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La Banca d’Italia resti agli italiani

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“È in gioco il futuro economico dell’Italia – spiega Giorgio Gustavo Rosso – Se la Banca d’Italia rimarrà degli italiani potremo avere qualche probabilità di riprenderci e uscire dalla dipendenza e dalla sottomissione ai paesi più potenti, vicini e lontani; sarà possibile riattivare il nostro ineguagliabile sistema produttivo, ridurre la disoccupazione giovanile e l’impoverimento generale, recuperare l’indipendenza e la dignità della nostra nazione. Se permetteremo che la Banca d’Italia, poi Poste Italiane, Eni, Enel, Snam, Fincantieri e Terna, RAI e molte altre delle nostre migliori aziende cadano nelle mani prima dei banchieri italiani e poi via via dei più grandi e potenti banchieri stranieri, noi italiani saremo destinati a decenni di decadenza e povertà. Per questo ti chiedo di attivarti al massimo e immediatamente per condividere questo testo con tutte le persone che conosci, via Internet ma anche stampandolo. Ognuno di coloro che riceverà questa informazione così importante e così poco conosciuta, deve informare tante altre persone prima possibile e poi dobbiamo intervenire verso tutti i giornali, tutti i siti web, scrivere al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Economia e al Presidente dei Deputati, ai capi dei partiti e a tutti i personaggi importanti che possiamo conoscere. Se ognuno di noi si impegna per quanto può ed è capace, tutti insieme potremo ottenere che in Italia nelle prossime ventiquattro ore si parli solo di questo, un argomento e una decisione davvero molto preoccupante per il futuro di tutti noi italiani, sicuramente molto più importante di Renzi e Berlusconi e di tutti quegli assordanti pettegolezzi con cui ci distraggono continuamente per impedirci di ragionare con la nostra testa e con il buon senso. Dopo che hai letto non ti fermare, non rinviare a più tardi. È possibile che ci sia qualche parola o qualcosa che non ti piace del tutto o verso cui sei critico. Per favore non te ne curare: ciò che conta è l’informazione principale e fare arrivare questa importantissima informazione a tutti in pochissimo tempo, dopo sarà troppo tardi! Invia questa mail a chi conosci, pubblicala nel tuo profilo Facebook o su Twitter utilizzando l'hashtag #fermiamolapiugrandeporcatadellapartitocrazia . Dopo il Porcellum di Calderoli, Berlusconi e Casini del 2005, domani 21 gennaio 2014 arriva LA PIU’ GRANDE PORCATA di Saccomanni con Letta, Alfano e Renzi. Se martedì 21 gennaio 2014 la Camera dei Deputati approverà il Decreto Legge n. 133, il ministro dell’Economia Saccomanni, insieme a Letta Alfano e Renzi regaleranno centinaia di miliardi di euro degli italiani ai banchieri che non hanno alcun diritto sull’immenso patrimonio della Banca d’Italia, oro immobili e diritti di signoraggio inclusi. Il Decreto 133 è in evidente contrasto con la Costituzione Italiana e con la legge n. 262 del 2005, che stabilisce il ritorno allo Stato Italiano delle quote della Banca d’Italia. IL PIÙ GRANDE CONFLITTO D’INTERESSI VIENE DAL MINISTRO DELL’ECONOMIA FABRIZIO SACCOMANNI, infatti il Ministro dell’Economia e delle Finanze del Governo Letta è un banchiere, scelto dai banchieri a rappresentarli, e con questo Decreto Legge regalerà la Banca d’Italia e il suo patrimonio di centinaia di miliardi di euro ai banchieri che lo hanno scelto. Il Decreto Legge 133 è incostituzionale, è contro la legge 262 del 2005, va contro la natura pubblica della Banca d’Italia, va contro l’interesse degli italiani per favorire gli interessi dei banchieri privati e delle assicurazioni private italiane e straniere che hanno scelto Saccomanni prima come Direttore Generale della Banca d’Italia e poi come Ministro dell’Economia del Governo Letta. Fabrizio Saccomanni non è mai stato eletto e da decine d’anni è ai vertici del sistema bancario italiano e internazionale. Per questo Fabrizio Saccomanni non può più fare il Ministro dell’Economia e non deve essergli consentito di regalare la Banca d’Italia ai suoi amici banchieri. Dal sito della Banca d’Italia: la Banca d’Italia è la banca centrale della Repubblica italiana ed è parte del Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e dell'Eurosistema. È un istituto di diritto pubblico. Nell’esercizio delle proprie attribuzioni la Banca opera con autonomia e indipendenza, nel rispetto del principio di trasparenza, secondo le disposizioni della normativa comunitaria e nazionale. Coerentemente con la natura pubblica delle funzioni svolte e consapevole dell’importanza dei propri compiti e responsabilità, l’Istituto cura la diffusione di dati e notizie con la massima ampiezza informativa.

Fonte: ilcambiamento.it  

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