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Il conflitto che nessuno vuole vedere

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IL CONFLITTO CHE NESSUNO VUOLE VEDERE (MA TUTTI CONOSCONO)

Come Big Pharma tiene in ostaggio la scienza, la salute pubblica e il progresso del mondo intero tramite il debito.

"La maggior parte della letteratura scientifica, forse la metà, potrebbe essere semplicemente falsa. Influenzata da studi con campionature esigue di poca efficacia, analisi esplorative invalide e conflitti di interesse evidenti, che insieme all'ossessione di perseguire mode di dubbia importanza hanno portato la scienza a prendere una direzione oscura." (1)

Questa è la recente (Aprile 2015) dichiarazione del Dr. Richard Horton (2), direttore del Lancet, una delle riviste scientifiche in campo medico più prestigiose del mondo, fondata nel 1823.

Se realmente vivessimo in una società libera e democratica una simile affermazione avrebbe dovuto quantomeno scandalizzare tutto l'establishment medico e scientifico, fino ad arrivare agli organi di controllo e di ricerca per poi interessare media, politica e magistratura. Eppure siamo sicuri che questa devastante dichiarazione non verrà presa in seria considerazione da chi di dovere; non ci saranno inchieste giornalistiche dei vari Travagli, non ci saranno libri scandalo di Saviani, non ci sarà nessun Signor Mentina che darà questa notizia che riguarda la salute di tutti, al telegiornale in prima serata, non ci saranno inchieste e trasmissioni dei vari Santori o Firmigli. Solo Report, qualche anno fa si interessava a queste tematiche, poi liberamente lasciate al dimenticatoio. Queste notizie al giornalismo, alla politica e alla magistratura sembrano non interessare.

Dal nostro punto di vista, in un momento storico così fragile e angusto, dove la crisi economica sta erodendo diritti e servizi in tutto il mondo occidentale, riteniamo questa notizia di importanza primaria, perché oltre ad interessare il debito pubblico dei singoli Stati, riguarda da vicino la salute e la vita di centinaia di milioni di persone, se non miliardi, a meno che non si voglia riconoscere alla “scienza” il primato sulle decisioni che influenzano l’umanità tutta.

Infatti la spesa sanitaria è tra le fette più consistenti del debito pubblico di ogni singolo Stato Sovrano (In Italia dovrebbe essere circa 110 miliardi l'anno, seconda solo alle spese per le pensioni). Eppure quando si parla di "tagli alla sanità", le levate di scudi e il terrorismo che vuole far intendere questi tagli come minore assistenza, chiusura di ospedali, minor prevenzione, senza mai sfiorare l'immensa spesa farmaceutica, l'abuso di farmaci e interventi e i conflitti di interesse che questo settore ha da "offrire". In realtà i primi ad alzare la voce quando si parla di tagli sono proprio i diretti interessati come si evince dal comunicato dai toni allarmistici di FEDAIISF (Federazione delle Associazioni italiane degli informatori Scientifici del Farmaco) recante data 07 maggio 2015 e dal titolo "Gli effetti collaterali della spesa farmaceutica, Chi più spende meno spende" (3) Evidentemente per loro le problematiche riportate ed esposte in questo collage di notizie non sono rilevanti, eppure anche qui, il conflitto d'interesse è sotto gli occhi di tutti.

Insomma, dai politici ai giornalisti, oltre a non aver l'interesse a vigilare o sondare quanto di sbagliato c'è in questo settore, fanno tutto ciò in loro potere affinché si mantenga lo "status quo".

Nella sua dichiarazione pubblica, il Dr. Richard Horton sottolinea il fatto che le ricerche vengano alterate da una serie di problematiche irrisolte, sia un problema ben noto e che "l'apparente diffusione dei cattivi comportamenti in ambito della ricerca siano allarmanti", ma nessuno è ancora pronto ad effettuare il primo passo per risolvere il problema. La sua critica è incentrata sui metodi di pubblicazione degli studi e sui metodi con la quale le riviste fanno le loro valutazioni e offrono incentivi, che spesso non sono indice di "buona scienza" ma di marketing. In quest'ottica non va dimenticato che stiamo parlando della salute e della spesa pubblica e del dirottamento della scienza verso qualcosa di completamente diverso.

Nella sua dichiarazione il direttore del Lancet sostiene che la ricerca scientifica oggi non ha, di fatto, nessun sistema che incentivi la correttezza degli studi e delle pubblicazioni, mentre una serie infinita di incentivi va a foraggiare università, ricercatori, medici e perfino le "organizzazioni di pazienti" alterando il significato originale di scienza e ricerca. La sua proposta per riportare la scienza sulla retta via è quella che proviene dal professore di fisica particellare di Oxford, Tony Weidberg. I suoi collaboratori investono molto del loro lavoro nel controllo dei dati prima di ogni pubblicazione, filtrando i risultati attraverso diversi gruppi di lavoro indipendenti, dove i fisici vengono incoraggiati alla critica e dove le critiche efficaci e costruttive vengono ricompensate. L'obiettivo è ottenere risultati affidabili e gli unici incentivi vanno in questa direzione.

Eppure la dichiarazione del Dr. Horton, per quanto allarmante, non è la prima a lanciare il sasso nello stagno, ma la sua denuncia lascia intendere che niente è stato fatto per risolvere questa drammatica situazione.

Dello stesso tenore sono le dichiarazioni di Jerome Kassirer ex-direttore del prestigioso "New England Journal of Medicine" (4) (1991-1999) e ora docente alla Tufts University di Boston, che ritroviamo in un articolo pubblicato dall'Espresso nel 2006, dal titolo eloquente "A cena con Big-Pharma" (5). Kassirer denuncia l'ormai dilagante abitudine dei medici di accettare denaro e favori dalle case farmaceutiche, avendo toccato con mano quanto le aziende siano in grado di pilotare scienza e mercato, sottolineando quanto la dilagante corruzione nella sanità non sia soltanto un errore etico ma sopratutto un attacco alla nostra salute. Il sistema delle regalie porta inevitabilmente le aziende a promuovere farmaci nuovi e sempre più costosi che non sono necessariamente i più efficaci. Nell'articolo Kassirer porta gli esempi di due farmaci, il Nesiritide e il Phen Fen, citati per i pesanti effetti collaterali e la messa in vendita prima di conoscere i rischi. Tutto questo porta a dei danni di salute nella popolazione e le conseguenze arrivano a pesare sul servizio sanitario nazionale, quindi sul debito. "Se i medici prescrivono troppi farmaci, e le aziende continuano a promuovere i prodotti sempre nuovi e più costosi, alla fine ci saranno pazienti privati delle terapie di cui hanno bisogno", commenta Kassirer. L'articolo prosegue puntando il dito sulle organizzazioni, i sedicenti "esperti" al soldo dell'industria, la formazione medica per tornare infine alle pubblicazioni scientifiche che "insistono sui farmaci e glissano sul più economico dei rimedi: la prevenzione, arrivando a trasformare normali condizioni fisiologiche come la menopausa o la timidezza in patologie, per poi spingere i medici a intervenire con i farmaci". (Disease Mongering)

È di dicembre 2013 l'articolo del premio Nobel per la medicina Randy Schekman (6) pubblicato dal Guardian e dal titolo "How Journals like Nature, Cell and Science are damaging science" (7) dove l'autore denuncia a gran voce come gli incentivi elargiti dai giornali di lusso, così lui li definisce, distorcano la scienza alla stessa maniera di come i grandi bonus distorcono il sistema bancario.

Anche qui, come nelle dichiarazioni di Horton, si paragona il metodo di selezione delle pubblicazioni all'industria della moda, dove grandi quantità di soldi vanno ad incentivare lavori che “affascinano perché di tendenza” ma che non sono i migliori. Queste riviste curano in maniera aggressiva i loro marchi con lo scopo di vendere più farmaci e non per stimolare le ricerche più importanti. Come gli stilisti che creano edizioni limitate di abiti e borse perché sanno che la scarsità aumenta la domanda, gli editori restringono in maniera artificiale il numero degli studi che accettano per aumentare di efficacia e dar prestigio al "fattore di impatto", un parametro che misura la quantità di citazioni sulla quale gli articoli verranno poi valutati. Il problema è che questo "fattore d'impatto", non è indice di serietà scientifica e qualità ma è più vicina ad una valutazione di marketing.

Ovviamente questi meccanismi oltre a favorire solo un certo tipo di ricerche sono causa inevitabile di censura per tutte quelle ricerche che non rispettano i prerequisiti artificiali che il sistema impone. In questa maniera, il progresso della scienza oltre ad essere deviato da interessi puramente economici viene impedito grazie alla mancata uscita di importanti revisioni e nuove scoperte.

Un altro articolo pubblicato nel Maggio 2015 dalla Adnkronos, dal titolo "La giungla delle società medico-scientifiche in Italia, nessun registro le certifica" (8), mette in evidenza come nel nostro paese non si conosca neanche il numero esatto delle organizzazioni che promuovono la ricerca e la divulgazione, organizzano congressi ed eventi, possono esprimere pareri o emanare linee guida nell'ambito delle loro competenze. Non se ne conosce il numero esatto ma soprattutto sono senza nessun tipo di regole.

Secondo Franco Vimercati, presidente della Fism, che raccoglie 154 società affiliate, per chiedere l'affiliazione alla sua federazione le società scientifiche devono possedere alcuni parametri che riguardano l'attività (congressi e pubblicazioni), il bilancio (trasparente e con tutte le voci), il numero di soci (congruo) e le quote pagate. Anche qui, la serie di requisiti richiesti sono ben lontani da garantire serietà e qualità scientifica, anche se stabilire delle regole e censire le società che si occupano di ricerca e divulgazione sarebbe già un primo passo in avanti. Eppure la legge della giungla sembra far da padrona.

Un importante editore scientifico BioMed Central (9), che pubblica più di 200 giornali scientifici ha recentemente ritrattato ben 43 studi scientifici perché falsi e che hanno a loro volta influenzato molte altre pubblicazioni. In un articolo pubblicato dal Washington Post (Marzo 2015) dal titolo "Major Journal publisher admits to publishing fabricated peer reviews" l'editore sostiene che molti di questi studi sono stati scritti da studenti universitari cinesi, ma come sottolinea Jigisha Patel, direttore editoriale per l'integrità della ricerca presso la BioMed, “il problema non è la Cina, infatti riceviamo molti lavori interessanti dalla Cina. Il problema che va sempre più allargandosi riguarda come gli scienziati e il loro lavoro vengono giudicati".

Nel frattempo la Commissione per le Pubblicazioni Etiche, un gruppo multidisciplinare che include più di 9000 editori, ha rilasciato una dichiarazione lasciando intendere che il problema potrebbe essere molto più vasto: "La nostra commissione è consapevole di un sistematico e inappropriato tentativo di manipolare i processi di revisione di molte riviste attraverso molti editori". Nell'articolo vengono in fine analizzati i meccanismi che influenzano i processi di revisione degli studi e la loro pubblicazione, che oggi sono diventati consuetudine.

"Fidarsi di Big Pharma" è il titolo di un lungo editoriale a firma di Marco Cattaneo pubblicato da Le Scienze.

Questo articolo ci spiega il meccanismo con la quale l'industria costruisce i suoi "esperti" e come i medici e pazienti siano generalmente portati a fidarsi dalla mole di ricerche e studi che vengono pubblicate dalle riviste di settore, senza in realtà conoscere i meccanismi che le regolano e gli enormi conflitti d'interesse. Viene poi raccontata la storia della Wyeth e del ricercatore Robert Lindsay, divenuto poi direttore della rivista "Osteoporosis International" e presidente della "National Osteoporosis Foundation".

L'ascesa di questo oscuro ricercatore dura appena un decennio e la costruzione del personaggio passa attraverso diverse pubblicazioni su importanti riviste scientifiche che in realtà non era lui a scrivere, ma si limitava ad apporre la sua firma (fenomeno conosciuto come ghostwriting). La sua carriera, oltre a meriti non suoi, è costellata da evidenti conflitti di interesse, mai evidenziati negli articoli pubblicati a suo nome.

Ma i ricercatori non sono i soli a ricevere denaro dalle case farmaceutiche per parlare a favore dei farmaci, ci sono anche coloro che all'interno delle istituzioni pubbliche, nelle commissioni consultive, decidono quali ricercatori finanziare. E il cerchio si chiude.

Un altro importante articolo è stato pubblicato dalla rivista Internazionale, dal titolo "Cattive medicine: Le case farmaceutiche ingannano medici e danneggiano i pazienti" (12) pubblicato a Novembre del 2012, scritto dal medico britannico Ben Goldacre, autore del libro "Bad Pharma". L'articolo sostiene che i medici quando prescrivono un farmaco, non sanno con esattezza quale effetto avrà sui pazienti perché la legge consente alle case farmaceutiche di pubblicare solo i risultati positivi dei test condotti sui medicinali e di omettere quelli indesiderati, portando come esempio il caso della reboxetina, un antidepressivo, regolarmente approvato dalla MHRA, l'agenzia che regolamenta la diffusione dei farmaci e dei prodotti sanitari nel Regno Unito. Come anticipato solo i test ritenuti positivi sono stati pubblicati mentre quelli i cui risultati mettevano in dubbio la sua efficacia e mettevano in risalto gli effetti collaterali sono stati omessi.

L'autore denuncia che

“l'efficacia dei farmaci viene verificata da quelli che li producono, con test clinici mal progettati e condotti su un piccolo numero di pazienti poco rappresentativi, e analizzati con tecniche truccate che enfatizzano solo i benefici. Quando emergono dati non graditi, alle aziende è riconosciuto il diritto di tenerli nascosti a medici e pazienti, quindi a noi arriva un quadro falsato dei veri effetti di qualsiasi medicina. A peggiorare la situazione c'è il fatto che per quanto riguarda alcune delle questioni più importanti della medicina, non abbiamo idea di quale sia la cura migliore, perché nessuno ha interesse a condurre i test clinici.”

Quel che viene fuori è terrificante e richiama ancora una volta le recenti dichiarazioni del Dr. Horton, direttore del Lancet.

Ma quali sono le conseguenze di questo quadro e le sue ripercussioni sulla salute? Possiamo ancora credere in una scienza così fortemente influenzata dall'industria? Quali sono i costi, oltre che in termini di vite e di salute dei pazienti, alla quale gli Stati vengono sottoposti?

Nel 2003, The Indipendent, ripreso da un articolo del "Corriere della Sera", pubblica una scioccante intervista del direttore della GlaxoSmithKline che dichiara che oltre il 90% dei farmaci funziona solo per un 30/50% dei pazienti. (13)
Una volta compreso come funzionano certi meccanismi non è poi così difficile credere ad un'affermazione così forte.
Ma andiamo avanti.

Il Professor Peter Gøtzsche ha recentemente pubblicato sul British Medical Journal (14), ripreso dalla rivista online RT.com (14), uno studio dove sostiene che ogni anno muoiono circa 500mila persone a causa degli psicofarmaci.

Un vecchio studio pubblicato da JAMA (15), in una analisi del sistema sanitario americano sostiene che ci sono:

  • 12000 morti ogni anno causati da interventi chirurgici non necessari
  • 7000 morti ogni anno causati da medicazioni errate negli ospedali
  • 20000 morti ogni anno a causa di altri errori negli ospedali
  • 80000 morti ogni anno a causa delle infezioni negli ospedali
  • 106000 morti ogni anno a causa degli effetti collaterali dei farmaci

Un vecchio articolo pubblicato dal Corriere della Sera (16), sostiene che in Italia ci sono 90 morti al giorno (!) dovuti a errori medici, scambi di farmaci, dosaggi errati e sviste in sala operatoria.

Basterebbe quanto citato sopra per far scattare l'allarme generale su di un sistema marcescente che drena risorse pubbliche e che invece di curare contribuisce alla perdita di salute di intere fasce di popolazione. Potremmo citare la lunghissima sequela di scandali, dossier e inchieste della quale l'industria farmaceutica è protagonista.

Recentemente il senatore Robert Kennedy, nipote di JFK, ha definito la pratica vaccinale un olocausto medico indotto, eppure tutti i pareri discordanti in materia di vaccinazioni vengono immediatamente silenziati, si continua a sostenere in maniera criminale che non esistono studi che mettono in dubbio le pratiche vaccinali, quando la letteratura scientifica è abbondante. Ovviamente, questi studi, a diversità di quelli sponsorizzati dall'industria, sono privi di conflitti di interesse e sono spesso effettuati da ricercatori coscienziosi e gruppi di lavoro indipendenti.

Sono molti infatti gli scritti che dimostrano come gli organi di controllo, come l'FDA, EFSA, AIFA, fanno affidamento solo ad un certo tipo di studi e quelli scartati, sono spesso proprio gli studi indipendenti.

Un altro aspetto curioso delle vaccinazioni è osservare con quanta cura medici e politici, dopo aver pressato la popolazione alla vaccinazione, si sottraggono a tale pratica con discreta solerzia. Stessa cosa avviene per la chemioterapia. Tutto documentato.

È dell'Espresso una recente inchiesta intitolata "La cupola dei vaccini esiste" (17) con tanto di indagini portate avanti dalla procura di Roma, dove viene denunciato il business della lotta ai "virus pericolosi" che ha garantito l'arricchimento e la carriera di funzionali pubblici.

Per dirla tutta l'articolo ha l'intenzione di mettere in evidenza l'attuale agonia di un sistema ormai allo sfascio, perché se si volesse entrare nello specifico dei singoli rami della scienza medica, il risultato sarebbe ancora più catastrofico, come normale conseguenza di un sistema che è marcescente fin dalle sue fondamenta e che si propaga a tutte le sue ramificazioni.

Inchieste di questo genere abbondano, ma non vengono mai prese in seria considerazione per le loro ripercussioni sulla società, la scienza e la salute pubblica.

Visti i costi in termini di vite e salute generale, visto il grave danno che la scienza e il progresso ne ricevono, visto l'enorme buco che la sanità contribuisce a creare nel debito pubblico dei singoli Stati sovrani, vista l'enorme corruzione e i conflitti di interessi di cui l'industria farmaceutica è portatrice le domande sorgono spontanee: arriverà il giorno in cui questa situazione drammatica verrà presa in seria considerazione da qualcuno?

Perché giornalisti, media e magistratura, interessati a scandali di minor entità non si occupano di questi argomenti?
Per quanto tempo ancora potranno negare l'evidenza o far finta di non vederla?

Se qualcuno crede che i "Poggiolini" e i "De Lorenzo" non esistano più commette un grave errore di valutazione. Oggi hanno solo affinato le tecniche e deregolamentato il sistema. Ma le pratiche criminali di questi individui vanno ben oltre il sottrarre denaro e risorse pubbliche: pensiamo al caso Di Bella e l'On. Bindi; al caso Stamina e al ministro Lorenzin; o al processo contro l'Omeopatia della quale il caro Piero Angela si è tanto occupato. Non solo impongono dall'alto pratiche inefficaci, dannose e costose, ma bloccano sul nascere ogni terapia che potrebbe essere alternativa a quelle da loro proposte. Se l'efficacia e i controlli che effettuano contro le terapie scomode venissero applicati verso ciò che la farmaceutica propone forse oggi non ci troveremmo in questa situazione.

Infine il nostro pensiero viene rivolto alle vittime di questo sistema, a quanti vengono danneggiati seriamente dalle pratiche mediche, come le vaccinazioni e poi devono, oltre la beffa, dedicare tutta la loro vita per vedersi riconosciuto il danno. Insomma, lo Stato, complice di un'industria criminale, prima ti danneggia e poi fa di tutto per vederti negato il diritto di essere giustamente risarcito. Sono innumerevoli le storie di persone che hanno speso vite intere per storie simili.

Articolo di Ivan Ingrillì
Associazione La Leva di Archimede

RIFERIMENTI:

(1) (Apr 2015) What is medicine's 5 sigma?
http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736%2815%2960696-1/abstract

(2) http://en.wikipedia.org/wiki/Richard_Horton_(editor)

(3) http://www.fedaiisf.it/gli-effetti-collaterali-della-politica-farmaceutica

(4) http://it.wikipedia.org/wiki/The_New_England_Journal_of_Medicine

(5) (Dec 2006) A cena con Big Pharma
http://espresso.repubblica.it/visioni/scienze/2006/12/01/news/a-cena-con-big-pharma-1.2110

(6) http://it.wikipedia.org/wiki/Randy_Schekman

(7) (Dec 2013) The Guardian: How journals like Nature, Cell and Science are damaging science
http://www.theguardian.com/commentisfree/2013/dec/09/how-journals-nature-science-cell-damage-science

(8) La 'giungla' delle società medico-scientifiche in Italia, nessun registro le certifica
http://www.adnkronos.com/salute/medicina/2015/05/06/giungla-delle-societa-medico-scientifiche-italia-nessun-registro-certifica_RuXkYw2VAcfGY8Oh83ZBAM.html

(9) http://en.wikipedia.org/wiki/BioMed_Central

(10) (Mar 2015) Major Journal publisher admits to publishing fabricated peer reviews:
http://www.sciencealert.com/major-journal-publisher-admits-to-fabricating-peer-reviews

http://www.washingtonpost.com/news/morning-mix/wp/2015/03/27/fabricated-peer-reviews-prompt-scientific-journal-to-retract-43-papers-systematic-scheme-may-affect-other-journals/?postshare=5031427452343393

(11) Fidarsi di Big Pharma?
http://www.lescienze.it/edicola/2013/02/01/news/le_scienze_n_534-1484134/

(Feb 2013) Giornale: Così le aziende farmaceutiche corrompono i ricercatori
http://blog.ilgiornale.it/locati/2013/02/15/cosi-le-aziende-farmaceutiche-corrompono-i-ricercatori/

(12) (Nov 2012) INTERNAZIONALE: "Cattive medicine. Le case farmaceutiche ingannano i medici e danneggiano i pazienti. Su Internazionale"
(PDF) http://www.fpcgil.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/23963  

http://archivio.internazionale.it/sommario/975/?fb_comment_id=fbc_

(13) (Dec 2003) The independent: Glaxo chief: Our drugs do not work on most patients
http://www.independent.co.uk/news/science/glaxo-chief-our-drugs-do-not-work-on-most-patients-575942.html

(Dec 2003) «Medicinali inefficaci per metà dei pazienti»
http://archiviostorico.corriere.it/2003/dicembre/09/Medicinali_inefficaci_per_meta_dei_co_0_031209048.shtml

(14) Psychiatric drugs kill 500k+ Western adults annually, few positive benefits – leading scientist
http://rt.com/uk/258133-antidepressants-unnecessary-for-many/
http://www.bmj.com/content/350/bmj.h2435

(15) (Lug 2000) Is US Health Really the Best in the World?
http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=192908

(16) (Sett 2004) Sono 90 al giorno i morti per malasanità in Italia
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/09_Settembre/17/errorimedici.shtml

(17) (Lug 2014) La cupola dei vaccini esiste
http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/07/14/news/la-cupola-dei-vaccini-1.173240

(Apr 2014) Il business segreto della vendita dei virus che coinvolge aziende e trafficanti
http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/04/03/news/salute-quel-business-segreto-della-vendita-dei-virus-1.159618

Fonte articolo: laleva.org

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