvigionamento energetico e la connessione tra i mercati. Dove per sicurezza si intende una maggiore diversificazione delle fonti di approvvigionamento e in particolare una maggiore indipendenza dalla Russia, a cui l'UE è strutturalmente legata. L'obiettivo è quello di creare un sistema energetico continentale, dove l'energia possa viaggiare liberamente tra i confini a prezzi competitivi. Il progetto del Corridoio Meridionale del Gas consta di tre gasdotti. Il Sud Caucasico nasce nel campo di Shah Deniz e attraversando il Caucaso Meridionale e la Georgia entra in Turchia dove confluisce nel Trans Anatolico. Da Kipoi, sul confine greco-turco, dovrebbe iniziare il Trans Adriatico che attraverserà la Grecia fino a Ieropigi, per poi correre lungo l'Albania meridionale per 211 km fino a Fier. Da Fier si tufferà nel Mare Adriatico raggiungendo una profondità di 820 metri per poi riemergere presso la spiaggia di San Basilio. Da qui Tap dovrebbe proseguire con un tratto di 8 km interrato a un metro e mezzo fino al terminale di ricezione (PRT) che verrà installato tra i comuni di Vernole e Melendugno, in un'area abitata da circa ventimila persone, per poi riallacciarsi alla rete nazionale di Snam rete Gas a Mesagne, in provincia di Brindisi, attraverso un altro condotto di 56 km che costruirà Snam stessa. Attraverso quest'ultimo il gas azero verrà distribuito agli altri mercati europei, in particolare in Austria e in Europa centrale.

Rileggete i grassetti (nostri):

  • maggiore diversificazione delle fonti di approvvigionamento;
  • maggiore indipendenza dalla Russia, a cui l'UE è strutturalmente legata;
  • creare un sistema energetico continentale

… in poche parole, sottrarre alla Russia la possibilità di creare un legame stabile e duraturo, attraverso la politica energetica, con i paesi europei e con l'Italia, e come segnalava Roccatano, impedire alla potenza eurasiatica un eccessivo rafforzamento della sua presenza in Medio Oriente.

"Si tratta di un progetto rivoluzionario perché consentirà all'Italia di sfruttare delle risorse che oggi potrebbero essere accessibili solo attraverso la rete di Gazprom"

spiega a La Repubblica Giampaolo Russo, Country Manager di Tap Italia fino al 12 giugno 2015.

Non a caso, l'interramento per otto chilometri fino a Melendugno a cui si fa riferimento, è proprio quello che Emiliano definisce la rovina di "un angolo di paradiso".

Il quotidiano romano spiega come altrove, come ad Ibiza, si siano trovate soluzioni più eco-compatibili per l'interramento dei gasdotti, ma il fattore tempo sembra determinante. Lo rivela lo stesso governatore pugliese, intervistata da Lello Parise per La Repubblica:

È un buon progetto, governatore?
"Va tutto bene: diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, è importante. Nessuno mette in discussione questa necessità".

Ogni anno saranno trasportati, per cominciare, qualcosa come dieci miliardi di metri cubi di gas.
"D'accordo, ma qualcuno mi spieghi perché il tubo deve spuntare proprio a San Foca, una delle spiagge più belle della penisola. Non lo ha fatto nessuno, almeno fino ad oggi. Eppure…"

Eppure….
"Io so che anche a Otranto, distante solo qualche decina di chilometri da Melendugno, un'altra società ha la benedetta  autorizzazione unica in tasca per realizzare l'ennesimo gasdotto".

Pare, tuttavia, che Igi Poseidon e Tap non siano riuscite a siglare un'intesa.
"So inoltre che la destinazione finale di Tap poteva essere nella provincia di Brindisi e che da quelle parti qualche sindaco era disponibile a ragionare con gli azionisti dell'impresa. Ma il governo italiano a un certo punto, ha tagliato corto. Sosteneva che si perdeva tempo".

Il tempo, in effetti, scorreva…
"Troviamo la maniera di abbreviarli, questi tempi! Ma non possiamo consentire che sia devastato un angolo di paradiso perché qualcuno ha fretta. Credo che sia innanzi tutto nell'interesse di Tap, sbrogliare la matassa".

Qualcuno ha fretta, e forse non soltanto di realizzare il gasdotto che passerà per le spiagge pugliesi…


 

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