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Il terremoto catastrofico della nuova cronologia

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La teoria esposta nell’articolo che segue è molto azzardata e molto… affascinante. Ne avevamo parlato nel 3° numero della nostra rivista Puntozero, nel primo articolo della rubrica di Varo Venturi, intitolata appunto Storie incredibili. Stabilire quanto sia in-credibile la teoria elaborata dal gruppo di ricerca di Anatolij Fomenko e Gleb Nosovskij spetta al giudizio del lettore, ma anche facendo una semplice ricerca in rete si noterà quanto sia sconosciuta, nonostante lo spessore accademico di chi la propone e la mole di documentazione che apporta. Quindi, buona riflessione…!

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La storia è uno strumento ideologico potentissimo. Chi lo sa usare bene trasforma la realtà attuale a proprio favore. E se venissimo a scoprire che intere epoche storiche del nostro passato siano state inventate ad uso e consumo di un potere che aveva tutto l’interesse ad accreditare la propria antichità? Fantapolitica? Ebbene no, sembra sia accaduto proprio questo.

Quando ho sentito parlare di cosa sia la Nuova Cronologia ho avuto una vertigine. Quando poi ho letto delle ricerche russe che vi sono alla base e che contemplano la necessità di una radicale rivisitazione della cronologia storica universalmente accettata, fino a dichiarare che il nostro Medioevo probabilmente è un periodo che non è mai esistito, la mia reazione è stata di puro scetticismo.

Sopra: Grafico dinastie

Pur essendo ormai uso a rivelazioni sorprendenti in ambito storico, questa mi sembrava veramente inaccettabile. Ecco, ora vogliono toglierlo di mezzo, mi son detto, proprio ora che stavamo accettando il fatto che il Medioevo, lungi dall’essere quell’epoca buia che ci hanno sempre insegnato a scuola, è stato un periodo di profondo e diffuso contatto luminoso con altre dimensioni dell’essere. Ci troviamo, in effetti, in mezzo ad un importantissimo momento storico di transizione; si sta quindi tentando di ristrutturare radicalmente la nostra memoria storica. E’ per l’uso e consumo del nuovo impero mondiale in formazione? O siamo coinvolti in un benefica quanto traumatica pulizia delle vecchie incrostazioni? Ormai c’è da aspettarsi di tutto.

Quando infine mi sono andato a leggere la traduzione dal russo di alcuni stralci delle opere del gruppo di ricerca guidato dai matematici Anatolij Fomenko e Gleb Nosovskij, che dagli anni settanta del Novecento stanno studiando nuovi metodi di datazione cronologica della nostra storia, basati su calcoli matematico-statistici-astronomici, ho dovuto accettare di prendere sul serio tale ipotesi.

Non si tratta tanto di voler cancellare il Medioevo, quanto di dover riconsiderare completamente la date e i luoghi degli eventi, anche i più consolidati. Anzi, soprattutto questi. Parliamo di discrepanze che superano spesso i mille anni. Molti degli autori classici greci e romani sono pervenuti fino a noi esclusivamente attraverso trascrizioni di copie non originali, con conseguenti falsificazioni, errori di nomi e date talmente grossolane, da far sospettare, per alcuni di loro, per esempio Cicerone, addirittura che non siano mai esistiti.

Si ipotizza che Platone (V secolo a.c.), Plotino (III sec. d.c.) e Pletone (XIV sec. d.c.) fossero la stessa persona; che Leon Battista Alberti, architetto, scrittore, matematico, del nostro Rinascimento abbia avuto parte attiva nell’inventare e comporre gli scritti di Vitruvio, architetto e scrittore romano del I sec. a.c. Si vuole insinuare il dubbio fondato che la riscoperta di molti autori classici avvenuta durante quel periodo che chiamiamo l’Umanesimo del 1300, in realtà non sia stata una riscoperta, bensì una creazione ex novo, alias falsificazione, dei testi antichi, allo scopo di avallare e impreziosire il lavoro del cosiddetto ‘recupero dell’antichità pagana’, che si andava compiendo in età moderna.

Sopra: Cicerone è raffigurato sulla destra, mentre sta scrivendo il trattato “Sull’Amicizia”. Il contesto di raffigurazione è tipicamente medievale. Sia Cicerone che i suoi interlocutori sono vestiti in abiti medievali, sì che l’autore di miniature del XV secolo (o successivo), evidentemente non aveva dubbi sul fatto che Cicerone fosse vissuto nella sua stessa epoca storica, cioè tra i secoli XIII-XV.

 

Intere successioni dinastiche dell’antichità, sarebbero state trascritte più volte alterandone nomi e date e dunque in realtà, siamo in errore nel considerarle distinte spazialmente e temporalmente, quando invece sono sempre le stesse che si ripetono negli annali. La conseguenza è un allungamento della storia di diverse centinaia di anni. Persino la storia di Roma sarebbe da correggere dalle fondamenta, dal momento che con tale stesso nome erano denominate diverse città del medio oriente.

Insomma viene messo in discussione l’intero programma scolastico ministeriale della storia antica prima del XIV secolo, ovvero tutta l’epoca prima della nascita della stampa. D’altra parte dal sito Nuova Cronologia.it, curato da Vera Giovanna Bani, già traduttrice e  ideatrice del progetto Russia Inedita, viene ricordato che l’esigenza di criticare radicalmente la costruzione cronologica classica, operata dagli studiosi Scaligero-Petavius solo nel XVI secolo, è stata più volte raccolta lungo gli ultimi tre secoli da eminenti studiosi e scienziati, tra cui Isaac Newton, che l’hanno ritenuta inaccettabile, sebbene comunemente adottata da tutti gli accademici per comoda convenzione.

Sta di fatto che la datazione dei resti archeologici attraverso il metodo del carbonio-14 in realtà è assai approssimativa e può risultare significativa solo per un arco temporale di ampiezza geologica di decine di migliaia di anni, per il quale mille anni in più o in meno fanno poca differenza, ma risulta veramente troppo approssimativa per l’accertamento delle date storicamente a noi più vicine.

Insomma, la Nuova Cronologia operata dal team del prof. Fomenko ha conseguenze drammatiche, implicando uno sconvolgimento delle nostre conoscenza storiche, di gran lunga più radicale di quello ipotizzato dai precedenti critici della cronologia classica. Ad una prima analisi dei testi presentati nella succitata traduzione non appare ci siano motivazioni di ordine politico o promozionale ad indurre conclusioni del genere. Tutto il processo di disvelamento viene descritto attraverso cronache scrupolose, documentate da centinaia di pubblicazioni e decine di convegni universitari.

Nel 1973 il prof. Fomenko, allora ricercatore della facoltà di matematica meccanica dell’università di Mosca, occupandosi di questioni di matematica celeste, prestò attenzione ad un articolo dell’astrofisico americano Robert Newton, pubblicato nel 1972, e dedicato a uno strano salto dell’accelerazione lunare, il cosiddetto “parametro D”. Il salto sarebbe avvenuto intorno al X secolo d. C.

Facendo riferimento alle datazioni scaligeriane degli appunti sulle eclissi di sole e di luna, R. Newton aveva calcolato l’accelerazione della Luna come una funzione del tempo nell’intervallo dall’inizio dell’era cristiana al  XX secolo. Siccome l’inaspettato salto del parametro D non veniva in nessun modo spiegato dalla teoria gravitazionale, esso suscitò un’animata discussione scientifica che sfociò in un aperto dibattito organizzato, nel 1972, dalla Società Reale di Londra e dall’Accademia britannica delle Scienze.

“Il dibattito non portò a un chiarimento della situazione e R. Newton propose di considerare, come causa dell’insolito salto, l’azione di misteriose forze non gravitazionali esistenti nel sistema terra-Luna. А. Т. Fomenko notò che nessuno dei tentativi di spiegazione della rottura nel comportamento del parametro D teneva conto dell’esattezza delle datazioni delle eclissi su cui R. Newton aveva basato i suoi calcoli. Nonostante A. T. Fomenko allora fosse piuttosto lontano da ricerche di storia, aveva sentito parlare di Morozov”.

Nikolaj Aleksandrovic Mozorov, scienziato russo vissuto a cavallo tra l’Otto e il Novecento, spese una vita di studi per analizzare la cronologia scaligera, arrivando alla conclusione della sua totale infondatezza, quindi propose nuove datazioni di antiche eclissi.

“Superando il suo scetticismo, Fomenko decise di ricercare la tavola astronomica di Morozov, contenente le nuove datazioni di “antiche” eclissi, e di calcolare nuovamente il parametro D, utilizzando lo stesso algoritmo di R. Newton. Così operando scoprì che il misterioso salto non c’era più e il grafico del parametro D” si era trasformato in una linea dritta e orizzontale”.

Il superamento di un mistero della meccanica celeste indusse Fomenko ad approfondire dapprima l’opera di Mozorov e poi a cominciare un’analisi sistematica di manoscritti originali, copie trascritte di cronache e annali, monumenti di architettura, incisioni, affreschi, pietre tombali, carte geografiche etc. Tutto fu sottoposto a un’analisi incrociata sulla base di  una serie di metodi statistico-matematici, fra loro indipendenti, che si rivelarono validi e attendibili e che portarono alla:

“constatazione dell’inesattezza della cronologia attualmente adottata. Più precisamente essa risulta essere il prodotto di una serie di innesti cronologici, registrazioni ripetute di stessi eventi (duplicati) nonché calcoli, su basi errate, di eventi successivi. L’asse cronologico attualmente assunto (versione scaligeriana) risulta, in altre parole, “invecchiato”, allungato, di come minimo un migliaio d’anni.

“Questo lascia facilmente intuire che la “Nuova Cronologia” si connota come una teoria piuttosto scomoda, se non addirittura pericolosa. In Russia non a caso ha dato origine a un’accesa polemica con interventi critici che gli autori non hanno mancato di ospitare nel sito ufficiale Chronologia.org.”

Fino ad oggi il team del prof. Fomenko ha già pubblicato sette grossi tomi che raccolgono l’opera omnia dei risultati ottenuti, più altre serie minori di libri divulgativi, ma il progetto della Nuova Cronologia è in rapida e continua espansione.

A tutti gli studiosi e appassionati italiani, che non leggono il cirillico, non resta dunque che armarsi di grande coraggio e pazienza per affrontare quest’ennesimo rivolgimento delle conoscenze acquisite, cominciando a leggere i siti italiani:

Da quest’ultimo sito riporto le seguenti significative affermazioni:

“A chi e perché serviva ALLUNGARE la storia dell’umanità ripetendo 3-4 volte la stessa epoca dandole i nomi propri diversi e le date sempre più vecchie?
La storia è uno strumento ideologico potentissimo. Chi lo sa usare bene trasforma la realtà attuale a proprio favore.
Se la tradizione e l’autorità che ne deriva non esiste, la si può inventare, creare ex novo, rubarla e riscrivere. Un’impresa! Ma di certo 350-400 anni fa non bisognava ‘riscrivere’ un intero Internet. I libri c’erano, ma molto meno numerosi di quanto non pensassimo adesso. E poi, per un potere molto minore di quello ‘universale’ si era disposti al ben peggio.”

Fonte: pickline.it


 

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